L’EVENTO/2
Il dibattito a Sorsi Iblei a Palermo, su un vino ancora giovane e che punta a farsi conoscere. Il presidente del Consorzio Ferreri: “Richieste e produzione in aumento”
Il Cerasuolo
si fa le ossa
È tanta la strada che ancora deve fare perché, nonostante la sua esclusiva denominazione Docg, il Cerasuolo di Vittoria è un vino giovane e poco conosciuto. Hanno concordato nel dirlo i produttori che, lo scorso venerdì 5 febbraio, hanno partecipato a Sorsi Iblei, la maxi-degustazione enologica organizzata da Cronache di Gusto in collaborazione con il circolo Telimar di Palermo, che ha ospitato l’evento.
Un momento di riunione e confronto, nel nome della promozione del territorio ibleo, che è anche passata attraverso la presenza a tavola del Siracusano Dop e delle proposte di finger food offerte da due dei più grandi chef della zona: Carmelo Floridia della Locanda Gulfi e Accursio Craparo del ristorante La Gazza Ladra. “Molto è stato fatto – ha detto Francesco Alia, dell’azienda Fià Nobile -, ma bisogna promuovere ancora di più le peculiarità del Cerasuolo di Vittoria che è decisamente un prodotto di qualità. È un vino poco conosciuto nonostante sia l’unico Docg siciliano e nonostante rappresenti un territorio, quello ibleo, vocato sia da un punto di vista enogastronomico che culturale”. Dello stesso parere anche Emanuele Arangio Febbo, presente con i prodotti della sua azienda Vindara, che tra la crisi e la ancora poca fama del Cerasuolo di Vittoria, è costretto a fronteggiare un calo delle vendite pari a circa il 30 percento della produzione annuale: “La mia è un’azienda nata appena nel 2005 – ha detto – e la crisi di questo periodo si fa di certo sentire sull’economia. Le vendite sono calate del 30 percento e credo che sia necessario lavorare affinché, quando si parla di vino siciliano, il primo riferimento non sia solo ed esclusivamente il Nero d’Avola”. Parole di conforto sono arrivate, però, dal presidente del consorzio Cerasuolo di Vittoria Docg, Francesco Ferreri, che ha detto: “Dal mio punto di vista, noto un crescente interesse verso il nostro vino, un aumento della richiesta e un incremento delle produzione. L’autoctono, se da un lato rappresenta il passato del territorio, dall’altro è destinato ad essere il futuro dell’enologia”. Su Sorsi Iblei Ferreri ha poi aggiunto: “Una serata positiva per l’affluenza della gente ma, soprattutto, per la grande qualità espressa dal vino, dal formaggio e dalla cucina dei grandi chef”. Mani in pasta, infatti, per Carmelo Floridia di Chiaramonte Gulfi e Accursio Craparo arrivato direttamente da Modica: “Con Sorsi Iblei è venuto fuori un forte senso di regionalità – ha commentato il primo – ed è stata un’occasione di scambio, dunque un punto di partenza per fare bene, tra produttori ed esperti del territorio ibleo”. “Le professionalità che sanno collaborare – ha aggiunto Craparo – fanno squadra e ottengono risultati. Nel corso dell’evento, parlavamo tutti la stessa lingua nel nome della promozione del territorio ragusano, di una provincia in crescita”.
P. Pi.