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La degustazione

“Sì, il tappo fa la differenza”: Vinventions mostra le nuove tecnologie

09 Maggio 2023
Gabriele Gorelli, Antonino La Placa, Andrea Farinetti e Roberto Di Meo Gabriele Gorelli, Antonino La Placa, Andrea Farinetti e Roberto Di Meo

Un tema sempre più discusso e attuale riguarda le soluzioni di chiusura, così le aziende che si occupano di questo importante elemento del vino portano avanti ricerche ed approfondimenti che diventano fondamentali per orientare i produttori in quella che può essere la soluzione migliore per la personale produttività. È il caso di Vinventions, il fornitore di soluzioni di chiusura progettate per supportare le diverse esigenze dei produttori di vino nei cinque continenti, che con la compartecipazione di Enolab e di Assoenologi ha portato avanti una serie di incontri, dal titolo: “Taste the difference, dalle parole ai fatti”, mirati a far conoscere, approfondire e testare con mano le innovazioni portate avanti in questo campo.

Antonino La Placa, direttore commerciale Vinventions Italia e Sud-Est Europa ha introdotto l’azienda e ha esposto alcuni dei principali progetti in corso: “Doveroso sottolineare che oggi Vinventions – che vuol dire vino e innovazione – racchiude sotto il suo cappello il noto brand Nomacorc (inizialmente conosciuta come azienda da “Noel Marc”, nome del suo fondatore). Da qui, proprio per portare avanti il concetto di innovazione, Vinventions ha deciso di creare la prima chiusura al mondo certificata carbon neutral prodotta da origine vegetale da canna da zucchero. Da anni ci impegniamo a fornire soluzioni di chiusura che ottimizzino prestazioni, design e sostenibilità grazie alle capacità innovative dei nostri marchi che abbracciano ogni tipologia di chiusura, da Nomacorc Green Line e Blue Line, ai tappi micro-naturali SÜBR, finanche ai tappi a vite Vintop e la linea Wine Quality Solutions composta da analizzatori, apparecchiature e servizi progettati per offrire un controllo qualità del vino in tempo reale. Come per tutte le chiusure Nomacorc, i nuovi Classic Green e Smart Green sono completamente Tca-free e sono al 100% privi di colle, così da garantire l’assenza di alcun tipo di contaminazione o di sapore sgradevole derivante dalle chiusure. Giusto per dare un ordine numerico, ad oggi la crescita di Vinventions è sempre più evidente, con un 3,5 miliardi di chiusure in tutto il mondo, ben 650 dipendenti e il 16% di market share. Alla base del nostro successo ci sono le scelte qualitative, la ricerca, le innovazioni tecnologiche che garantiscono alle imprese vinicole di mettere al sicuro i propri vini con tappi dalle prestazioni elevate ed omogenee”.

Non solo tappo raso cilindrico, ma anche una continua ricerca sulla chiusura a vite che sta diventando sempre più richiesta e sempre più una tendenza seguita da molti produttori anche italiani. Come sottolinea La Placa: “In merito alla chiusura tappo a vite, stiamo già portando avanti progetti e ricerche al fine di garantire anche su questo tipo di chiusura una personalizzazione del prodotto. Non lo abbiamo scelto per questa comparativa, perché per il tappo a vite è necessario inertizzare il tappo nel suo interno; non serve fare l’inertizzazione solo nel collo della bottiglia ma anche nel tappo con una angolazione particolare. Non da ultimo, un’altra importante novità presentata riguarda la prima chiusura per vini al mondo prodotta riciclando plastica raccolta nelle zone costiere e destinata a finire negli oceani: Ocean Bound Plastic”. Tornando all’incontro, che si è tenuto nella cornice di Masseria Roseto a contrada Roseto nel beneventano, Gabriele Gorelli – primo Master of Wine italiano e Brand Ambassador di Vinvention – ha condotto questa interessante degustazione comparativa, dove in maniera anonima sono stati fatti degustare diversi campioni di vini di tipologie e provenienze diverse, chiusi con tappi diversi, in modo da cogliere le caratteristiche degli stessi. Le bottiglie sono state tappate in linea, ossia provenienti dallo stesso lotto e annata con tappi differenti per permeabilità, così da comprendere al meglio gli effetti e le differenze organolettiche tra le diverse soluzioni di chiusura.

Come ha più volte sottolineato Gabriele Gorelli: “Conosco Vinventions da diversi anni, avendone seguito da vicino l’evoluzione e condivido l’approccio con cui l’azienda si orienta per permettere una maggiore valorizzazione del vino, l’attitudine alla relazione umana e soprattutto al rispetto dell’ambiente”. Per l’occasione è stato coinvolto anche Andrea Farinetti dell’azienda Fontanafredda, che non solo ha raccontato la sua testimonianza diretta in merito alla scelta delle chiusure della linea Nomacorc, ma il suo Docg Roero Arneis e il suo Barolo Docg Serralunga D’alba, sono stati tra i vini protagonisti dell’esperimento degustativo. Un esperimento che ha messo in luce l’importanza della gestione dell’ossigeno (si parla di tenori d’ossigeno) e soprattutto di come, in base alla tipologia di tappo impiegato, cambia totalmente l’espressione del vino nel bicchiere; dalla versione più chiusa a livello olfattivo-gustativo – come il Nomacorc Reserva – a quella che rivela il giusto compromesso in termini di eleganza e di perfetto equilibrio con l’utilizzo dei tappi della linea Nomacorc. La scelta del tipo di chiusura viene personalizzata in base all’esigenza e la filosofia che il produttore intende perseguire.

La degustazione

Di seguito i vini proposti per la degustazione comparativa:

Docg Roero Arneis Paradlupo 2018 Fontanafredda, un vino che ha fatto solo acciaio imbottigliato nel 2019 (con le seguenti chiusure: Nomacorc Reserva della serie inertizzato sotto azoto; Nomacorc Select Green 100; Nomacorc Select Green 500, un tappo che ha dato 10 volte circa l’ossigeno che dà il Reserva). Evidenti le differenze che hanno messo in evidenza una maggiore chiusura dal punto di vista gusto-olfattivo, del vino tappato con il Reserva, rispetto al Select Green 500, che ha fatto si che il vino esprimesse profumi più ampi ma anche più evoluti, oltre a una maggiore larghezza gustativa.

Chianti Classico 2018 Casanuova di Nittardi Vigna Doghessa (con le seguenti chiusure: Sughero Monopezzo; Nomacorc Reserva e Nomacorc 300). In questo caso la chiusura con il Reserva ha dato molto più slancio e freschezza al vino, rispetto alla tradizionale chiusura con il sughero monopezzo, mentre nel caso del Nomacorc 300, il vino è risultato più fruttato e più largo al sorso.

Nero d’Avola 2022 Gambino Vini (con le seguenti chiusure: Nomacorc Select Green 100; Naturale Monopezzo; Tecnico Microagglomerato 30; Nomacorc Select Green 300). In questo caso il vino è stato pensato per essere più fresco e contemporaneo, caratteristica che sicuramente è risultata vincente attraverso la scelta del Nomacorc Select Green 100.

Docg Barolo Serralunga D’alba 2016 di Fontanafredda (Modalità di chiusura: Nomacorc Select Green 500; Nomacorc Select Green 300; Nomacorc Select Green 100 e Nomacorc Reserva). Questo è il campione che ha fatto discutere di più in quanto le differenze davano luogo ad espressività particolarmente diverse, per chi cerca un Barolo che allo stato attuale sia già più espressivo le chiusure più performanti sono state il Nomacorc Select Green 300 che ha dato luogo a un vino maggiormente bilanciato e il Nomacorc Select Green 100, che ha trasmesso le sensazioni di un Barolo più materico; nel caso del Nomacorc Reserva, che come abbiamo visto offre una chiusura maggiore, il vino ha presentato invece una prospettiva di vita lunga.

Una degustazione che ha permesso di apprezzare quanto il ruolo delle chiusure sia importante nel definire l’evoluzione di un vino.