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Vino e dintorni

Dazi Usa, l’allarme di Bottega: “Così il Prosecco rischia l’uscita dal mercato”

20 Giugno 2025
Sandro Bottega in sede Sandro Bottega in sede

Centomila euro in tre mesi: è la cifra che Bottega Spa ha già dovuto assorbire a causa dei dazi sulle esportazioni verso gli Stati Uniti. Un impatto economico significativo per la storica azienda di Bibano di Godega (Treviso), tra le realtà più importanti nella produzione di Prosecco, che lancia l’allarme: senza un’intesa rapida tra Unione Europea e governo Trump, il peso delle tariffe rischia di diventare insostenibile.

“Un accordo che mantenga i dazi al 10% sarebbe ancora gestibile”, spiega Sandro Bottega, titolare dell’azienda, “ma se si superasse quella soglia, i danni potrebbero essere seri”. Il momento è delicato: le trattative tra Bruxelles e Washington mirano proprio a contenere l’impatto, fissando una quota massima tollerabile. Superarla significherebbe mettere a rischio non solo i conti delle imprese italiane del vino, ma anche le relazioni commerciali internazionali. “Una riduzione delle vendite è inevitabile, ma il pericolo più grande è il deterioramento dei rapporti a tutti i livelli”, sottolinea Bottega.

Presente in oltre 150 Paesi e fortemente radicata nel mercato statunitense, l’azienda veneta sta già affrontando un periodo critico. “In tre mesi i dazi ci sono costati quasi 100mila euro – racconta l’imprenditore – e non potremo sostenerli a lungo, soprattutto se i grandi gruppi americani continueranno a minacciare di escludere i nostri prodotti dagli scaffali, qualora non coprissimo noi il 10% di rincaro”.

Il problema, infatti, non si esaurisce nel pagamento diretto delle tariffe doganali: c’è anche una questione di equilibrio economico nei rapporti con i distributori. “Non abbiamo margini per assorbire quel 10%, quindi la situazione si riduce a due possibilità: o i consumatori americani accettano un lieve aumento dei prezzi, o i nostri vini saranno tolti dal mercato”.

A complicare ulteriormente il quadro, si aggiunge l’instabilità geopolitica: secondo Bottega, le tensioni tra Iran e Israele stanno già influenzando negativamente il clima economico globale. “L’espansione del conflitto mina la fiducia, riduce l’ottimismo e scoraggia i viaggiatori. Il mondo si chiude”. Per questo, da due anni, l’azienda ha scelto di prendere posizione in modo esplicito: “Dal 2022, nella homepage del nostro sito, campeggia il messaggio ‘Bottega sostiene la democrazia e ripudia la guerra e le dittature’. È un modo per ribadire il nostro impegno etico e invitare anche l’opinione pubblica a riflettere”.