L’evento riguardava il lancio, in Italia, da parte di Rinaldi 1957, di Santa Ana Pomelo Gin ma, era prevedibile che si sarebbe parlato molto delle nuove abitudini di consumo che stanno rivoluzionando il modo di intendere i cocktail. D’altronde, lo storico importatore e distributore bolognese di spirits e vini (con 130 marchi in catalogo), organizzando l’evento “Milano incontra Manila con Santa Ana Pomelo”, che si è svolto nel chiostro colonnato del signorile Hotel Indigo Milano (albergo che occupa un prestigioso palazzo di inizio Ottocento), aveva creato i presupposti per andare oltre la presentazione del nuovo distillato espressione vibrante di 16 botaniche pregiate nonché una celebrazione degli agrumi tropicali e mediterranei con al centro il pomelo, visto che aveva scelto di svolgere un talk dal titolo “Shake the Trend: Mixology e Low Alcol, Visioni a Confronto”, con la partecipazione di professionisti del settore come Paolo Antonini (Account Director di Circana), Paolo Porcelli (AFH Principal Consultant di TradeLab), il bartender Corey Squarzoni (Ugo Cocktail Bar di Milano), Paolo Vercellis (Brand Ambassador di Rinaldi 1957), Valentina Ursic (Direttore Marketing di Rinaldi 1957) e il giornalista Matteo Cioffi, che poi ha guidato la discussione tra dati di mercato, nuove abitudini di consumo e riflessioni sul futuro della mixology per analizzare come il desiderio di esperienze gustative raffinate, ma più leggere e consapevoli, stia rivoluzionando il modo di intendere il bere miscelato tant’è che la mixology ha subito risposto con drink a bassa gradazione alcolica ma ad alto impatto sensoriale.
Dal talk è emerso che “il gin si è confermato, anche nel 2024, tra i maggiori contributori della crescita del comparto spirits sia nei consumi in casa sia in quelli fuori casa (+6.4% contro 0.7% dell’intero comparto spirits) – ha detto Antolini -. Anche se è ancora presto per avere una panoramica dell’andamento del 2025, i volumi registrati da Circana ci raccontano di un settore spirits in difficoltà (-2% circa) ma, parallelamente, il consumo di gin continua a crescere e a contribuire positivamente (+5% circa)”.
Contestualmente, “il mondo della mixology è in continua evoluzione e, pur essendo il 65% delle consumazioni concentrato su 5 cocktail, si nota che le scelte dei consumatori si stanno spostando verso
proposte a più basso contenuto alcolico dove il 70% dei cocktail consumati nel 2024 sono
“long drink” e una consumazione su 5 ha il gin come ingrediente”, ha evidenziato Porcelli.
E Squarzoni, facendo riferimento alla propria attività all’Ugo Cocktail Bar ha detto che “abbiamo osservato un cambiamento significativo nelle abitudini di consumo all’interno del nostro locale, con un interesse crescente verso i drink low alcol. È una tendenza che si inserisce in un contesto più ampio, dove sempre più persone scelgono uno stile di vita più equilibrato e consapevole, senza per questo rinunciare al piacere del buon bere. In questo frangente, esistono oggi due tipi di clienti: chi ha già familiarità con il tema e chiede direttamente al mixologist cocktail a bassa gradazione; chi, invece, si avvicina con maggiore cautela, magari perché non conosce ancora bene le possibilità offerte dal mondo low alcol o teme che si tratti di un’esperienza meno appagante”.
Però, ha detto Valentina Ursic “non vediamo questo periodo come una crisi per il mondo degli spirits, ma come una grande opportunità di evoluzione. A noi di Rinaldi 1957 piace parlare di WellSpirit, una filosofia che coniuga edonismo consapevole e benessere soft, offrendo esperienze di consumo più equilibrate e autentiche. Non vediamo nel futuro un’inclinazione alla rinuncia, ma, piuttosto, alla ricerca dell’armonia tra piacere e salute. Riprogettando i cocktail con creatività, partendo da distillati premium e valorizzando ingredienti naturali, locali e privi di zuccheri o coloranti artificiali, è possibile dare ai clienti
più attenti un’ottima alternativa ai drink ai quali siamo tradizionalmente abituati”.
E, quindi, Santa Ana Pomelo Gin, ottenuto dalla distillazione del pomelo filippino che è un frutto apprezzato per la sua polpa rosa dal gusto dolce e delicato e viene esaltato dall’acidità e dalla freschezza del calamansi, un lime filippino piuttosto pungente, e dall’arancia dalandan più le classiche botaniche del gin – distillate sottovuoto nella regione francese della Charente – con il suo profilo rinfrescante dominato dagli agrumi, è la risposta giusta in questo fermento che anima la mixology non solo italiana. Tant’è che in occasione dell’evento “Milano incontra Manila con Santa Ana Pomelo”, la freschezza e la
raffinata fusione dei pregiati agrumi filippini hanno permesso a Mattia Schiaretti e Luca Redolfini, bartender del parmense Choice Cocktail Bar, di dare libero sfogo alla fantasia e giocare con profumi, contrasti e accostamenti azzardati per creare drink low alcol che, grazie alla struttura degli ingredienti utilizzati, non hanno nulla da invidiare a un classico gin tonic. Per esempio, se a 19ml Santa Ana Pomelo si aggiungono 0,5ml di liquore al chinotto e 15ml di vino di mela e pera acidificato, nasce “Lost Around” un drink avvolgente e deciso, che stempera la freschezza agrumata del gin. Se invece si vogliono ritrovare nel bicchiere proprio le note acide degli agrumi, la scelta perfetta è 19ml di Santa Ana Pomelo, 0,5ml di liquore alle mele e lime, kiwi, sedano chiarificati con kefir.
Rinaldi 1957
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