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La degustazione

La degustazione: la Valle dell’Agno e i vini Masari

20 Giugno 2023
Arianna Tessari e Massimo Dal Lago Arianna Tessari e Massimo Dal Lago

Parlare di Masari, ci sono quattro aspetti fondamentali per farsi un’idea del contesto dove opera questa cantina che ha sede a Valdagno (cittadina nota per tutt’altra attività che la vigna), di cui tre con al centro due entità. I fondatori della cantina, Massimo Dal Lago e Arianna Tessari che partecipano in parti uguali a dare il nome all’azienda – Mas-ari, cioè Massimo e Arianna -. Geologicamente sono diverse anche le due sponde della valle dell’Agno, dove ci sono i vigneti della cantina Masari: suoli di origine vulcanica che donano mineralità ed eleganza e suoli di origine calcarea che assicurano ricchezza e complessità. Due le aziende che hanno condizionato, come vedremo, lo sviluppo economico della zona: Marzotto e Lanerossi. Infine, la Valle dell’Agno, la più orientale di una serie di valli disposte in parallelo tra le province di Verona e Vicenza. Si snoda tra le Prealpi vicentine a partire dalle Piccole Dolomiti per una trentina di chilometri ed è percorsa da nord a sud dall’omonimo torrente. Un’area che metà dell’800 ha vissuto una rivoluzione economica e culturale che ha portato ad un cambiamento radicale dello stile di vita e dell’economia, non più basata su un’agricoltura di sostentamento, in una zona praticamente montana, ma sul lavoro in fabbrica che assicurava un reddito sicuro e non legato alle condizioni metereologiche. Dando l’avvio ad un progressivo abbandono delle attività agricole e della viticoltura, accentuato poi dai due conflitti mondiali, particolarmente distruttivi in tutta la Valle, che da quel momento cambiò il suo volto per sempre.
In questo contesto, nel 1998, due “impavidi esploratori”, come vennero definiti da molti, con la loro scelta di rivitalizzare la viticoltura della valle irruppero nel forzato silenzio in cui era stata costretta quella perla nascosta, che custodiva un potenziale naturale incredibilmente vasto ed integro, visto che l’agricoltura non vi si praticava più da 200 anni. Una scelta che si è rivelata vincente sia come custodi della Valle dell’Agno, sia come produttori di ottimi vini ottenuti da uve coltivate in 10 ettari di vigna (coltivati con regime biologico), che abbiamo avuto modo di degustare nel corso dell’incontro organizzato a Milano da PR-Comunicare il vino, presso il raffinato ristorante Il Liberty. Qui Massimo Dal Lago ha portato sei vini serviti con i raffinati piatti studiati dallo chef-patron del Liberty, Andrea Provenzani.
Vini ottenuti prevalentemente da una sola varietà di uva che Massimo vinifica parcella per parcella per enfatizzare ancora di più le diversità che caratterizzano i due territori che formano la Valle dell’Agno. Diversità che sono molto evidenti nella produzione enologica di Masari, con la massima caratterizzazione rappresentata da MM Montepulgo (nel nome le due iniziali stanno per Merlot e Montepulgo) il cru prodotto nelle annate migliori. Dalla Costa Nera, quella dove hanno origine i vini “vulcanici” dell’azienda, nascono il metodo classico Leon da uva Durella, nonché un elegante pinot in purezza e l’ottimo blend di Cabernet Sauvignon e Merlot, San Martino. Una conferma che nella Valle dell’Agno ci sono le condizioni ideali per produrre vini ricchi di personalità ed eleganza oltre che per le caratteristiche uniche del suolo, anche per il particolare microclima che si crea: tra l’aria fresca che discende dalle montagne, che rende la zona sempre ben ventilata, e l’azione mitigante del torrente che ottimizza le escursioni termiche.
In più, Massimo e Arianna hanno deciso di essere i custodi della Valle dell’Agno e, quindi, hanno stilato le “Regole della Valle d’Agno” che loro seguono e che confidano possano seguire anche gli altri produttori della Valle. Che sono:
Regola dell’Ambiente – L’ambiente va curato nel suo insieme, rispettandone la flora e la fauna; e al fine di conservarne l’habitat naturale non più dell’80% della superficie può essere destinata a una qualsiasi forma di coltivazione specializzata, mantenendo così almeno il 20% di aree a prato o bosco.
Regola del Terreno – Per mantenere le specifiche caratteristiche del terreno, che rendono unico ogni vino, non si fa uso di concimi sintetici ed erbicidi.
Regola della Coltivazione – Le lavorazioni meccaniche hanno il fine di controllare la crescita del manto erboso e di accentuare l’approfondimento delle radici per aumentare la mineralità e l’espressività dei vini oltre alla vitalità e resistenza delle piante. Per la stessa ragione non si fa uso dell’irrigazione.
Regola dell’uomo – L’uomo, le sue conoscenze e le sue esperienze costituiscono il legame tra l’ambiente e il terreno. A lui la responsabilità di rispettare nella totalità della sua produzione questi principi di agricoltura consapevole.
E, così, il vino diventa una firma inimitabile di un luogo e delle sue tradizioni. L’azienda vinicola diventa centro attrattivo per un turismo volto alla riscoperta di questo patrimonio naturalistico ed enogastronomico.

Questi i vini degustati

Leon brut nature pas dose
Uve Durella (precedentemente coltivato a pergola) raccolte nella vigna impiantata su terra vulcanica a 300 metri di altitudine, e pressate sofficemente. Il vino rimane a contatto con i propri lieviti fino alla primavera successiva alla vendemmia. Il tiraggio avviene previa aggiunta di un po’ di vino delle annate precedenti. L’affinamento in bottiglia è di 36 mesi. Il risultato è una bella bollicina di colore giallo paglierino brillante. All’olfatto si esprime con note minerali unite a sentori floreali. In bocca è fragrante con una grande freschezza e sapidità che lo rendono particolarmente elegante.

Agnobianco Veneto igt 2021
L’uvaggio è di Riesling renano 75% e Durella 25% per questo bel vino di colore giallo luminoso con riflessi verdognoli. Bouquet prevalentemente floreale in particolare di fiori bianchi ed erbe aromatiche con, in più, accattivanti sentori agrumati. In bocca è fresco con una vibrante acidità e una bella morbidezza, proseguendo con una lunga scia di ricordi agrumati che lascia la bocca pulita. Può invecchiare diversi anni acquisendo delle ottime note minerali.

San Lorenzo Veneto igt pinot nero 2017
Questa vigna di Pinot nero si trova su terreno calcareo ricco di argilla e particolarmente adatto per questo vitigno che Massimo Dal Lago sa bene come trattarlo per esprimere tutte le sue potenzialità. La fermentazione avviene in piccoli contenitori di legno con un lungo contatto con le bucce. Affinamento di 15 mesi in piccole botti di rovere e di 12 mesi in bottiglia. Il risultato è un vino di colore rosso rubino intenso. Con un bouquet complesso tra sentori di piccoli frutti rossi e un tocco speziato, elegante e seducente dalla struttura vellutata e lunga persistenza.

Masari Veneto igt rosso 2018
Taglio bordolese con 70% cabernet sauvignon e 30% merlot per questo vino di colore rosso rubino intenso che affina 24 mesi in piccole botti di rovere. Il bouquet è ricco, complesso, tanto che spazia dai sentori di piccola frutta rossa matura e di pesca bianca ad eleganti note di spezie ed erbe aromatiche. Un vino che si può definire setoso per la sua armonicità, la grande personalità e la perfetta corrispondenza aromatica gusto-olfattiva.

MM Masari Montepulgo Veneto igt 2015
Merlot in purezza per un grande vino prodotto solo nelle annate migliori e sempre in numero contenuto di bottiglie. Un rosso impenetrabile che già affascina chi ci accinge a degustarlo e, poi, presenta un bouquet molto complesso per i susseguirsi di sensazioni tra arancia sanguinella e marasca, ribes rosso e viola, cioccolato amaro e vaniglia con l’aggiunta di un tocco balsamico. Al palato avvolge per morbidezza, tannini setosi, tensione fresco-sapida e la lunga persistenza che riprende i fattori del bouquet. Matura in piccole botti di rovere per 60 mesi.

Antico Pasquale Veneto igt 2011
Prodotto da sola Durella, così chiamato perché fa riferimento ad un metodo di produzione molto antico, per il quale le uve (prima che vengano pigiate e poste a fermentare per cinque mesi a contatto con le bucce), appassiscono in un ambiente areato, fino al periodo pasquale. L’affinamento in piccole botti dura 5 anni. Il colore è ambra brillante. L’olfatto si esprime con note di pepe, tabacco, tè ed agrumi. In bocca, poi, è avvolgente, equilibrato, fresco e con un retrogusto che si potrebbe anche definire illimitato. Sono state prodotte solo 600 mezze bottiglie.

Masari
Contrada Bevilacqua 2/A – tel. 0445.410780
Valdagno (Vi)
www.masari.it – info@masari.it