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La degustazione

Romanée Conti Couvée Duvault-Blochet 1999 contro Clos de Vougeot Grand Cru Domaine du Clos Frantin 1996

12 Novembre 2012
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di Massimiliano Montes

Accade di essere in disaccordo con i commensali sul vino da bere.

E così, una sera di mezza estate, a cena al ristorante Clos Prieur, nel meraviglioso contesto del ristrutturato Castello di Gilly-lès-Cîteaux in Côte de Nuits, nel cuore della borgogna, le opinioni sul vino da scegliere spaziano in lungo e in largo.
 


Ristorante Clos Prieur


Castello di Gilly lès Cîteaux

Poi le attenzioni si focalizzano su due bottiglie: quale scegliere? 
Le prendiamo entrambe. Incuriositi dal blasone di una e dall’annata dell’altra, il 1996, considerato uno dei migliori millesimi del secolo in Borgogna.
 

Figlia di un dio minore, la Couvée Duvault-Blochet di Romanée Conti è l’unico Premier Cru dell’azienda. Bisogna ricordare che in Borgogna la classificazione dei vini è su quattro livelli, il livello qualitativamente più basso è l’indicativo di regione “Bourgogne”, un gradino più in alto c’è l’indicativo del comune di provenienza “Village”, quindi l’appellativo dei vigneti migliori, “Premier Cru e, cima qualitativa, “Grand Cru”. 
 
Il Clos de Vougeot Grand Cru del “Domaine du Clos Frantin” proviene da un ettaro e mezzo circa a est del Castello (Clos) di Vougeot. Un piccolo appezzamento gestito ancora dal vecchio proprietario nonostante sia stato rilevato da un “negociant” di Beaune. Il 1996 è stata l’annata climaticamente perfetta in Borgogna, con una maturazione delle uve ottima e completa. Reperire Grand Cru di quel millesimo non è cosa estremamente facile.
 
La Couvée Duvault-Blochet di Romanée Conti si presenta, come atteso, di colore rubino scarico, con un unghia, ovvero la quota di vino più sottile quando si inclina il calice, trasparente e leggermente tendente al granato. Stupisce una lievissima e fine torbidità dovuta al fatto che il Domaine non usa illimpidire artificiosamente i vini, preferendo sistemi di vinificazione meno interventisti e più naturali. Al naso è delicato, decisamente floreale, seppure con inaspettate note vanigliate. Accostando il calice senza roteare, per cogliere gli aromi di apertura, si percepiscono fiori di tiglio, gelsomino, lavanda, ed una sensibile vaniglia. La roteazione amplia lo spettro olfattivo con note di frutta rossa, ribes, mirtillo, seguite da aromi di sandalo e lievi sentori di zenzero. In bocca è esile, con sensazioni tanniche sottili e vellutate, un’acidità tenue e ben inserita nel contesto. La retrolfazione privilegia i piccoli frutti rossi e quel ricordo di zenzero e vaniglia che accompagna il finale. 
L’impressione complessiva è quella di un vino sussurrato e non urlato, dove l'impronta del legno è ancora ben evidente dopo due lustri. Aprendo una bottiglia del Domaine più famoso del mondo, seppur non la loro miglior produzione, ti aspetteresti emozioni più intense. Invece non è così. Questo è un vino esile e di scarsa impronta gustolfattiva.
 
Altra personalità esprime il Clos de Vougeot Grand Cru del “Domaine du Clos Frantin”. Già l’apparenza è diversa, rosso rubino intenso, ma non impenetrabile. L’unghia è meno trasparente del precedente e con una inferiore velatura di colore granato. Il naso è complesso ed ampio già negli aromi di apertura, con tutto il corredo del Pinot Noir. La prevalenza aromatica è quella della piccola frutta rossa, mirtillo e ribes, con note di mora, seguite da sottili venature balsamiche, prugna e ricordi di ciliegia. E’ un vino più muscolare rispetto al precedente, in bocca è ampio, espande la nostra immagine gustativa. Di maggiore consistenza, ha un intensità decisa ma senza eccessi. Si percepisce il grande millesimo di provenienza, complice anche il perfetto stato di conservazione.
Le sensazioni tanniche sono più astringenti, seppur eleganti, e l’acidità è palpabile.
La retrolfazione ci regala tenui speziature e sentori di sottobosco che ben si fondono alle note di frutta e a una florealità che suggerisce viola, lavanda e roselline di campo. 
 
Chi vince la sfida tra i due? A sorpresa il Clos de Vougeot del “Domaine du Clos Frantin”. Intenso ed elegante allo stesso tempo, piacevole espressione di un grande terroir in un'annata felice.
Deludente la Couvée Duvault-Blochet di Romanée Conti.

Alcune notazioni conclusive sul ristorante. Il Clos Prieur è ricavato dalle antiche stalle del Castello di Gilly-lès-Cîteaux, a soli 2 Km da Clos Vougeot. Un ampia sala sotto affascinanti volte a crociera, arazzi alle pareti ed un clima di elegante convivialità. Ciò che meraviglia maggiormente è la cantina: gran parte di quello che un appassionato della Borgogna può sognare c’è. Non solo Domaine pregiati ma annate rare o addirittura introvabili. Il contenuto di questo scrigno è solo parzialmente elencato nella carta dei vini, ma basta chiedere allo Chef Sommelier per ottenere una visita con tanto di spiegazioni e deliziosi aneddoti sulle aziende più famose al mondo.
 
Ristorante Clos Prieur 
F – 21640 Gilly-lès-Cîteaux
Tel. 03 80 62 89 98
gilly@grandesetapes.fr
http://www.chateau-gilly.com

www.gustodivino.it