Napoli, con il suo fermento gastronomico e culturale, è stata scelta come tappa simbolica del tour dei cento anni del Consorzio Vini Valpolicella. «È una città che vive di convivialità e apertura, come la Valpolicella vive di eleganza e versatilità – ha detto il Presidente del Consorzio, Christian Marchesini, durante l’apertura –. Due mondi che si incontrano e si riconoscono nel piacere dello stare insieme».
Un incontro tra due territori dal carattere forte e identitario, uniti da una comune passione per la convivialità e la cultura gastronomica. Nello scenografico Palazzo Petrucci, ristorante di Posillipo con il mare a fare da sottofondo, il Consorzio ha portato in Campania una selezione dei suoi produttori per celebrare il centenario e raccontare l’evoluzione di un territorio oggi più consapevole che mai.
Ed è proprio in questo dialogo tra Nord e Sud che si riflette una strategia più ampia: storicamente fortissimo sui mercati esteri, il Consorzio oggi guarda con sempre maggiore attenzione al pubblico nazionale. «Negli ultimi anni siamo cresciuti del 5% in Italia — spiega il presidente —. Ora il 32% dei nostri vini viene consumato nel Paese, ma abbiamo ancora grandi margini. Eventi come questo servono proprio a far riscoprire ai consumatori italiani la bellezza e la complessità dei nostri rossi».
Un percorso di avvicinamento al pubblico domestico che trova a Napoli un palcoscenico naturale, dove curiosità, cultura gastronomica e calore umano si intrecciano in modo spontaneo con l’eleganza e la profondità dei vini della Valpolicella.
L’evento, intitolato “Napoli in Rosso Amarone” e organizzato con AIS Campania, è stato molto più di una degustazione: un vero dialogo tra Nord e Sud, tra l’eleganza veneta dei vini della Valpolicella e la generosità della cultura gastronomica mediterranea. A orchestrare l’incontro, il Presidente Marchesini, affiancato dall’enologo del Consorzio Alberto Brunelli, dal Presidente AIS Campania Tommaso Luongo, dai produttori presenti e dallo chef stellato Lino Scarallo.
È stata un’occasione ricca di energia e calore, con calici che si riempivano, mani che si stringevano. A completare il tutto, i piatti firmati da Lino Scarallo che, insieme alle stagionature del Parmigiano Reggiano, ha scandito il ritmo della serata. I produttori, guidati da Luongo e Brunelli, hanno raccontato le loro realtà durante una masterclass pensata come una vera “scalata sensoriale”, partendo dal Valpolicella più immediato fino alla profondità dell’Amarone.
Un percorso che ha rivelato la complessità di un territorio dove basalti e calcari, brezze del Garda e correnti della Lessinia convivono in un equilibrio unico. «Ogni vino è un paesaggio – ha detto Brunelli –. Ci teniamo a raccontare la versatilità di questa denominazione, che produce vini molto diversi tra loro. Una caratteristica che ci consente di cavarcela bene anche in tempi non facili. Questa varietà di sfumature compone la mappa sensoriale della Valpolicella».
E parlando di versatilità, il discorso si apre naturalmente alla tavola, dove gli abbinamenti, anche insoliti e sorprendenti, riescono a convincere e a farsi ricordare.
L’Amarone, simbolo di potenza e concentrazione, sta vivendo un processo di ingentilimento stilistico. «Non lo abbiamo alleggerito – precisano i produttori – lo abbiamo reso più sottile nello stile, con meno legno, più equilibrio, più eleganza. Un Amarone che non vuole impressionare, ma raccontare».
Un’evoluzione che nasce anche da un territorio che cambia. «Il cambiamento climatico non è un concetto astratto, ma una realtà che ci impone di osservare la vigna con occhi diversi – spiega l’enologo Alberto Brunelli –. In Valpolicella le vendemmie arrivano prima, l’appassimento si è accorciato e il lavoro in vigna si fa più attento e rispettoso. È una nuova stagione di consapevolezza, in cui la ricerca dell’equilibrio diventa anche una risposta etica alla natura che si trasforma».
Così, mentre il clima spinge verso maturazioni più rapide, tornano protagoniste varietà storiche come la Molinara, riscoperta per la sua acidità naturale, e il Corvinone di collina, che oggi dona equilibrio e freschezza anche nelle annate più calde. È il segno di una viticoltura che non subisce il cambiamento, ma lo interpreta con intelligenza, rispetto e visione.
A completare l’esperienza, un simbolo del gusto italiano: il Parmigiano Reggiano, partner del progetto Quality Heritage of Europe, che ha trovato, con le sue diverse stagionature, nei Valpolicella e nell’Amarone i compagni ideali per raccontare la bellezza dei contrasti tra dolcezza e sapidità.
Un incontro che ha lasciato il segno, tra Nord e Sud, tra eleganza e calore umano. Un brindisi che racconta l’Italia del vino di oggi: più consapevole, più coraggiosa, ma sempre fedele al suo spirito.
E mentre il mare restituiva l’eco delle ultime parole, qualcuno tra i produttori ha sorriso: «Cent’anni sono tanti, ma è bello festeggiarli così — guardando il mare e pensando al futuro».
La degustazione
Valpolicella DOC “Laute” 2024 – Camerani Adalia
Un sorso che racconta la primavera, con la sua freschezza e il suo slancio. Profuma di fiori, amarena e piccoli frutti rossi. La leggerezza si fa ritmo e promette convivialità senza tregua; la vena sapida lo rende intrigante e godibile.
Valpolicella DOC Superiore 2022 – Roccolo Callisto
Note di grafite e timo selvatico si intrecciano con sentori di prugna e pepe nero. Sul palato lascia un’impronta gentile, con una piacevole tensione sapida. Vibrante e per nulla scontato, si allunga sulle nuance di erbe di campo.
Valpolicella Ripasso DOC “Origini” 2022 – Seiterre Viticoltori dal 1877
Speziatura calda che avvolge il frutto maturo. Il sorso è ricco ma non pesante, con accenni di cacao e ciliegia sotto spirito.
Valpolicella Ripasso DOC Classico Superiore “La Casetta” 2020 – Domìni Veneti
Intenso e impattante, mescola ricordi di bacche scure e un soffio balsamico. L’equilibrio gioca tra tensione e tannino, con finale avvolgente. Il ritorno di liquirizia e mora accompagna la persistenza.
Amarone della Valpolicella DOCG Classico “VigneAlte” 2019 – Zeni 1870
La potenza si esprime in una sinfonia di prugne sotto spirito, tabacco e spezie dolci. Scuro, meditativo, con echi di terra e cacao.
Amarone della Valpolicella DOCG “Am” 2019 – Zýmē di Celestino Gaspari
Sorprende per l’equilibrio tra opulenza e verticalità; profuma di incenso, frutta secca e ciliegia. Il sorso si apre in stratificazioni di cuoio, pepe rosa e note balsamiche che regalano profondità e tensione.
Amarone della Valpolicella DOCG “Mai Dire Mai” 2015 – Pasqua Vigneti e Cantine
Maturo e sontuoso, offre richiami di fico, cioccolato fondente e chiodi di garofano. Il sorso avvolge e persiste; la trama fine dei tannini sostiene una materia generosa e golosa.
Amarone della Valpolicella DOCG Classico Riserva “Fumetto” 2008 – Secondo Marco
Un vino che dialoga con il tempo, evocando memorie di frutta scura e radici. In bocca la complessità si dispiega autorevole ma mai pesante, in perfetta eleganza. Tabacco, tamarindo e note mentolate sottolineano la profondità di una storia matura che si rinnova a ogni assaggio.
