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Tenuta San Guido (Sassicaia) riapre il Rifugio Faunistico di Bolgheri: un nuovo capitolo per l’ambiente

28 Ottobre 2025
Scorcio del rifugio faunistico Padule di Bolgheri Scorcio del rifugio faunistico Padule di Bolgheri

L’area protetta fondata da Mario Incisa della Rocchetta si rinnova come laboratorio di coesistenza tra uomo e ambiente

È l’arrivo delle foglie d’autunno a riaprire la stagione al pubblico del Rifugio Faunistico Padule di Bolgheri. Tenuta San Guido restituisce così accesso a uno dei luoghi naturalistici più preziosi d’Italia, primo rifugio faunistico privato del Paese, istituito nel 1959 da Mario Incisa della Rocchetta. Un progetto pionieristico di tutela ambientale che oggi si rinnova con nuove modalità di visite pensate per promuovere una cultura del rispetto e della conoscenza della biodiversità.

Le escursioni, possibili da novembre ad aprile, sono riservate a piccoli gruppi di massimo quindici persone, sempre accompagnati da guide ambientali. L’obiettivo è offrire un’esperienza intima e rispettosa, capace di mettere in contatto diretto i visitatori con gli equilibri delicati degli ecosistemi del Padule. Le aperture, organizzate una domenica al mese per il pubblico e due venerdì al mese per fotografi e birdwatcher, si affiancano a percorsi dedicati a scuole e gruppi organizzati. I più piccoli, in particolare, saranno coinvolti in attività didattiche che alternano lezioni in aula e laboratori all’aperto, dove il gioco diventa strumento di scoperta.

Più che una tenuta, che si estende per 2.500 ettari sulla costa toscana, è un mosaico di ambienti e attività: vigneti, allevamento dei cavalli purosangue della Razza Dormello-Olgiata e la riserva naturale del Padule di Bolgheri, che ne rappresenta l’anima più selvaggia. Un’eredità che nasce dalla visione di Mario Incisa, cofondatore del WWF Italia, che decise di destinare parte della proprietà alla conservazione della fauna e della flora locale. “In principio fu Bolgheri, poi venne il WWF Italia”, amava ricordare Fulco Pratesi, sintetizzando lo spirito di un’idea che oggi torna più attuale che mai.

Il Rifugio si estende tra Donoratico e Cecina e confina con il celebre Viale dei Cipressi. Al suo interno convivono paludi d’acqua dolce, boschi planiziali, praterie, dune e pinete, habitat che ospitano oltre 250 specie di uccelli e numerosi mammiferi, rettili e anfibi. Dal 1977 è riconosciuto come Zona Umida di Importanza Internazionale dalla Convenzione di Ramsar e come area di protezione speciale dalla rete Natura 2000.

“Il Rifugio rappresenta la radice più profonda del legame tra Tenuta San Guido e l’ambiente che la circonda”, spiega Priscilla Incisa della Rocchetta. “Nasce dallo stesso principio che guida il nostro lavoro in vigna: osservazione, rispetto ed equilibrio. La biodiversità è la base viva della nostra identità.”

Oggi il Padule è un laboratorio di ricerca a cielo aperto, dove agricoltura e natura convivono in equilibrio. In collaborazione con il Centro Ornitologico Toscano e diversi esperti, la Tenuta porta avanti studi e monitoraggi su fauna, acqua e suolo, contribuendo alla conoscenza scientifica e alla tutela concreta degli habitat. Tra le azioni quotidiane: ripristino delle zone umide, manutenzione dei canali, installazione di nidi artificiali e pulizia dell’arenile, lasciando però legname e posidonia per contrastare l’erosione.

“Più un ambiente è ricco di specie e relazioni, più sarà capace di resistere e rigenerarsi,” spiega Matteo Tamburini, responsabile della gestione ambientale della Tenuta. “Con le nuove iniziative vogliamo offrire a tutti, soprattutto ai giovani, l’occasione di osservare la biodiversità da vicino e farne parte attiva.”

Un invito, dunque, a riscoprire un luogo dove la natura insegna e dove il lavoro dell’uomo diventa gesto di cura condivisa.