Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La degustazione

I bianchi dell’Etna e il Greco di Tufo: due territori così diversi e dai vini interessanti

25 Aprile 2016
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di Francesca Landolina

I grandi bianchi di Etna e Greco di Tufo, la prima degustazione di Taste Etna, evento di Cronache di Gusto per celebrare le eccellenze del territorio etneo inizia con le parole del direttore di Cronache di Gusto, Fabrizio Carrera.

“Taste Etna è un evento che comprende tutto ciò che è il cibo etneo oltre il vino, ma abbiamo voluto ritagliare, all’interno della manifestazione, un piccolo spazio per degustare i vini dell'Etna accostandoli ad altri grandi vini italiani, piacevoli e irripetibili proprio come i bianchi Greco di Tufo. Del resto, per raccontare le origini del vino, andando a ritroso fino ai tempi del mito che narra di Polifemo, non si può non partire proprio dall'Etna in Sicilia”.
 


 

La degustazione è stata condotta da Federico Latteri di Cronache di Gusto. Si comincia raccontando il territorio del Greco di Tufo, una delle tre Docg irpine, la più piccola come estensione, ma anche la più produttiva. Nella denominazione la superficie vitata è poco più di 800 ettari, distribuita nel territorio di 8 comuni e le bottiglie prodotte circa 5 milioni. Le aziende iscritte al consorzio di Tutela dei vini d’Irpinia sono circa 300. Un'area con vigneti su pendii ripidi che declinano in colline sinuose. I terreni sono argilloso-calcarei di origine vulcanica, ricchissimi di zolfo. Quest’ultimo ha costituito un’importante risorsa per gli abitanti del luogo fino all’inizio degli anni ’80, quando si esaurirono le miniere Di Marzo. Il vino ha una buona freschezza con note sulfuree tipiche del territorio e una notevole struttura. Passando all'Etna similitudini si trovano nella parcellizzazione delle aree di produzione da cui vengono fuori esigui quantitativi delle varie etichette. Siamo in questo caso in un territorio unico al mondo con un vulcano ancora attivo e con una trama intessuta da diverse colate laviche. Cangiante da un versante all'altro, tra le varie altitudini. La parte Est è la più vocata per la produzione dei bianchi, in particolare il comune di Milo, l’unica area in cui alla denominazione “Etna bianco” si aggiunge la menzione “Superiore”.
 


 

Oggi gli ettari iscritti alla Doc sono 771, le aziende che fanno il prodotto finito circa 130 e le bottiglie immesse in commercio 2 milioni e 400 mila, di cui l'80 per cento di vino rosso e il 20 per cento di bianco. Una produzione ancora più piccola rispetto a quella del Greco di Tufo. Ottimo il livello dei vini assaggiati che rappresentano fedelmente i terroir e le potenzialità di due aree di pregio per la produzione di bianchi in Italia.

 

Di seguito i vini in ordine di degustazione con alcune note descrittive di Federico Latteri  

 

Franciscus Greco di Tufo 2014 Cantine Di Marzo

Produttore legato alla storia di questi luoghi, sia per l’attività mineraria, essendo state le miniere Di Marzo il polo più importante per l’estrazione di zolfo, sia per la viticoltura poiché secondo fonti storiche fu Scipione Di Marzo a portare qui il Greco nel 1647. Il Franciscus è ottenuto dalla selezione delle migliori uve coltivate nei vigneti dell’azienda. Colore paglierino deciso. Al naso sentori erbacei di macchia mediterranea, frutta e note minerali. In bocca è presente una vena acida importante con una scia salina notevole. Sorso lineare.

 

Vigna Cicogna Greco di Tufo 2014 Benito Ferrara

Un grande classico. Vigneti coltivati nella piccola frazione San Paolo di Tufo. Colore giallo paglierino intenso. Al naso importante nota sulfurea, pera, agrumi, ginestra e sentori di frutta secca.  In bocca strutturato ed elegante, notevole la spalla acido-sapida, ottima la complessità.

 

Etna Bianco 2015 Tornatore

Azienda del versante nord a Castiglione di Sicilia, con una estensione di vigneto di oltre 60 ettari. Ha un colore giallo paglierino intenso, ancora giovane, con un ottimo corpo e una freschezza evidente. Già buono, crescerà con il tempo.

 

Villagrande Etna Bianco Superiore 2014 Barone di Villagrande

Azienda storica, in attività dal 1727, che ha intrapreso un nuovo percorso di crescita qualitativa sul territorio che, piccola curiosità, è il più piovoso della Sicilia. Un vino da contrada, Villagrande, ancora in affinamento, si tratta di un campione di botte. E’ evidente l’uso sapiente e attento del legno. Un prodotto incisivo, dalla notevole complessità, territorialità e persistenza.

 

A Puddara Etna Bianco 2014 Tenuta di Fessina

Azienda del versante nord, sita a Rovittello. Il vino provine da una vigna a 900 metri di altezza sul livello del mare nel comune di Santa Maria di Licodia, nel versante meridionale del vulcano. Ancora non in commercio. Al naso note rocciose e sentori di macchia mediterranea. Un vino verticale, dalla scia decisa, freschissimo, persistente, ancora in fase di grande giovinezza. Ha bisogno di tempo per esprimersi, ma già trasmette il suo carattere, netto e molto ben delineato.

 

Tornante Greco di Tufo 2014 Vadiaperti

Ci spostiamo in vigneti nel comune di Montefusco con terreni fatti di argille dure, molto difficili da lavorare. Frutta gialla, fieno, erbe aromatiche e polvere da sparo al naso. In bocca ottima struttura, ricchezza, il vino si allarga al palato mostrando grande persistenza. Buona sapidità.

 

Selvetelle Greco di Tufo 2014 Centrella

Proviene da vigne coltivate a tendone avellinese nel comune di Torrioni. E’ l’unico vino prodotto dalla cantina. Carlo Centrella è stato definito “l’artigiano del Greco”. Produce un vino schietto, di grande carattere, senza compromessi. Viene ricercata l’espressione più naturale e territoriale possibile. Colore dorato, intenso e luminoso. Il naso sembra portarci nella macchia mediterranea, poi nei frutteti collinari ed infine sulle miniere di zolfo. In bocca si apprezza un gusto d’altri tempi con l’acidità e la sapidità che danno equilibrio ad una struttura importante.

 

Torrefavale Greco di Tufo 2014 Cantine dell'Angelo

Il vigneto si trova su un cocuzzolo sopra le vecchie miniere di zolfo Di Marzo. Naso complesso con aromi marcati, intensi, tra cui spiccano sentori agrumati, note mielate e la componente sulfurea. In bocca presenta un vena acida importante, una prorompente scia salina che si dispiega in un finale lunghissimo. Consistenza, natura e territorio sono i termini con cui si può descrivere questo vino, da provare assolutamente per capire diversi aspetti della tipologia. Crescerà con il tempo.

 

Raone Greco di Tufo 2014 Torricino

Nasce da una super selezione di 60 micro aree nel vigneto di Santo Stefano nel comune di Tufo. Le uve sono vendemmiate tardivamente. Ancora giovane, presenta un naso non intensissimo, ma di buona complessità con sentori sulfurei, frutta matura, note agrumate. Al palato ha una grande spalla acida, struttura ed un finale leggermente amarognolo retto da un’ottima sapidità. Si intravede una notevole longevità.  

 

Aurora Carricante 2014 I Vigneri

Siamo in Contrada Caselle a Milo, nel versante est, a 800 metri. Azienda di Salvo Foti, enologo e grande conoscitore del territorio etneo. Nei vigneti si pratica una viticoltura tradizionale e naturale ad alberello su palo di castagno etneo con sistema di impianto a quinconce romano per tenere equidistanti le piante, garantendo così un equilibrio sia nel sottosuolo che in superficie. Al naso sentori fruttati, di macchia mediterranea, note rocciose. Al palato riscontriamo un’acidità importante ed un’energica progressione verso un lungo finale. Un bianco verticale, destinato a lunga vita. Un vino di montagna.

 

Chianta Etna bianco 2014 Ciro Biondi

Il vigneto si trova in contrada Ronzini, a Trecastagni, nel versante sud-est. E’ un vino ottenuto da Carricante con un saldo di Catarratto e Minnella. Profumi complessi di albicocca, pesca, fiori, anice precedono una bocca di grande freschezza, consistenza ed equilibrio. Mirabile l’uso del legno che non è protagonista, ma armonizza l’insieme. Una grande bottiglia che si esprimerà sempre meglio con il tempo ed andrà molto avanti negli anni.

 

Calderara Etna Bianco 2014 Cottanera

Fatto con uve Carricante, provenienti da contrada Calderara, sul versante nord. Naso fine con fiori di campo e frutta bianca a cui fa seguito un sorso snello, fresco, piacevole con un’ottima persistenza. Un altro ottimo bianco del vulcano che nasce da una logica di territorio, interpretando le peculiarità di una contrada.