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La degustazione

“La promessa fatta al nonno”: Daniele Galluzzi presenta il nuovo corso di Casale Pozzuolo

10 Giugno 2019
Daniele_Galluzzi Daniele_Galluzzi


(Daniele Galluzzi – ph Canio Romaniello)

di Michele Pizzillo, Milano

Due Daniele (Galluzzi). Il primo che dal secolo scorso vende sfuso il vino che produce dalla sua vigna di Borgo Santa Rita, nel cuore della Maremma. Il secondo che, all’inizio del nuovo Millennio, il vino della stessa vigna incomincia a vestirlo e proporlo in bottiglia. 

Entrambi, però, hanno la passione per il vino e l’impegno a produrlo bene. Si può sintetizzare così la storia di Casale Pozzuolo, giovane, dinamica ed emergente azienda del Montecucco, che si trova, per usare una frase di Galluzzi “a due passi da Cinigiano e uno dall'Orcia, magica valle che separa, ma abbraccia due Doc: Montalcino e Montecucco. Sullo sfondo si staglia maestoso il Castello delle Mura, a tutela dei vigneti. In questo scenografico contesto geografico si colloca il nostro Casale”. Che, subito, si presenta con filari di vigneti curati, ma, anche, con uno splendido agriturismo dotato di piscina, centro benessere e fitness. Chi non conosce la storia, può arrivare alla conclusione che si tratta di un restauro conservativo necessario per salvaguardare la struttura quattrocentesca che da cinque generazioni appartiene ai Galluzzi, dopo essere stata di proprietà dei Piccolomini e dei Senesi.

Nel corso della presentazione dei vini di Casale Pozzuolo, organizzata a Milano presso il ristorante Tartufotto – avamposto toscano sotto la Madonnina –  Galluzzi, imprenditore motivato, appassionato, quasi travolgente quando parla del suo vino e delle sue vigne, rammenta, lasciando un po’ di spazio alla commozione, la promessa fatta al nonno, il Daniele del secolo scorso, sotto una ficaia, “che avrei ristrutturato tutto il Casale e reimpiantato le vigne”. Così è stato, tanto che il secondo Daniele si divide tra l'impresa di Grosseto e questo bell'angolo di Maremma con una grande passione: produrre vino di qualità. “Una passione che nasce dalla storia di queste terre vocate alla viticoltura fin dall’antichità e dalla presenza della mia famiglia su questo colle da cinque generazioni”. 


(I vini degustati – ph Canio Romaniello)

Per non venire meno alla promessa fatta al nonno, il Daniele nipote, grazie anche ai successi della sua impresa di impianti termoidraulici, investe molto nel Casale, ristrutturando l’immobile e rimettendo in sesto le vigne che non erano nelle condizioni ottimali. Avvalendosi di collaboratori che lo aiutano e dei consigli del padre, arriva a produrre la sua prima etichetta con la vendemmia del 2003. Attende, infatti, quattro anni dalla prima vigna piantata per ottenere il suo prodotto. Ad oggi Casale Pozzuolo produce 13 mila bottiglie tra Rosso della Porticcia e Riserva di Rosso della Porticcia in attesa che entri a regime l’altro ettaro di vigna. “Non vogliamo fare grandi numeri, magari acquistando uve – dice Galluzzi – Vogliamo produrre solo qualità; tant’è vero che abbiamo selezionato i terreni migliori della proprietà per le vigne. Non ho nessuna intenzione di “forzare” su altre zone per incrementare la produzione o proporre altre etichette. Anche se un altro nome, proveniente dalla storia del luogo, è stato registrato”. Obiettivi chiari anche per quanto riguarda il futuro con l'ampliamento della cantina che arriverà ad occupare una superficie di mille metri quadri. 

Ecco i vini degustati in abbinamento ai piatti della cucina toscana preparati dagli chef di Tartufotto.

Dama della Porticcia bianco toscano Igt 2018


(ph Canio Romaniello)

Vino ottenuto dalla vinificazione in bianco di uve Sangiovese raccolte il 20 settembre 2018 in una vigna piantata 18 anni fa. Fermentazione naturale per 20 giorni che permette di avere un vino dal colore giallo paglierino tenue dai profumi fruttati freschi di buona persistenza. In bocca predomina una mineralità molto vivace, una bella freschezza e una buona sapidità finale. La produzione è stata di 1.200 bottiglie.

Rosso della Porticcia Montecucco Docg riserva 2016


(ph Canio Romaniello)

Uve Sangiovese raccolte il 20 settembre nella prima vigna piantata da Daniele il giovane. Di colore rosso rubino con leggeri riflessi granata, è un vino fine, elegante,  esaltato dai profumi di frutta a bacca rossa e  dalle delicate note speziate per il lungo affinamento in botte di rovere. Al gusto è un vino importante, austero, di buona struttura, con una bella componente tannica e acida. Raggiunge la perfetta maturità dopo sei anni dalla vendemmia. La produzione è stata di 3.000 bottiglie.

Rosso della Porticcia Montecucco Docg 2016


(ph Canio Romaniello)

La produzione, in questo caso, è di 10.000 bottiglie ottenute da uve Sangiovese vendemmiate il 22 settembre 2015. Il colore è rosso granato e i profumi sono prevalentemente assicurati dalla frutta rossa e da qualche sentore di spezie dolci. In bocca è senz’altro un vino complesso, comunque avvolgente e tutto sommato ben equilibrato tra tannicità e una buona persistenza.

Società agricola Casale Pozzuolo
Località Borgo Santa Rita – Cinigiano (Gr)
T. 347 7564988