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Il caso

In Germania crollano i consumi di birra. Ed è allarme. Lorenzo Dabove (Kuaska): “Cambiano gli stili di vita, opportunità per le aziende artigianali”

15 Luglio 2025
Kuaska: Lorenzo Dabove Kuaska: Lorenzo Dabove

Nel mondo birrario non si parla d’altro. Da quando, qualche giorno fa, il Corriere della Sera ha pubblicato la notizia del crollo del consumo di birra in Germania, la questione è diventata oggetto di analisi tra esperti e appassionati bevitori. Eppure la questione riportata dal Corriere non è così sorprendente per gli addetti ai lavori. Meno che mai per Lorenzo Dabove, da tutti noto come Kuaska, il più grande esperto italiano di birre, con il quale abbiamo commentato la notizia.

“Questo dato sorprende tutti meno che gli addetti ai lavori – dice -. C’erano già state delle avvisaglie negli Stati Uniti dove hanno chiuso molti birrifici e che ci sia una crisi nel mondo birrario, purtroppo, è una tendenza risaputa e si vede bene in tutta Europa, non solo in Germania”.

Un calo nei consumi lento e progressivo, come riporta il Corriere della Sera, che parla di una diminuzione, nel paese tedesco patria della birra, del 6,8% nei primi cinque mesi del 2025. Un dato che, dice il Corriere, “è l’accelerazione di un trend decennale: nel 2013 i tedeschi bevevano in media 107 litri di birra a testa all’anno. Nel 2023 solo 88. «L’anno scorso in Germania è stato venduto il 15,1% di birra in meno rispetto al 2014» scrive Deutsche Welle>. Neppure gli Europei di calcio 2024 – sui cui fan gli operatori del settore speravano per aumentare i consumi – hanno interrotto la tendenza.

“Andando in giro per il mondo a visitare birrifici o fare il giudice di competizioni – continua Kuaska – negli ultimi anni mi è capitato sempre più spesso di trovare in vendita anche bevande alternative alla birra come ad esempio l’hard seltzer (una bevanda alcolica frizzante, a basso contenuto calorico, con aromi di frutta, nata negli Stati Unitindr) o la più conosciuta kombucha e molto birrifici mi hanno confessato di fare metà incasso con queste bevande. Questo genere di prodotti alternativi piacciono perlopiù ai giovani che hanno coscienza rispetto al consumo di alcol. Di questa crisi in Germania ho parlato anche con amici tedeschi grandi esperti di birra e le cose sono un po’ meno drammatiche di come vengono prospettate. È vero, hanno chiuso una decina di birrifici, ma la cultura del biergarten, del luogo in cui si va a bere e mangiare, resiste ancora. Ma si beve meno. Per fronteggiare questo calo, anche in Franconia, che è il luogo della Germania in cui si consuma più birra, si stanno attrezzando con la vendita di radler (che sarebbe l’equivalente di birra e gazzosa) o di birre analcoliche”. 

Su quali siano le ragioni di questo calo si interroga naturalmente il Corriere nazionale che più che ad una crisi culturaleattribuisce la diminuzione del consumo di birra in Germania ad una nuova consapevolezza sui rischi dell’alcol per la salute. “Non c’è dubbio che i giovani siano più sensibili al problema e sono meno inclini a bere alcol – spiega Kuaska – o amano anche altro genere di bevute come i cocktail. Ma c’è un altro aspetto da non sottovalutare che è l’aumento dei costi dovuto all’aumento del costo dell’energia e della vita in generale. Bisogna considerare che l’aumento del costo della birra in Germania, per la diffusione e il valore culturale che ha, potrebbe essere paragonato all’aumento del costo di pane o latte in ItaliaLa conseguenza è che se ne consuma di meno”.

Il quotidiano Die Welt scrive che nei primi cinque mesi del 2025 il mercato tedesco ha perso 2,3 milioni di ettolitri, pari a quasi il sette per cento, rispetto al già debole stesso periodo dell’anno scorso. “È una tendenza che continuerà – dice Kuaska – ma che si dovrebbe trovare il modo di rallentare dando il giusto valore culturale alla birra e facendo capire l’importanza delle produzioni artigianali. Diminuire i consumi, in qualche modo, fa diminuire l’appartenenza e questa tendenza potrebbe portare ad una crisi economica forte. Qualcuno sta già lavorando con le birre low o zero alcol. Alcune di queste birre hanno un loro stile, hanno carattere e certamente danno la possibilità di bere anche a quanti desiderano una birra decente senza consumare alcol, quindi non vanno demonizzate. L’importante – conclude – è che non sostituiscano del tutto le birre artigianali”.