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Eventi e iniziative

Masterclass, assaggi e talk: a Bologna torna Slow Wine Fair

20 Febbraio 2024
Masterclass durante l’ultima edizione di Slow Wine Fair a Bologna Masterclass durante l’ultima edizione di Slow Wine Fair a Bologna

Slow Wine Fair supera Slow Wine Fair: la fiera dei vini di Bologna, orchestrata per la terza volta da Slow Food, sarà più ricca, articolata e internazionale che mai. Si terrà dal 25 al 27 febbraio presso i padiglioni di BolognaFiere: oltre al gremito banco d’assaggio, ci saranno 16 Masterclass, conferenze e presentazioni  allo Spazio Reale Mutua, nella Demeter Arena e in Casa Slow Food, oltre a iniziative promosse da diverse istituzioni territoriali, per un totale di oltre 70 eventi. 

La crescita è netta su tutti i fronti: gli espositori saranno un migliaio, quasi il 50% in più dell’anno scorso, tutti custodi del loro paesaggio; i vini oltre 5000, con un’importante partecipazione straniera grazie a cantine provenienti da 27 paesi e da ogni continente: Francia, Austria, Spagna, Germania, ma anche Messico, Azerbaigian e Giappone. 200 buyer, in gran parte nordeuropei, si sono già registrati, anche grazie al servizio di matching della piattaforma B2Match. 

Mentre ancora trillano le sirene d’emergenza di Report, il tema non poteva che essere il vino buono, pulito e giusto. Insomma sostenibile sotto il profilo ambientale, umano ed economico. «La Slow Wine Fair persegue un obiettivo importante e ambizioso: cambiare l’approccio all’agricoltura attraverso la produzione di vino”, ha affermato Giancarlo Gariglio, curatore della guida Slow Wine e coordinatore della Slow Wine Coalition durante la conferenza stampa di presentazione. “Un suolo sano costituisce, infatti, la base essenziale dell’economia, della società e dell’ambiente, in quanto produce alimenti, accresce la nostra resilienza ai cambiamenti climatici e favorisce il benessere collettivo”.

 

A distinguere questa fiera, infatti, è la rigorosa selezione dei partecipanti, con l’esclusione delle aziende che utilizzino diserbanti, glifosato e prodotti di sintesi in generale. Ci saranno le cantine già presenti in guida, più quelle selezionate negli assaggi, che hanno lasciato fuori una cinquantina di aspiranti. Di fatto più della metà degli espositori lavora in biologico o in biodinamico, secondo un trend di crescita che per fortuna è generale: si stima che oggi siano in biologico il 19% dei vigneti e oltre la metà del Chianti Classico, segnando un + 145% su dieci anni. Rivolgimento che può aiutare a contrastare efficacemente il climate change, dato che un suolo sano, come ha ricordato Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio, aiuta ad assorbire acqua e CO2 in caso di eventi estremi. La biodiversità, fondamentale per il buon bere, può essere la chiave per la resilienza e proprio il vino può fungere da laboratorio dove studiare soluzioni per l’intero comparto agricolo. “Abbiamo organizzato un evento dedicato alla viticoltura bio come metodo di produzione per affrontare gli impatti climatici. Vi presenteremo esempi concreti di monitoraggio della biodiversità e della qualità dei suoli. Tali esempi permettono di progettare una strategia agronomica per creare un ‘sistema vigneto’ in grado di rispondere agli shock climatici utilizzando gli elementi di criticità. Ciò consente di adottare soluzioni innovative basate sull’agroecologia, capaci di accrescere la resilienza delle piante nel loro ambiente».

 

Davide Frascari, Presidente dell’Enoteca Regionale Emilia-Romagna, ha sottolineato l’importante rappresentanza regionale, grazie a 71 cantine, e illustrato tre masterclass dedicate alla rifermentazione del Lambrusco, ai vigneti storici, censiti dalla regione, e alla novità del Modigliana Bianco. Mentre Edoardo Schiazza, Fondatore dell’Amaroteca e Presidente dell’Associazione Nazionale Amari d’Italia, si è concentrato su una bevanda identitaria, che va tuttavia liberata dal cliché del fine pasto per un consumo libero e diversificato. La Fiera dell’Amaro d’Italia, alla sua quarta edizione assoluta, per la seconda volta all’interno di Slow Wine Fair, proporrà anch’essa tre masterclass dedicate a prodotti particolari. Ventitré gli espositori selezionati dell’Amaroteca; ma ci sarà anche lo Slow Bar per la degustazione di distillati. Spazio infine a una selezione di produttori di soluzioni tecnologiche avanzate, impianti, attrezzature e servizi connessi alla filiera del vino, veri partner della sostenibilità.

Last but not least, il Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow, nato dalla collaborazione con la Milano Wine Week, assegnato da appassionati e professionisti a enoteche, ristoranti, osterie, bistrot, pizzerie che valorizzino i vini di una delle categorie territoriali o tematiche in concorso. Sono oltre 500 le realtà candidate dagli appassionati per le 12 categorie protagoniste dell’edizione. In attesa della sala food, prevista per il prossimo anno, chi nel frattempo vorrà sgranocchiare qualcosa dovrà “accontentarsi” degli 11 foodtruck selezionati da Slow Food e parcheggiati in un padiglione apposito. Né mancherà una masterclass sulla piadina.