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L'intervista

Di ritorno da Vinexpo: “Meno frenesia, niente folle uguale più affari col vino”

17 Giugno 2015
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Silvana Ballotta (Business Strategies): Bordeaux si conferma una fiera di prestigio e di opportunità per le cantine


(Silvana Ballotta, Ceo di Business Strategies)

Un apparente profilo basso, ma in realtà una fiera di alto valore per il mondo del vino.

Descrive così VinExpo di Bordeaux Silvana Ballotta, Ceo di Business Strategies, presente alla fiera francese con il padiglione dell’Associazione Italiana Export.
“Dimentichiamoci quello a cui siamo abituati – dice la Ballotta -. Qui c’è una calma apparente, ma all’occhio attento e vigile, non sfuggiranno gli incontri, le lezioni sul vino improvvisate tra gli stand e la possibilità di incontrare tutti quelli che contano e che il vino lo fanno tranquillamente tra i corridoi Insomma quelli che devono esserci ci sono e VinExpo è davvero una fiera fra Paesi e realtà enologiche mondiali”.

E tutti sono d’accordo con le parole della Ballotta, ormai alla sua quinta edizione della fiera francese, “perché – dice – c’è un ritmo cadenzato in un certo modo, fatto apposta proprio per i tempi del vino”.

Anche gli eventi collaterali alla fiera, come tasting ed incontri, hanno avuto un low-profile che è piaciuto molto ai presenti, quasi da appuntamento privato, ma molto importante per chi il vino vuole presentarlo ai buyer e viceversa, dal punto di vista dei buyer, per chi vuole conoscerlo.
“Il vino ha bisogno di intimità – dice la Ballotta -. Ne ho parlato anche con Angelo Gaja che è sulla mia stessa lunghezza d’onda. Bisogna valorizzare gli artigiani del vino”.

L’Italia alla fiera francese è stata ben rappresentata da un nutrito gruppo di grandi cantine e di vini di nicchia, molto apprezzati dal pubblico presente.
L’associazione italiana export ha organizzato una serie di incontri concentrandosi soprattutto sul mercato americano e cinese: “Abbiamo organizzato delle degustazioni sempre esaurite con maestri d’eccezione, come Francesco Ye per il mercato cinese e Tom Hyland per quello americano”.

La crisi, però, ha colpito anche Bordeaux: “Nonostante qui i francesi dicono che sono i migliori a fare il vino e vanno avanti lo stesso – conclude la Ballotta – c’è una percezione di qualcosa caduta al ribasso. Bordeaux non ostenta il lusso che metteva in mostra fino a tre anni fa. E si notano tanti negozi con la saracinesca abbassati perché hanno chiuso”.

G.V.