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Vino e dintorni

In scena a Courmayeur il World Lambrusco Day: “E se fosse la salvezza del vino italiano?”

04 Luglio 2025
World Lambrusco Day – Il brindisi in vetta World Lambrusco Day – Il brindisi in vetta

Si è appena svolto, sul tetto d’Italia, il World Lambrusco Day, nel giorno del solstizio d’estate in cui tradizionalmente si festeggia il Lambrusco. Ribattezzato anche “Lambrusco e nuvole”, richiamando la canzone di Enzo Jannacci, dove i banchi di assaggio, per l’occasione aperti al pubblico, sono stati posizionati sulla funivia Skyway Monte Bianco a Courmayeur, alla presenza del Presidente è Claudio Biondi, del Vicepresidente Dante Chiletti e del Direttore Giacomo Savorini.

Il Consorzio Tutela Lambrusco e l’Enoteca Regionale Emilia-Romagna hanno scelto quest’anno dopo Matera e Parigi, la vetta più alta d’Italia come a rappresentare dove dovrebbe essere posizionato oggi questo vino. Anticipando le conclusioni che i presenti addetti ai lavori hanno espresso, una domanda è sorta spontanea: “E se fosse il Lambrusco la salvezza del vino italiano?”. Tutti i feedback che si hanno, su quale vino è preferito dai consumatori, riporta alle caratteristiche di bevibilità, abbassamento del grado, e abbinamento con le nuove tendenze alimentari, ed è queto l’identikit del Lambrusco.

A disposizione dei numerosi turisti, oltre che dei giornalisti, sono stati offerti ai tavoli, i vini dal frizzante allo spumante, dal Metodo Martinotti al Metodo Classico e ai rifermentati in bottiglia le diverse anime del Lambrusco, vini di 19 cantine di Modena e Reggio Emilia: Albinea Canali, Bertolani Alfredo, Cantina di Carpi e Sorbara, Cantina Formigine Pedemontana, Cantina Gualtieri, Cantina San Martino in Rio, Cantina Santa Croce, Cantina Puianello, Cantina Settecani, Casali Viticultori, Caviro, Corte Manzini, Francesco Bellei & C., Lombardini, Medici Ermete, Paltrinieri, Tenuta Galvana Superiore, Umberto Cavicchioli e F., Ventiventi.

Oltre questa parte nella quale è stato coinvolto il pubblico il World Lambrusco Day ha visto momenti di grande approfondimento, con una sessione su invito riservata agli addetti ai lavori, nella storica location del Castello Reale di Sarre nel suggestivo Salone dei Trofei, con una masterclass dal nome “L’incontenibile leggerezza del Lambrusco”, affidata a Gabriele Gorelli, il primo Master of Wine italiano che ha messo in luce sfumature e qualità.

I vini della Masterclass sono stati: Francesco Bellei & C. – “PURO“ 2017 – Vsq; Paltrinieri – “Grosso“ Lambrusco di Sorbara DOC; Cantina di Carpi e Sorbara – “Omaggio a Gino Friedmann” 2024 – Lambrusco di Sorbara DOC; Umberto Cavicchioli e F. – “Vigna del Cristo“ – Lambrusco di Sorbara DOC; Ventiventi – “La Vie“ – Lambrusco Modena DOC; Cantina di San Martino in Rio – “Rio“ – Lambrusco di Sorbara DOC; Cantina di Santa Croce – “Vigne Vecchie” – Lambrusco Salamino di Santa Croce DOC; Cantina Puianello – “Amarcord” – Colli di Scandiano e di Canossa DOC; Casali Viticultori – “Pra di Bosso” – Reggiano DOC; Lombardini – “Lambrusco Brut“ – Reggiano DOC; Medici Ermete – “Concerto” – Reggiano DOC; Cantina Formigine Pedemontana – “For.Mo.Sa Rosé“ – Lambrusco Modena DOC; Cantina Settecani- “I Vini del Re“ – Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC.

Ad alta quota, presso il cinema Alpino a oltre 2000 metri della funivia Skyway Monte Bianco, si è effettuata una tavola rotonda dal titolo “La leggerezza è modernità: chef, sommelier e produttori a confronto”, un momento di dialogo su nuovi linguaggi e prospettive del gusto contemporaneo tra figure di spicco del mondo del vino e della ristorazione, tra cui gli chef Heinz Beck e Paolo Griffa, il sommelier Pascal Tinari, oltre ai giovani produttori del Consorzio Alessandro Medici e Cecilia Paltrinieri oltre al MW Gabriele Gorelli, moderata dal giornalista Luciano Pignataro. Quello della leggerezza è un tema che ben si sposa con la filosofia dello chef Heinz Beck, da sempre convinto che la buona cucina non debba appesantire e debba sempre considerare il proprio impatto sul benessere dell’ospite.

“Sono solito dire che la cena finisce l’indomani mattina” ha commentato Beck, spiegando come da venticinque anni abbia scelto di dare una direzione ben definita alla propria cucina, partecipando nel contempo a importanti studi e ricerche, da lui considerati come elementi chiave per prendere decisioni consapevoli e ponderate.

Solo per citarne alcuni, un primo studio sull’oscillazione insulinica postprandiale nel 2006, una ricerca volta ad indagare quali emisferi del cervello vengono stimolati dalla degustazione di vino e due approfondimenti in corso, uno sull’invecchiamento e uno sullo stress ossidativo postprandiale. Non è mancato durante l’intervento un accenno al Lambrusco.

“Quando si parla di leggerezza, il Lambrusco è il vino perfetto: la gradazione alcolica è bassa e si lascia abbinare facilmente a tanti piatti”.

L’intervento di Alessandro Medici, noto produttore che ha dichiarato: “Il vino italiano non sta vivendo il suo miglior momento, per tre principali fattori. Il primo economico, molti mercati stanno attraversando una crisi e questo si contrappone al prezzo, aumentato molto negli ultimi anni. Il secondo è legato ai trend salutistici che stanno portando sempre più persone a modificare il modo di nutrirsi. Il terzo consiste nella percezione del vino, che non è più cool come era invece considerato un tempo”.

Il punto di vista di Gabriele Gorelli, che ben conosce il vino a livello internazionale. “Dagli interventi sono emerse delle parole chiave. Conoscenza, consapevolezza, ma anche empatia, ovvero la capacità di mettere l’altro al centro. Ed ecco che leggerezza significa proprio questo: non appesantire chi si ha davanti e far passare un messaggio più attraverso quello che si fa che a quello che si dice. Storydoing più che storytelling”.

Ha poi spiegato come, dal punto di vista enologico, si venga da un periodo in cui si è sempre teso ad arricchire, cercando nei vini maggior corpo e struttura. “Questo ha fatto sì che, spesso, si andasse a complicare, rendendo meno nitida la capacità di lettura. Tornare indietro e provare a togliere è una strada, ma non si fa dalla sera alla mattina”.

Un ultimo commento ha riguardato l’importanza di lavorare insieme. “Soprattutto quando si parla di territori in cui la struttura produttiva è in equilibrio tra cooperazione e artigianalità, va ricordato che, se i grandi generano le onde, gli artigiani possono fare surf. Stare insieme e avere una comunanza di intenti è essenziale, perché in fondo si è tutti nel grande mare del mercato” ha concluso.

“Il Lambrusco è il vino dei colori, uno diverso dall’altro – aggiunge il Direttore del Consorzio Tutela Lambrusco Giacomo Savorini, nel mondo è identificato come un vino rosso scuro frizzante: il nostro impegno è rivolto a far comprendere che esistono tante varietà di lambrusco, con colori e sentori diversi, che possono veicolare esperienze completamente differenti e che, grazie alla loro versatilità e ampia gamma di referenze di qualità, si possono perfettamente abbinare a diverse e numerose tipologie di cucina”.