In Italia la stagione di pesca del tonno rosso è cominciata da poco ma già mostra segnali di una complessità che va ben oltre il mare. Da una parte, una disponibilità di tonno che sembra non avere precedenti, dall’altra, un sistema di regole, prezzi e controlli che lascia scontenti pescatori e operatori del settore.
“Se il sistema non cambia, i problemi si ripeteranno”, dice Antonio Lo Coco, proprietario di Blue Ocean che si occupa in Sicilia della selezione e distribuzione di pesce. “Le quote di pesca sono state introdotte oltre vent’anni fa con l’obiettivo, allora urgente , di salvare il tonno rosso da un destino di estinzione. Una politica restrittiva che ha funzionato: oggi il tonno è tornato, e in abbondanza. Ma proprio questa abbondanza rischia di creare nuovi squilibri. Il tonno è un predatore e si nutre di pesci piccoli. Se diventa troppo numeroso, mette in pericolo altre specie”.
Il sistema attuale prevede, come vi abbiamo raccontato lo scorso anno, diverse tipologie di quote: tra queste una quota principale per le grandi imbarcazioni autorizzate, una quota accidentale per chi cattura tonno non intenzionalmente e, infine, una quota “sperimentale” di 2.500 chili per barche sotto i 12 metri. Proprio su quest’ultima si concentrano le maggiori criticità: “Queste barche non sono idonee alla pesca del tonno, ma alimentano un mercato parallelo e opaco. In certi casi diventano la copertura perfetta per operazioni irregolari. Con il risultato che, mentre il pescato abbonda, i prezzi crollano: si è passati da 13-16 euro al chilo a poco più di 5 euro, anche per tonno certificato”.
Per dare dei numeri, secondo il decreto ministeriale sulla campagna 2024 all’Italia è stato assegnato un contingente complessivo di 5.440,04 tonnellate suddivise tra le diverse tipologie di pesca: circuizione, palangaro, tonnara fissa, pesca sportiva, piccola pesca costiera, feluche e quote residue. Il 31 luglio 2024 il settore sportivo aveva già raggiunto il 90% della sua quota annuale (circa 22,665 tonnellate). Tutta la pesca rientra nel contingente nazionale e solo una parte viene consumata in Italia. Il resto, spesso trasportato vivo o affinato, viene esportato soprattutto verso il mercato orientale.
Anche a Cetara, storica patria della pesca in Campania, il tema è caldo. Roberto Della Monica, sindaco del borgo e proprietario di 15 delle 21 barche autorizzate alla pesca in Italia, guarda proprio alla questione prezzi. “L’anno scorso i prezzi erano drammatici. Quest’anno abbiamo lavorato per stringere contratti intorno ai 7 euro, ma serve di più. Stanno nascendo farm italiane per la lavorazione del tonno, e alcuni pescatori provano a diventare anche commercianti. La sfida è chiudere la filiera in Italia, costruendo valore attorno al nostro tonno”.
Nonostante ciò, un segnale di controtendenza è stato il ritorno del tonno rosso a Slow Fish a Genova in cui è stato raccontato quello proveniente dalla Sardegna, dalla penisola del Sulcis, dove si pratica una pesca selettiva e controllata.
Il ministero dell’Agricoltura, intanto, ha introdotto una nuova misura per rafforzare i controlli. Dal 26 maggio è obbligatorio apporre un sigillo di garanzia su ogni esemplare di tonno rosso sbarcato nei porti italiani, a partire dalla Sicilia. Il sigillo, rilasciato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, garantirà l’origine del prodotto e ne permetterà il tracciamento in ogni fase della commercializzazione. “Con questa misura – ha dichiarato il ministro Francesco Lollobrigida – compiamo un passo avanti nella lotta alla pesca illegale. Ogni tonno sarà identificabile, sicuro e certificato”.

Il sigillo di garanzia da apporre sul tonno rosso appena pescato
Ma per chi è in mare, le regole non bastano se non accompagnate da una visione d’insieme. “Serve – dice Lo Coco – una vera analisi dello stato della specie. Forse è il momento di sospendere temporaneamente le quote e studiare meglio gli stock. Altrimenti continueremo a navigare a vista”.
Ed è proprio sulla questione delle quote che si concentra il sindaco di Cetara: “A settembre organizzerò un convegno a livello mondiale con stakeholder per preparare un documento da consegnare alla Commissione Europea. Quest’anno si stabiliranno le quote per i prossimi tre anni. Faremo dunque una riunione preparatoria”.