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Scenari

Vranken Pommery Italia rafforza il legame Champagne e buona cucina

25 Ottobre 2013
linate linate

“A fronte del calo drastico dei consumi generali la chiave di volta è l'esperienza gourmet e fare squadra globale con tutti gli altri produttori”, Mimma Posca – Ceo

“Non c’è un vino migliore di un altro, tutti dobbiamo promuovere la cultura del bere bene, all’unisono”, per Mimma Posca,  Ceo di Vranken Pommery Italia, le divisioni di classe non portano a nulla.

Lo dice chi rappresenta in Italia il vino che nell’immaginario collettivo è sempre stato il più aristocratico, quello per pochi. Invita chi opera nel mercato italiano a ragionare con un spirito diverso che non si appigli a primati o superiorità.


Mimma Posca

Un insegnamento che ha mutuato dai francesi e che potrebbe aiutare, come sostiene lei, il mondo enologico attualmente sotto una forma di resistenza a doppia velocità, in crescita oltre confine e arenato in casa. E proprio il sostenersi a vicenda per lei potrebbe essere la chiave di volta. In questa situazione poco rosea dei consumi interni, a subire i contraccolpi della crisi è stato, infatti, anche lo Champagne. Drastico il calo dei consumi. Il mercato italiano assorbiva 10,9 milioni di bottiglie appena un anno fa, negli ultimi mesi la quantità è scesa vertiginosamente a 6,2 milioni, un crollo delle importazioni del 40%. Trend negativo pesante che adesso si sta cercando di superare promuovendo un’immagine più democratica delle bollicine. Vranken Pommery (che rappresenta il 10% della quota di mercato) in questo frangente sta accusando meno il colpo. Già da qualche tempo, intuendo anche il cambiamento culturale, e in un certo senso essendone precursore, promuove un nuovo modo di vivere lo Champagne: se la bottiglia rimane sempre uno status symbol degustare al bicchiere è più chic e soprattutto gourmet. L’irrinunciabile tête-à-tête con lo Champagne diventa un’esperienza a portata dei wine lover e dei cultori del buon cibo. Sceso dall’olimpo delle grandi feste e delle atmosfere patinate, lo Champagne è costretto adesso vedersela con gli altri vini. “Non temiamo concorrenza – però dice sicura Posca – Non dobbiamo temere gli altri. Siamo coscienti che esistono altri prodotti e che lo Champagne ha una forte carica evocativa. Però vorremmo stare in questo sistema insieme agli altri. Che si parli pure di Champagne, di Franciacorta, di Metodo Classico, di Spumante o di vino tranquillo, l’importante è educare il consumatore e soprattutto i giovani, e lo dobbiamo fare in modo corale”.

Dopo anni di assestamento nel mercato, in termini commerciali e di immagine, adesso Vranken Pommery in Italia, grazie ad una politica di market coverage selettiva, ha trovato la sua strada e il successo cavalcando il trend che lega appunto la cucina al grande Champagne. Dopo avere sperimentato l'apertura di champagnerie in Relais, Hotel di Lusso e Dimore di Charme, che continueranno ad essere palcoscenico privilegiato dei momenti di gusto con protagonista tutta la gamma di Champagne, da pochi giorni ne ha inaugurata un'altra all’aeroporto di Linate a Milano. Si trova all’interno del ristorante Michelangelo, luogo gourmand ideato da MyChef e Sea. Una partnership inedita, è la prima volta che in Italia prende vita un format di vendita e promozione di Champagne di questo genere dentro un aeroporto.  

Il gruppo Vranken Pommery cresce anche nel resto d’Europa. Gli ultimi dati danno la situazione del gruppo in controtendenza rispetto alla recessione trasversale che sta interessando i Paesi d'Europa consumatori tradizionali di , e di cui ne sta facendo le spese anche il diretto concorrente,  Lvmh, che detiene Moët & Chandon, Dom Pérignon, Veuve Clicquot, Mercier, Krug, Ruinart. L’incremento delle vendite, dall’inizio dell’anno, è stato del 9.6% rispetto al 2012, garantendo un fatturato di 117,5 milioni di euro. 

M.L.