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La degustazione

Moretti/Teatro alla Scala connubio perfetto: in anteprima le bollicine dedicate alla Prima

25 Novembre 2017
Vittorio_e_Francesca_Moretti Vittorio_e_Francesca_Moretti

Serata speciale a Milano per degustare in anteprima assoluta il millesimo prodotto dalla storica famiglia per il debutto dell'Opera nel teatro milanese


(Vittorio e Francesca Moretti)

di Michele Pizzillo, Milano

Tra le belle note che allietano le orecchie e le briose bollicine che accarezzano il palato, a Milano c’è un connubio perfetto che dura dal 2004. Da quando Bellavista è entrato nel ristretto cerchio dei sostenitori del Teatro alla Scala, dedicando ogni anno il miglior millesimo alla prima del Tempio della Lirica, in programma sempre il 7 dicembre. 

Oltre all’eccelsa qualità del brut scelto, la famiglia Moretti affida la creatività del packaging all’ispirazione della Prima d’Opera che quest’anno riporta all’attenzione degli appassionati di musica la figura di Andrea Chénier, poeta della Rivoluzione francese: ultimo dei classici e primo dei romantici, Chénier fece dei caffè parigini il luogo capace di favorire la libera espressione delle idee generando nuove immagini del futuro. A questi luoghi fisici, che vivono anche in virtù di un “ottimo bicchiere di vino” o di una vista meritevole, è dedicato il “visual” scelto da Bellavista per questa speciale selezione di vendemmia. I colori e le forme evocano le vetrate del Caffè Procope, tuttora esistente a Parigi.  Attraverso i tasti di un piano immaginario e le forme di un violoncello, si riporta l’attenzione sul mondo della musica che per Bellavista è da sempre motivo di ispirazione e condivisione di un mondo che dà spazio al sentimento. E, infatti, “Poesia è libertà” sono le parole scelte dall’azienda di Erbusco per ricordare l’intensità di Umberto Giordano, autore delle musiche del melodramma, amato da Verdi e apprezzato da Gustav Malher.

Il brut che debutterà con l’Andrea Chénier, Vittoria e Francesca Moretti l’hanno presentato in anteprima a Milano, abbinandolo ad un ottimo piatto (astice blu in doppia cottura, bietola, cavolfiore e burro alla cannella) preparato da Carlo Cracco nel suo ristorante che chiuderà fra qualche giorno per trasferirsi in quello allestito in Galleria. In questa occasione Bellavista ha riproposto anche l’eccellente brut 2011 dedicato alla Prima dell’anno scorso, Madama Butterfly di Giacomo Puccini. Una bollicina ancora perfetta, fresca, possiamo dire giovanissima, degustata con due piatti (ostrica in crosta di cacao, polpa di cachi, noci e alghe e sea salad world tour), nonchè un sublime Bellavista Nectar, raccontato dall’enologo Mattia Vezzola, con dessert al cioccolato al latte, rose e fior di latte. Sullo sfondo della sala del ristorante, una bellissima composizione di Marta Mocchetti per esaltare il Bellavista riserva della Prima dell’Andrea Chénier.

Tra una portata e l’altra, Francesca Moretti dice che “dedicare un vino alla Scala è un onore ma anche una grande responsabilità perché la Scala è il luogo dove tutto è perfetto. Lo diceva Maria Callas e lo può facilmente notare chiunque. Per questo abbiamo voluto dedicare alla Scala ogni Millesimo brut di Bellavista, per noi l’irripetibile incontro tra lo stile aziendale e la migliore espressione della vendemmia”. Ed è solo l’inizio delle sinfonie – questa volta espresse prima dalla vigna e poi dalla cantina – Bellavista con Vezzola che racconta la vendemmia 2012 quasi seguendo uno spartito, per poi lasciare la parola a Vittorio Moretti che rammenta gli incontri con grandi artisti come Cecilia Gasdia, Luciano Pavarotti, Gaslini “che ho sempre visto gironzolare per casa” aggiunge Francesca. Perciò, l’incontro del 2004 con il Teatro alla Scala è la conseguenza di una sorta di percorso naturale dell’attenzione dell’azienda franciacortina per la musica e per l’arte. E, possiamo dire, di due mondi pieno di fascino e ricco di melodia infinita di una, la musica già consolidata, l’altra, il vino, da valutare anno dopo anno, quando viene portato in tavola. Per Bellavista il brut della Prima dell’Opera potrebbe anche rappresentare l’esame di valutazione della sua produzione di eccellenti bollicine. Ma, Francesca, vuole lasciare spazio al teatro milanese perché “la Scala merita il sostegno e la considerazione di noi italiani perché ad ogni stagione tiene vivo, modernizzandolo, uno dei prodotti più sofisticati dell’ingegno umano, il melodramma italiano, ritenuto dai più importanti musicologi del mondo un vero e proprio Patrimonio dell’Umanità”.

A raccontare i vini – ma anche il brandy – degustati alla presentazione milanese è Mattia Vezzola.

Bellavista vendemmia brut 2011
L’uvaggio di Chardonnay (75%) e Pinot nero (25%) è alla base di questo vino che si apre con delicati profumi fruttati, arricchita da note di vaniglia, miele e diverse varietà di erbe aromatiche. In bocca è pieno, cremoso, esprimendo una bella sequenza di note di frutta bianca matura, di fiori bianchi che accompagna ad un finale lungo e persistente, caratterizzato da sentori agrumate prevalentemente di pompelmo. Quasi uno stile orientaleggiando con l’ambientazione della Prima d’Opera 2016, Madama Butterfly di Giacomo Puccini.

Bellavista vendemmia brut 2012
Frutto di una vendemmia celere, solo 9 giorni, per raccogliere l’uva al suo massimo splendore di maturazione. Ottenendo, così, un vino di colore giallo luminoso con abbondanti riflessi verdolini; con intensi profumi di fiori bianchi, frutta matura candita, note di nocciola e miele e una suadente vena di erbe mediterranee e agrumi. Perfetta corrispondenza tra naso e bocca perché le bollicine caratterizzate da un perlage finissimo e persistente, in bocca sono avvolgenti, possiamo dire di spessore per la cremosità che esprime sostenuta dalla freschezza e piacevolezza di frutta e erbe aromatiche.  

Bellavista nectar n.v.
C’è una bella storia di amicizia tra il produttore e l’enologo dietro a questo vino prodotto in quantitativi limitati, che entrambi i protagonisti hanno sintetizzati durante la presentazione del Brut dedicato alla Prima d’Opera. Il carattere suadente del Nectar proviene dalla creazione di una cuvée prodotta con solo uve Chardonnay ma raccolte in 30 vigne differenti, con una fermentazione per oltre il 30% in piccole botti di rovere bianco. Di colore giallo paglierino tendente al dorato al naso è una esplosione di frutta bianca candita, miele e fiori. In bocca è cremoso e caratterizzato da una morbidezza sostenuta da una dolcezza appena accennata. Resta in cantina 4 anni, prima di essere messo in commercio.

Arzente
E' il nome del brandy ottenuto dalla distillazione (a cura di Giorgio Fini di Bologna) di vini Chardonnay provenienti da diversi vigneti di Bellavista. Si presenta con un bouquet elegante, aroma raffinato con note di cacao, fico, nocciola e tabacco. Al palato è setoso e morbido,  caratteristica attribuita solo ai grandi Brandy, degustandolo si scoprono note di cannella, miele e cioccolato. Ideale come fine pasto, abbinato ad un concerto di cioccolatini come ha fatto Carlo Cracco.