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Vino e dintorni

L’Etna da bere ad Avvinando Wine Fest: il racconto degli 11 vini Imperdibili, i 4 versanti e la storia di un fenomeno

19 Maggio 2025
La masterclass curata da Cronache di Gusto e dedicata ai “Vini Imperdibili dell’Etna” ad Avvinando La masterclass curata da Cronache di Gusto e dedicata ai “Vini Imperdibili dell’Etna” ad Avvinando

L’Etna protagonista ad Avvinando Wine Fest, con una masterclass curata da Cronache di Gusto e dedicata ai “Vini Imperdibili dell’Etna”. Un approfondimento su uno dei territori vitivinicoli più affascinanti d’Italia, al centro dell’attenzione del nostro giornale da ormai nove anni grazie alla pubblicazione della Guida ai Vini dell’Etna (qui il link per acquistare l’edizione 2025), a cura di Fabrizio Carrera e Federico Latteri.

Ed è proprio Federico Latteri, wine writer di Cronache di Gusto ed esperto conoscitore dei vini etnei a condurre una masterclass superaffollata presso lo Spazio Noz dei Cantieri Culturali alla Zisa, a Palermo, all’interno del programma della decima edizione di Avvinando Wine Fest.

“Parliamo della viticoltura etnea – dice Latteri -. Come sapete, l’Etna ha una lunghissima tradizione viticola. Ma l’Etna moderno, che dà i vini che oggi assaggiamo e apprezziamo, è un fenomeno relativamente recente. Possiamo dire che tutto comincia tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. In questa nuova edizione della Guida, vi raccontiamo proprio com’è nato e come si è sviluppato questo successo”. Nella Guida, si trovano anche le schede di tutte le aziende, con tutti i vini descritti: oltre 400 vini di 129 aziende. Ogni azienda ha la propria scheda e la descrizione dei vini. “Per scelta editoriale, non assegniamo punteggi.  Preferiamo raccontare i vini con le parole. L’idea è che chi legge possa incuriosirsi, andare a cercare quel vino, assaggiarlo e costruirsi una propria opinione. Questo approccio ci rappresenta di più”, dice Latteri. Non manca tuttavia una selezione: i vini imperdibili.

“Premiamo alcune etichette come “vini imperdibili”. Quest’anno sono 33. Ma attenzione: imperdibile non significa necessariamente che quel vino avrebbe preso il punteggio più alto in una degustazione classica. Alcuni sì, ovviamente, ma non è questa la logica.

Per noi, imperdibile è quel vino che in quell’anno, in quella vendemmia, racconta davvero l’Etna, ha qualcosa di originale, di significativo, che lo rende emblematico. È un vino “tracciante”, che lascia un segno”, spiega.

Per quanto riguarda le aziende, le 129 schede sono divise in quattro gruppi, che non sono casuali: riflettono le quattro macro-aree del territorio etneo, i cosiddetti versanti. Nella Guida ci sono quindi aziende del versante nord, est, sud-est e sud-ovest. All’inizio di ogni sezione, una breve descrizione del versante, e poi tutte le aziende che vi operano. “Se un’azienda ha vigneti su più versanti – e ce ne sono diverse – la collochiamo in base alla sede principale. Per esempio, Tenuta di Fessina, che ha vigneti su tre versanti, è collocata sul versante nord, dove ha sede, a Rovittello.

Benanti, invece, che ha vigneti su tutti e quattro i versanti, è storicamente a Viagrande, quindi la troverete nel sud-est”, specifica.

Ed poi la descrizione del territorio. E delle contrade. “Il territorio etneo è molto frammentato e variegato, e per capirlo davvero dobbiamo guardare non solo ai produttori, ma anche alle singole contrade. Una contrada è uno spazio molto piccolo: per poter comprendere davvero le sue caratteristiche, dobbiamo avere diversi produttori che vi lavorano, e possibilmente anche più annate da confrontare. Solo così, al di là dello stile del produttore o dell’influenza dell’annata, cominciamo a capire cosa davvero caratterizza la contrada, in che modo lascia un’impronta sul vino. È lo stesso concetto che vale in Borgogna, o in Piemonte con le MGA (Menzioni Geografiche Aggiuntive): servono tempo, storicità, e una pluralità di voci produttive in uno stesso luogo. Anche se in Etna sono passati pochi anni, in alcune contrade già cominciamo a vedere dei tratti distintivi. Non sono tante, ma per esempio in contrade come Santo Spirito, Feudo di Mezzo, Rampante (entrambe sul versante nord), o Calderara, possiamo osservare elementi comuni tra i vini prodotti da diversi produttori. Ed è proprio da queste somiglianze che possiamo iniziare a riconoscere l’identità di una contrada.

Ovviamente, questo non accade sempre. Lo stile del produttore ha ancora un peso importante: le tecniche di vinificazione possono talvolta “coprire” le caratteristiche del luogo. Ma è naturale, e succede in ogni parte del mondo del vino”, continua Latteri. Ed infine si parla di versanti. “Sono macro-aree del territorio etneo, possiamo dire che questi versanti rappresentano quasi quattro denominazioni diverse. Sono così differenti tra loro, per suoli, altitudini, microclimi, esposizioni, che si potrebbe davvero immaginare un futuro in cui siano riconosciuti come quattro Doc distinte.

Non siamo ancora pronti per questo, né lo è il mercato, ma la direzione è chiara: i versanti dell’Etna sono mondi diversi”.

La masterclass è proseguita con l’assaggio di 11 vini in degustazione, tutti alcuni degli Imperdibili della Guida edizione 2025. Per la loro descrizione vi rimandiamo alla stessa Guida.

 

  1. Doc Etna Bianco Superiore 2023 – Villagrande
  2. Doc Sicilia Il Bianco 2023 – Buscemi
  3. Doc Etna Bianco Superiore Contrada Praino Frontemare 2023 – Maugeri
  4. Doc Etna Bianco Superiore Imbris 2021 – I Custodi delle Vigne dell’Etna
  5. Mareneve 2022 – Federico Graziani
  6. Doc Etna Rosso Animantica 2022 – Animaetnea
  7. Doc Etna Rosso Rumex 2022 – Monteleone
  8. Contrada S 2022 – Passopisciaro
  9. Doc Etna Rosso Pietrarizzo 2021 – Tornatore
  10. Doc Etna Rosso Pignatuni Vecchie Vigne 2021 – Famiglia Statella
  11. Doc Etna Rosso Guardiola 2020 – Alta Mora-Cusumano