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Vino e dintorni

Il clima cambia il vino: secondo uno studio l’Europa è il continente più colpito dal riscaldamento globale

29 Maggio 2025
I vigneti soffrono per il cambiamento climatico I vigneti soffrono per il cambiamento climatico

Uno studio ha rivelato che l’Europa è il continente che sta subendo gli effetti più gravi del cambiamento climatico: rispetto al resto del mondo, ha registrato temperature più elevate e un numero maggiore di giornate di caldo estremo.

A guidare la ricerca è stata la dottoressa Elizabeth Wolkovich dell’Università della British Columbia, che ha definito i dati raccolti “sconfortanti”. Il suo team ha analizzato la fenologia della vite, ovvero i tempi delle diverse fasi di crescita e riproduzione in risposta ai mutamenti ambientali, prendendo in esame oltre 500 varietà di uva da vino.

Lo studio ha valutato dieci variabili climatiche, dalle temperature più basse durante la fase di dormienza e la comparsa delle gemme, fino agli estremi termici della stagione vegetativa, includendo anche le precipitazioni e le condizioni meteo durante la vendemmia.

I risultati indicano che il cambiamento climatico ha colpito tutte le aree vitivinicole del pianeta, ma con intensità diverse. L’Europa ha registrato le trasformazioni più marcate, con un aumento notevole dei giorni sopra i 35 gradi e delle temperature massime durante la fase di crescita delle viti. In confronto, il Nord America ha vissuto un incremento più moderato delle temperature medie e dei picchi estremi.

“Sono rimasta colpita – ha dichiarato la dottoressa Wolkovich come si legge su Decanter – dal livello di riscaldamento globale, ma in particolare da quanto si sia riscaldata la stagione vegetativa in Europa a causa del cambiamento climatico provocato dall’uomo”. “Negli ultimi quindici anni ho viaggiato spesso in Europa e ho visto crescere il numero delle ondate di calore. Ma osservare i dati, e rendersi conto concretamente di quanto la situazione sia cambiata per i coltivatori, è stato persino peggiore di quanto mi aspettassi”.

Lo studio è frutto di un grande sforzo internazionale e multidisciplinare, che ha coinvolto climatologi, esperti in modellizzazione agricola, macroecologi e genetisti della vite provenienti da Francia, Spagna, Stati Uniti e Canada. Fondamentale è stato anche l’apporto dei dati raccolti dall’unità sperimentale INRAE Domaine de Vassal, che da decenni conserva informazioni dettagliate sulle varietà di uva da vino.

“Pensavo che i parametri legati alle basse temperature, come quelle intorno alla germogliazione e alla vendemmia, avrebbero mostrato le variazioni maggiori – ha spiegato Wolkovich – ma spesso erano proprio i valori legati al caldo intenso a presentare gli scostamenti più importanti”.