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La degustazione

L’annata 2015 del Gavi Docg ed “un viaggio nel tempo”: i nostri assaggi del bianco piemontese

30 Maggio 2016
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di Michele Pizzillo

E’ un momento magico per il vino bianco italiano. Un momento che va sfruttato per fare conoscere meglio un patrimonio produttivo di grande importanza per la nostra enologia che, oltretutto, è sempre più apprezzata anche sui mercati esteri.

Allora, perché non cercare di catalizzare ancora di più l’attenzione sul nostro vino e sul territorio dove il vitigno Cortese raggiunge l’apice della sua qualità? Sembra questo il risultato di una sorta di tam tam tra i produttori del più importante vino bianco prodotto in Piemonte che è pure uno fra i più interessanti bianchi italiani. Oltretutto un vino presente in 60 paesi che assorbono l’85% dei 12-13 milioni di bottiglie prodotte mediamente ogni anno e presente nei migliori ristoranti nelle fasce premium con quotazioni che superano i 100 dollari e nella top con prezzi compresi tra i 50 e i 100 dollari.
E, poi, la vendemmia 2015 è una di quelle che sarà ricordata per molti anni. Tanto da poter rappresentare una sorta di pietra miliare nel futuro di questo eccellente vino che, con documenti alla mano, può dimostrare di essere nato nel 972. Allora, perché non la facciamo conoscere meglio anche ai consumatori italiani questa vendemmia? Così è stato organizzato un “tasting Gavi” dove ad alcune etichette del 2015, ne sono state aggiunte alcune di anni precedenti, compresi tre spumati ottenuti con il metodo classico.

Di seguito i risultati della degustazione condotta dal sommelier Paolo Novara dopo che Maurizio Montobbio e Francesco Bergaglio, rispettivamente presidente e direttore del Consorzio hanno parlato dell’iniziativa organizzata a Gavi e il tecnico-agronomo dello stesso Consorzio, Davide Ferrarese, che ha illustrato prima il territorio dove è possibile produrre il Gavi Docg e poi ha raccontato l’annata 2015.
 
Ecco i vini Gavi Docg della vendemmia 2015 degustati che all’esame organolettico si presentano tutti con un bel colore giallo paglierino vivace e prevalentemente con nuance verdoline che diventano dorate nelle annate precedenti
 
Bergaglio Cinzia Grifoni delle Roveri
Al naso è un vino fresco, intenso e molto elegante. Ottima la struttura sostenuta da una serie di sentori fruttati con ananas e mela renetta che appaiano senz’altro dominanti.
 
Castello di Tassarolo
Massimiliana Spinola è pioniere della biodinamica e questo è il suo capolavoro che oltretutto si fregia anche del bollino di vino privo di solfiti. Perciò, rispetto ai Gavi 2015, questo è diverso forse anche nei sentori fruttati visto che fa capolino il mallo di noce. In bocca è un vino morbido, più sapido che fresco e più intenso che persistente.
 
La Chiara azienda agricola di Silvana Figini
Filo conduttore di questo vino tipicamente gavese è il fruttato assicurato dal melone e il floreale assicurato dal biancospino. Fresco, sapido, bella morbidezza e con un ritorno della florealità dei profumi.  
 
La Giustiziana Montessora
Questo è un vino molto floreale con acacia e biancospino che emergono su gli altri fiori. Fresco, sapido e con una bella acidità e una persistenza finale che si conclude con una gradevolissima salinità.  
 
Marchese Luca Spinola Tenuta Massimiliana
Bello il fruttato che avvolge il naso dato da pesca bianca, mela e banana. In bocca è un vino morbido, molto equilibrato tra freschezza e sapidità, e con una persistenza intensa che si conclude con una grande armonia finale.
 
Produttori del Gavi
Qui i profumi del Gavi sono intensi, netti e, quindi, riconoscibili come quelli di pesca e pera accompagnati da note di zagara e gelsomino. E’ un vino caldo, avvolgente, forse più sapido che fresco e, comunque, con una bella persistenza.
 
San Pietro biologico
I profumi floreali sono molto freschi e fragranti; in bocca il vino alla freschezza aggiunge una bella sapidità e una interessante mineralità che lo rendono molto ricercato dai consumatori che amano gli alimenti ottenuti con le pratiche dell’agricoltura biologica. 
 
Tuffo, Margassi superiore
Un bel profumo dove la mineralità emerge in modo predominante, accompagnato da una buona e delicata freschezza. In bocca è un vino di lunga persistenza anche grazie alla struttura  che esalta le noti floreali che lo caratterizzano.

 

Annate precedenti
 
Ghio Roberto Le Zucche 2014

Questa è forse l’azienda più vicina al mare tanto che i vigneti sono indicati come “Piemontemare” e, propone un vino che spicca per mineralità e sapidità accompagnate da un bel fruttato. Note che poi si percepiscono pure in bocca e, ancora più gradevoli, per l’equilibrio di un vino presentato in anteprima a questo tasting.
 
Vigna Sparina Monterontodo 2014
Questo è veramente un vino complesso visto che il produttore privilegia le basse rese, con profumi di frutta gialla matura e nota di mineralità molto bella. E’ un vino caldo, ben bilanciato tra sapidità e mineralità, piacevolezza e freschezza. Insomma, un gran bel vino.
 
La Mesma riserva della Rovere 2013
Già al naso evidenzia una finezza ed eleganza eccellenti, accompagnati da note fruttate con una delicata mineralità finale. Bella la freschezza che evidenzia in bocca, con una acidità e una persistenza gustativa ricca di profumi fruttati.
 
La Ghibellina Altus 2012
Un vino già evoluto con una prevalenza di sentori di frutta matura tra albicocca e pesca che fanno da sorta di anticamera della frutta esotica. In bocca è caldo, avvolgente e con un ottimo equilibrio tra freschezza e intensità veramente importanti.

 

Spumanti metodo classico
 
La Smille 2013

Le note citrine sono un po’ la caratteristiche di queste bollicine che riescono addirittura a rendere quasi impercettibili le note dei lieviti. In bocca è fresco e con una sapidità assicurata dalle note di agrumi e di limone spremuto.
 
Magda Pedrini Tenuta Nuova Cà da Meo 2012
Tra le note fruttate e floreali, emergono anche i sentori di crosta di pane. Che poi ne caratterizza lo stesso gusto dove alla straordinaria eleganza si aggiunge una bella acidità in uno spumante di buon corpo.
 
La Ghibellina cuvée Marina 2011
Qui i profumi sono più evoluti tanto che i sentori di crosta di pane tostata e predominante. Lunga e ottima la persistenza che nel finale fa emergere una nota amaricante molto gradevole.