La maison Champagne Fleury è un’icona del mondo dello Champagne meridionale, situata a Courteron, 45 chilometri a sud di Troyes. È celebre per il suo approccio biodinamico, adottato fin dal 1989 e per l’eleganza che caratterizza ogni sua bottiglia. La storia della maison affonda le radici nel 1895, quando fu fondata da Robert Fleury. Oggi è guidata dalla quarta generazione della famiglia, rappresentata dai fratelli Morgane, Jean-Sébastien e Benoît Fleury. Morgane si occupa della comunicazione e delle vendite, Jean-Sébastien della gestione dei vigneti e Benoît della vinificazione. Situata nella Côte des Bar, una zona che fa parte del dipartimento dell’Aube, Champagne Fleury si trova in un’area caratterizzata da suoli antichissimi risalenti al periodo Kimmeridgiano. Qui, i vigneti si estendono su pendii argilloso-calcarei modellati dai primi affluenti della Senna. La filosofia della maison è profondamente legata ai ritmi della natura, con fermentazioni spontanee e un’attenzione maniacale alla gestione della vigna e alla lavorazione in cantina, sempre nel pieno rispetto dei principi biodinamici. I vigneti della famiglia Fleury sono coltivati prevalentemente a Pinot Nero, che rappresenta l’85% della superficie, mentre il restante 15% è suddiviso tra Chardonnay, Pinot Grigio e Pinot Bianco. Le vigne, che coprono circa 15 ettari, sono coltivate seguendo rigorosi principi biodinamici, una pratica che riflette la passione di Robert Fleury per l’astronomia e i movimenti del cosmo. Questa superficie relativamente contenuta consente alla maison di mantenere un controllo scrupoloso sulla qualità delle uve e di preservare un approccio artigianale alla produzione. La filosofia della famiglia si concentra sulla qualità piuttosto che sulla quantità, puntando su un modello produttivo sostenibile e rispettoso dell’ambiente.
Quattro le etichette di Champagne in degustazione che raccontano l’espressività di questa maison, raccontate da Madame Morgane Fleury, in compagnia della giornalista Titti Casiello e di Filippo Fiorito. Si inizia con il loro Blanc de Noir extra brut, un Pinot Noir in purezza, con un dosaggio di 4 grammi simbolo dell’identità della maison. Uno champagne frutto per questo millesimo di un 45% dell’annata 2019 e completo con la restante percentuale dal vino di riserva perpetua realizzata dal 2016. Nella produzione di uno champagne biodinamico va detto che c’è un lavoro umano moto importante. Nel calice troviamo uno champagne roccioso, ricco di carattere e personalità; molto identitario del domaine e al contempo lineare nella bevuta, con note di frutti rossi maturi, arricchite da sottili sfumature speziate.
Segue il Fleur de l’Europe. Stavolta ci troviamo davanti ad uno champagne non millesimato e con un dosaggio pari a zero, Un blend di 85% Pinot Noir e 15% Chardonnay. Questo champagne è raffinato e complesso allo stesso tempo, con note di fiori bianchi, agrumi e mandorle tostate.
Si continua con il Sonate 2013, prodotto solo in acciaio, nato nel 2009 in solo tremila bottiglie prodotta come cuvée senza aggiunta di solfiti e che vede in questo millesimo il 92% di Pinot Nero a cui si aggiunge un 8% di Pinot Blanc, una scelta che va gestita in base all’andamento vendemmiale di questa delicata varietà. Uno champagne che divide, con il suo profilo olfattivo ampio, con note di mela cotogna in evidenza. Il sorso richiama il frutto polposo e leggermente dolce-acidulo, di buona ampiezza e freschezza.
Si chiude con una selezione speciale, lo champagne Robert Fleury nel millesimo 2013, uno champagne che vuole rendere omaggio al nonno che nel 1929 aveva realizzato la prima bottiglia di Champagne. Nel calice troviamo una perfetta sintesi tra il passato e la contemporaneità, anche qui con una presenza di solfiti quasi pari allo zero, composto dal 45% di Pinot Nero, 22% Chardonnay, 20% di Pinot Grigio e 9% di Pinot Bianco. Anche questo prodotto solo in specifiche annate, precedente a questa la 2008, per capire la peculiarità di questo champagne. Una cuvée fermentata interamente in legno, che dona carattere e complessità a questo champagne. Nel calice troviamo un vino marino, che accarezza il palato come un’onda del mare sulla pelle, che lascia quella traccia iodata, a cui si uniscono note di zenzero e di scorza di mandarino; sottile nell’ingresso al palato e molto diretto sul finale di bocca.