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Il caso

Tutto sugli spaghetti nella rivista del Touring Club. Ma giù le mani dalle origini siciliane

01 Giugno 2025
La copertina dell’ultimo numero di Mappe, il progetto editoriale del Touring Club italiano La copertina dell’ultimo numero di Mappe, il progetto editoriale del Touring Club italiano

In un articolo della scrittrice Andrea Marcolongo si legge che le origini della pasta sarebbero da attribuire alla città di Napoli. Noi abbiamo qualcosa da ridire...

È interamente dedicato agli spaghetti l’ultimo numero di Mappe, il bel progetto editoriale del Touring Club italiano che pubblica, con cadenza trimestrale, riviste monografiche con reportage, racconti, storie su un tema sempre diverso.  

Attraverso il formato di pasta che più ci rappresenta nel mondo, Mappe racconta l’universo della pasta dal punto di vista di contadini, chef, ingredienti, preparazioni, falsi miti e verità storiche. Un numero ricco e interessante, non c’è dubbio. Eppure… ci siamo in qualche modo sentiti chiamati in causa leggendo in uno dei primi articoli, quello della giornalista e scrittrice Andrea Marcolongo, che sì “il concetto di pasta essiccata, introdotto dagli arabi nella stessa Sicilia, si diffuse rapidamente in Italia, dando origine a diverse varietà (di pasta, ndr). Ma poi Marcolongo continua, affermando che “grazie al clima favorevole per l’essiccazione naturale, fu Napoli a diventare la capitale della pasta (primato che ricopre ancora oggi)”. 

A questo punto è necessario ricordare che in Sicilia occidentale le prime tracce di pasta risalgono all’anno Mille ad opera degli Arabi che la dominavano. Molti storici, tra cui il geografo arabo Al Idrisi, concordano nell’individuare in un piccolo paese del palermitano l’origine degli spaghetti. Si tratta di Trabia, in provincia di Palermo, appunto, primo paese a produrre questo alimento con acqua e farina e primo luogo nel quale sono nati i pastifici da esportazione di questo prodotto. 

“A Ponente di Termini vi è l’abitato di Trabia, sito incantevole, ricco di acque perenni e mulini, con una bella pianura e vasti poderi nei quali si fabbrica pasta in tale quantità da approvvigionare, oltre ai paesi della Calabria, i territori musulmani e cristiani, dove se ne spediscono consistenti carichi”, scrive Idrisi nel suo libro.

Inoltre, come evidenziano dall’Accademia Siciliana della Pasta, “Questo passo dimostra che la Sicilia normanna (1061-1198 d.C.) continuava a occupare, anche dopo la dominazione araba, una posizione centrale nella fabbricazione della pasta essiccata, riuscendo così a valorizzare la sua grande produzione di grano duro che ne costituiva la materia prima indispensabile. Pare, infatti, che siano stati i musulmani a creare, nei primi anni del X secolo, proprio a Trabia, il primo impianto per la produzione di “ytria” ovvero gli spaghetti, che in dialetto siciliano sono chiamati ancora oggi “tria””.

Dunque, la storia parla chiaro. Il primato di capitale della pasta riteniamo sia tutto siciliano, con secoli di storia a documentarlo. Anche quello della pasta essiccata, con buona pace di Andrea Marcolongo.