Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 152 del 11/02/2010

IL MANIFESTO In difesa del Corfillac

11 Febbraio 2010
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IL MANIFESTO

I dipendenti scrivono a Lombardo: basta con questo braccio di ferro, non fa bene a nessuno

In difesa del Corfilac

Una lettera al presidente della Regione per sbloccare lo stallo finanziario del Corfilac. La firma è quella dei dipendenti del Consorzio di ricerca sulla filiera lattiero-casearia, fondato nel 1996 a Ragusa, fiore all’occhiello del mondo della ricerca e della sperimentazione su uno dei prodotti più amati dai buongustai: il formaggio.


Una lettera in cui si fa riferimento a quasi un milione e mezzo di euro attesi dall’ente e che la Regione siciliana non ha ancora accreditato una “omissione – si legge nel documento – che rischia ormai concretamente di provocare l’interruzione di tutte le attività che il Corfilac svolge a servizio di territorio e utenti, e mette a rischio il pagamento delle retribuzioni ai dipendenti, generando una condizione di pesante disagio e incertezza per il futuro”.
Un braccio di ferro, quello tra Regione Corfilac, venuto a galla già lo scorso anno, quando il presidente del consorzio, Giuseppe Licita, fu riconfermato per altri quattro anni fra le polemiche. Già allora, per la designazione del poltrona più alta, non si presenteranno allìappello i tre componenti designati dall’assessorato regionale all’Agricoltura e il componente del consorzio di bonifica della provincia iblea. Sul piatto la richiesta, arrivata proprio dall’assessorato, la necessità di rivedere lo statuto prima di procedere all’elezione del nuovo presidente. Richiesta respinta e polemica aperta.
Polemica mai chiusa causa, probabilmente, anche della lettera dei dipendenti del Corfilac, che adesso rischiano di fare le spese di questa situazione di tensione. Così i dipendenti chiudono la loro lettera a Raffaele Lombardo: “Le chiediamo di adoperarsi per quanto in suo potere, affinché vengano deposte – da chiunque le abbia imbracciate – le armi di quella che, per quanto piccola, potrebbe risolversi in una inutile guerra al massacro: alla fine ad essere realmente massacrato finirebbe per essere il pubblico interesse”.

M.V.