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La degustazione

Terzer presenta il suo Appius 2015: “Vi dico perché i bianchi del Südtirol sono grandi vini”

22 Ottobre 2019
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(Hans Terzer e l'Appius 2015)

di Michele Pizzillo, Milano

Per un vino capolavoro come Appius, arrivato alla sua sesta uscita, ci vuole un palcoscenico ben più ampio di quello che possa offrire un piccolo centro montano dell’Alto Adige.

Questo, sembra, si siano detti il suo creatore, l’enologo Hans Terzer, il presidente Anton Zublasing e il direttore Gunther Neumair di San Michele Appiano, la cantina sociale dell'Alto Adige. Così, la decisione di portare a valle, a Milano, qualche bottiglia dell’ultimo Appius, invogliare un grande chef di cucina innovativa giapponese contaminata dai migliori ingredienti mediterranei, Wicky Priyan, del ristorante Wicky’s, a proporre sei piatti da abbinare al vino festeggiato e ad altri cinque splendidi bianchi prodotti dalla centenaria cantina altoatesina. Appius 2015, la sesta edizione del vino sognato da Hans Terzer, si conferma come capolavoro indiscutibile per le emozioni che offre alla sua degustazione. Alla perfezione raggiunta dall’enologo dopo un ventennio di estenuante lavoro – ti fa venire i brividi quanto racconta la storia di questo vino -, per l’ultimo Appius si aggiunge una vendemmia, quella del 2015, come una delle migliori dell’ultima decade, grazie all’ottimale maturazione delle uve utilizzate per la sua cuvée di vini bianchi concentrata sullo Chardonnay (55%) e completata da Pinot Grigio (20%), Pinot Bianco (15%) e Sauvignon (10%). 

Appius 2015 colpisce per la sua armonia tra profumi intensi, mineralità, vivace freschezza e persistenza aromatica. Cominciando dal luminoso colore giallo paglierino con riflessi verdognoli; seguito dall’intensa ricchezza di profumi, in primis i frutti tropicali, come ananas, mango, kiwi e banana, e in seconda fascia frutti a polpa bianca (mela, pera, melone, albicocca e pesca), lievi toni agrumati e discrete fragranze tostate e di tabacco. Il gusto è compatto, con una beva fresca, vivace che anticipa al palato una straordinaria rotondità sostenuta da note balsamiche di menta e resine alpine, nonché un finale lungo ed intenso.  La vinificazione di Appius, ha detto Terzer, avviene in botti di legno, così come la prima parte dell’affinamento svolta in barrique / tonneaux per circa un anno; segue poi un ulteriore affinamento di tre anni sui lieviti in tini d’acciaio inox.


(Appius 2015)

Appius, è il nome romano di Appiano, è nato sei anni fa con l’annata 2010, a cui sono seguite tutte le altre annate sino all’ultimo nato, il 2015. Il progetto ha l’obiettivo di realizzare ogni anno un vino capace di rappresentare fedelmente il millesimo e di esprimere la creatività e la sensibilità del suo autore, Hans Terzer, appunto. Anche il design della bottiglia e l’etichetta sono reinterpretati. Lo scopo è di concepire una “wine collection” in grado di entusiasmare gli appassionati di vino di tutto il mondo. Quest’anno la raffigurazione creativa di Appius, ideata e realizzata da Life Circus di Bolzano, esprime un concetto d’insieme e il legame tra natura e persone, la coesione tra il terroir, i viticoltori e la Cantina di San Michele Appiano. Una primordiale nube di particelle, che racchiude l’incessante movimento e l’addensarsi di elementi come terra, acqua, luce, stagioni, rappresenta la visione appassionata di ricerca verso l’eccellenza. Ogni edizione di Appius è limitata; del millesimo 2015 saranno disponibile 6.000 bottiglie, più qualche grande formato.


(Carpaccio di angus)

Per la degustazione di Appius, Wickys ha proposto il “sushi kan” (aburi nighiri differenti con base di riso bianco e condimenti speciali) ma, anche, il “carpaccio di angus” (carpaccio di angus scozzese con salsa di soia lavorata all’aceto di Champagne, salsa cremosa allo yuzu, sale di Maldon ed erba cipollina) nonché “oriental Sicilia” (gamberi rossi di Mazara del Vallo in due versioni, emulsione di pomodoro datterino, olio evo e pepe del Punjab, su foglia di daikon marinata in aceto di riso con tartare). 


(Oriental Sicilia)

Tutti i bianchi abbinati alla straordinaria cucina di Wicky – Pinot bianco, Pinot grigio, Sauvignon, Chardonnay e, ovviamente Appius – sono tutti della vendemmia 2015. Una scelta di Terzer per spiegare il perché oggi in Alto Adige, il 70% dei vini sono bianchi e solo il 30% rossi (che nel 1970 rappresentavano l’85%). Una svolta ottenuta con il miglioramento dei sistemi colturali adottati in vigna, alle tecnologie introdotte in cantina ma, soprattutto, la consapevolezza che le uve bianche, se trattate bene, possono dare grandissime soddisfazioni. Basta l’esempio del Pinot bianco, ritenuto non interessante perché dava il vino che si consumava in casa; o il Pinot grigio, per lungo tempo discriminato e il Sauvignon che oggi è sicuramente un punto di riferimento per l’enologia altoatesina.