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La degustazione

Pierpaolo Messina (Marabino): “Nei miei vini la tecnica della sottrazione”

30 Marzo 2023
Le damigiane al sole Le damigiane al sole

Vede nuova luce la cifra stilistica che Pierpaolo Messina imprime in Marabino, azienda vitivinicola di famiglia in contrada Buonivini a Noto in provincia di Siracusa. Luce che investe il territorio di produzione, dai terreni al cielo delle giornate sempre soleggiate e illumina le nuove etichette dalla rinnovata veste grafica, che dal nero passa al bianco, per comunicare ed esaltare la filosofia biodinamica che si esprime in vigna e al calice. Una cifra stilistica che muove fra la sintesi dell’espressione del Nero d’Avola alle sue origini, calcare e argilla, precisione ed enfasi della terra: “In tutti i vini c’è un’idea di sottrazione. Volevamo alleggerire i vini non solo in termini alcolici, ma anche di estrazione. Abbiamo giocato sulle macerazioni abbandonando anche l’idea del legno per offrire più purezza ed eleganza così da poter fare parlare di più la terra. Ridotti anche i tempi di affinamento e tecniche in vasca. L’evoluzione dei vini è tutta in bottiglia”, spiega Messina.

La sintesi dei vigneti Conca e Lenza Lunga sono confluiti in “Terre Calcare”, vino dalla beva molto fresca e salmastra, dal sorso quasi dissetante per verticalità e leggerezza. I vigneti Don Paolo e la parte argillosa del Parrino in “Terre Argillose” dal profilo aromatico più vivido accompagnato da un sorso più croccante. “Noi vendemmiamo a ottobre, nonostante ci troviamo fra le zone più calde d’Europa i vini restano freschi. La biodinamica porta nei metodi d’agricoltura un’idea del frutto più conservabile e nel vino più acidità”, aggiunge il produttore. Delle referenze già conosciute “Archimede” si spoglia dal legno per maturare esclusivamente in cemento, resta “Parrino” come vigna singola a essere vinificata in purezza per ragioni di maggiore equilibrio rispetto alle altre. Infine ma non meno importante, il vino da sempre più completo ed espressivo del territorio di riferimento: “Rosso di Contrada” incontro fra le uve vinificate separatamente delle vigne Conca, Coniglio, Parrino, Lenza Lunga.

Il "Soleggiato" che si ... nutre di sole

Invariata la produzione che riguarda “Rosanera” rosato da Nero d’Avola, Muscatedda, bianco da Moscato di Noto, lo Chardonnay Eureka. Quest’ultimo una notevole espressione di Chardonnay siciliano, diverso da tutti gli altri, da leggere in prospettiva futura. L’assoluta importanza dei suoli nel disegnare l’identità di un vino e la specificità del territorio non è una novità in casa Marabino, ma un vero e proprio assioma: “Il vino è una cartolina liquida che racconta i territori. I vitigni ci sono ovunque, i territori no”, raccontava Messina appena due anni fa al nostro giornale. Sempre in quel periodo, nel maggio 2019, il produttore accennava già a un nuovo progetto dedicato a un vino dallo stile ossidativo, non fortificato ma secco, da Moscato di Noto. Oggi quel progetto è in bottiglia, si chiama “Soleggiato” ed è parte di quella nuova luce indicata in apertura. Della luce e del calore del sole questo vino si nutre. A seguito dell’appassimento al sole delle uve e dopo la fermentazione sulle bucce, il vino matura in barrique di varie essenze per tre anni. Successivamente questo viene posto in una vasca di acciaio con vino perpetuo, di più vendemmie. Da qui si è prelevato il vino atto a divenire “Soleggiato”, esposto al sole in damigiane di vetro per un anno. Essendo un perpetuo non è specificata l’annata bensì l’anno di imbottigliamento.

Un vino che esprime energia e calore, dal grande potenziale gastronomico e divertente dal punto di vista delle temperature sulle quali giocare per sposare le più variegate pietanze. “L’ossidazione deve essere vista come complessità, non da relegare a fine pasto. Per quel momento c’è il passito. Gli abbinamenti sono tutti da esplorare. Questo è un vino da pasto, grazie anche alla sua bassa gradazione alcolica 12, 5%. La tecnica è da fortificato ma in Soleggiato il gioco è tutto al sole e non nella botte, e la cosa bella è che si sente il varietale del Moscato”. Con Soleggiato, infine, l’auspicio del produttore è quello di tornare a bere la tradizione, così come accadeva almeno cinquanta anni fa: “Bollicine? Non ne produrrò mai! Perché inseguire il mercato? Torniamo alla nostra tradizione, iniziamo dall’aperitivo come era una volta, da un vino ossidativo per esempio”.

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