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Eventi e iniziative

Seul prima, poi Tokyo: parte dall’Oriente il Vinitaly 2024

15 Gennaio 2024
Foto di gruppo di rito alla preview del Vinitaly 2024 Foto di gruppo di rito alla preview del Vinitaly 2024

È l’Estremo Oriente la prima destinazione di Vinitaly Preview 2024, il programma di promozione internazionale della manifestazione di bandiera del vino made in Italy che, a partire da oggi, sbarca prima a Seul e poi a Tokyo (oggi, ndr) per incontrare oltre 100 operatori e professionisti del settore. I due appuntamenti rappresentano le tappe di ripartenza della staffetta in 10 mercati strategici della domanda di vino italiano all’estero partita ad ottobre 2023, una maratona internazionale che quest’anno, dopo Corea del Sud e Giappone, volerà in Svezia, Austria, Regno Unito e Belgio. Queste iniziative si inseriscono nel più ampio piano di internazionalizzazione di Vinitaly, che prevede rassegne e roadshow per un totale di 19 eventi in 14 Paesi.

A incontrare gli operatori specializzati nella capitale coreana assieme al presidente di Veronafiere Federico Bricolo saranno l’Ambasciatrice d’Italia a Seoul, Emilia Gatto, e Ferdinando Gueli, direttore Ice Seoul. Da oggi il presidente si sposterà a Tokyo, dove accoglierà gli stakeholder giapponesi con il presidente di Ice Matteo Zoppas, Gianluigi Benedetti, Ambasciatore d’Italia in Giappone, Anna Iele, esperta agricola della Sezione per le Politiche Agroalimentari dell’Ambasciata, e il direttore dell’Ufficio Ice di Tokyo, Gianpaolo Bruno. “Ripartiamo con il format che negli ultimi anni ci ha consentito di intercettare operatori, stakeholder e professionisti stranieri altamente qualificati – commenta Federico Bricolo, presidente di Veronafiere –, in un’area geografica molto interessante per il vino italiano ma dove soffriamo ancora troppo il confronto con i competitor francesi”. Tra le maggiori potenze economiche dell’Asia, la Corea del Sud è infatti una piazza di approdo sempre più strategica, in particolare per le produzioni di qualità di tutte le tipologie enologiche. Le importazioni di vino (favorite da un rilevante aumento del reddito pro-capite) sono più che raddoppiate tra il 2019 e il 2022, periodo in cui i vini italiani hanno registrato un balzo del +131%, solo in parte ridimensionato dal difficile contesto congiunturale dell’ultimo anno. Qui l’Italia rappresenta solo il terzo fornitore, con una quota di mercato (15%) dimezzata rispetto alla Francia. Un dominio che si riscontra anche in Giappone, dove quasi 6 bottiglie importate su 10 sono francesi e dove le etichette made in Italy conquistano solo la medaglia d’argento con il 12% del mercato. Ciononostante, con importazioni per oltre 200 milioni di euro l’anno, il Giappone è storicamente il principale partner del vino italiano in Asia. Le vendite nel Paese sono sempre più orientate verso prodotti di qualità, e oltre l’80% delle importazioni è rappresentato da vini Dop e Igp (dati Osservatorio Uiv-Vinitaly).