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La degustazione

Otto annate di Luce della Vite di Frescobaldi, verticale da ricordare a Milano

30 Aprile 2016
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(I vini in degustazione)

di Michele Pizzillo

Selezioniamo sette annate più l’ultima non ancora in commercio, scegliamo una bella location, invitiamo un selezionato gruppo di cultori del buon bere per confrontarci sul nostro Luce della Vite.

Così si sarebbe espresso Lamberto Frescobaldi con i suoi collaboratori quando ha deciso che era giunto il momento di organizzare a Milano una verticale del vino creato dal padre Vittorio insieme a Robert Mondavi, praticamente l’inventore della californiana Napa Valley, dalle uve che i Frescobaldi coltivano nella loro tenuta di Montalcino, Luce della Vite, appunto. Così, si decide di organizzare tutto nella cupola dell’elegante Gallia Palace, anche per abbinare il Luce della Vite a qualche piatto di chef tristellati come i fratelli Cerea che sovrintendono alla cucina di questa struttura.
Ad illuminare la cupola durante la degustazione condotta dallo stesso Frescobaldi, l’immagine che appare sull’etichetta, il sole raggiante, con una corona di dodici fiamme, che è facile scoprire nelle città dell’Italia Centrale magari incastonato sulla chiave di volta di un arco, fuso nel ferro di un cancello o modellato su una formella di terracotta e sull’altare maggiore della chiesa di Santo Spirito, costruita a Firenze dal Brunelleschi su un terreno donato dalla famiglia Frescobaldi.

Otto le annate in degustazione – 1999, 2001, 2003, 2005, 2007, 2009, 2011 e l’anteprima del 2013 – per seguire l’evoluzione del primo vino che sia mai stato prodotto a Montalcino unendo all’eleganza e alla struttura del Sangiovese, la rotondità e morbidezza del Merlot. Due uve vendemmiate separatamente a distanza di quattro settimane e unite solo verso la fine di novembre, quando ognuna a completato la propria fermentazione.
A guidare la degustazione Lamberto Frescobaldi, che è stato molto dettagliato nel raccontare le singole vendemmie, oltre che ad invitare i degustatori a guardare il bel colore rosso porpora, impenetrabile secondo le annate, che caratterizza il vino ottenuto da uve Sangiovese e Merlot affinato in barrique di rovere francese.
 
Luce della Vite 1999
Vendemmia molto buona in un tutta la Toscana e a Montalcino in particolare, tant’è vero che di quelle degustate, con 120.000 bottiglie è stata la vendemmia più produttiva. Ed è anche la vendemmia che ha permesso di ottenere un vino delicato ma con una struttura perfetta per l’invecchiamento. Tant’è che il 99, a 16 anni dalla vendemmia, è ancora un vino perfetto e capace di continuare ad invecchiare bene, con i suoi aromi di frutta matura e tannini vellutati insieme ad un’acidità abbastanza contenuta. Insomma, un vino importante.
 
Luce della Vite 2001
Alla gelata primaverile che ha ridotto la produzione di un terzo, questa volta hanno fatto da contraltare le condizioni climatiche dei mesi della vendemmia, permettendo una buona maturazione della uve. Tant’è vero che si presenta con un bagaglio aromatico molto elegante e di grande finezza con note fruttate mature tra ciliegia e frutti di bosco e un gusto pregevole, con tannini mai aggressivi che rendono ancora più piacevole il vino.
 
Luce della Vite 2003
Altra buona vendemmia a Montalcino dove le uve sono arrivate a maturazione sane tant’è vero che alla svinatura il Sangiovese è apparso subito morbido e il Merlot ai colori molto intensi ha aggiunto un’ottima struttura e aromi fruttati e morbidi, con un finale persistente e duraturo. Con 48.000 bottiglie è l’anno meno produttivo per questo splendido vino.
 
Luce della Vite 2005
Una vendemmia non facile questa. Ma a dieci anni di distanza il vino è ancora austero e, quindi, potrebbe essere conservato ancora per diversi anni, tale è la struttura che è apparsa interessante sin dalle prime degustazioni fatte nel corso dell’affinamento in barriques di legno di rovere spaccato e al cento per cento nuove.
 
Luce della Vite 2007
Per questo vino ci vorrebbe il falegname, perché è un prodotto da incorniciare per la forte personalità che investe il degustatore. Si tratta, infatti, di un vino che in bocca è caldo, morbido, armonico ed equilibrato, con tannini eleganti sostenuti da una bella acidità. Rotondo e strutturato, assicura un finale lungo e persistente con un retrogusto leggermente fruttato.
 
Luce della Vite 2009
A seguire il racconto del marchese Frescobaldi intuiamo che in questa vendemmia il Sangiovese è partito con il ruolo di spalla per esplodere con tutto la sua potenzialità, assicurando un vino che presenta un suadente spettro di aromi tra il fruttato e lo speziato del pepe verde e della noce moscata, liquirizia e anice stellato. Un vino rotondo e sapido che alla pregevole trama tannica passa ad un finale molto persistente ed armonico.
 
Luce della Vita 2011
In questa vendemmia il ruolo del Sangiovese è stato da attore protagonista, tanto da permettere la produzione di un vino che si presenta con un bagaglio aromatico molto complesso; mentre i sentori fruttati di ribes e lampone, che al palato si aprono intensi al primo sorso e si concludono con un finale di bella lunghezza, va aggiunta la suadente componente minerale e retrogusto giustamente speziato.
 
Luce della Vite 2013
L’anteprima dell’ultima vendemmia imbottigliata è una sorta di invito a consumarlo subito questo vino. Pur essendo giovane, è un peccato accantonarlo in cantina per degustarlo magari fra qualche anno, dice il marchese Frecobaldi, quando, invece, è già pronto per il consumo. Fermo restando la sua capacità di invecchiare, unitamente alla straordinaria ricchezza che offre appena si porta in bocca ma. Evidenziando anche l’equilibrio e la freschezza che ha sempre caratterizzato questo ottimo vino.