Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 114 del 21/05/2009

PROVATO PER VOI Per la pizza un clic non basta

21 Maggio 2009
pizza pizza

PROVATO PER VOI

Una Margherita impastata e cotta dall’innovativo distributore all’aeroporto Falcone Borsellino. Ingredienti freschi, preparazione divertente ma al momento la macchina non regge il confronto con le mani dell’uomo

Per la pizza
un clic non basta

L’illusione di una pizza prima di salire in aereo costa cinque euro. Il pomodoro c’è, la mozzarella pure, ci sono perfino l’origano e l’olio, a parte, per condire a piacimento, ma per il gusto bisogna rivolgersi altrove.

La Margherita non è una merendina qualsiasi e, per fortuna, nella partita tra la macchina e l’uomo, al momento, non c’è storia.  “Let’s pizza”, il distributore sistemato all’aeroporto Falcone Borsellino, a ridosso dei gate prima dell’imbarco, perde nettamente il confronto.

Almeno una volta, però, vale la pena provare, più che altro per vedere come si può rinunciare alle preziose mani del pizzaiolo. E allora ecco fuori dalla tasca la banconota da cinque euro e clic sul tasto Margherita. Ci sono anche le opzioni Salamino e Prosciutto, costano 6 euro, ma il vero gusto di una pizza si capisce dalla Margherita.

Bastano pochi minuti, il distributore dice due e mezzo, in realtà sono quasi cinque, e la pizza è pronta. Nel frattempo, il cliente con l’acquolina in bocca viene informato dal display sulle fasi di lavorazione. L’occhio non può far altro che fissarsi sul piccolo oblò rettangolare, l’unica finestra aperta sul distributore, lo spioncino per vedere come sta nascendo questa pizza. Il display dice: “Impasto”. Nell’oblò non si vede ancora nulla di commestibile. Solo una griglia circolare. Passa qualche secondo e, come per magia, sulla griglia viene calato l’impasto, un sottile strato bianco. La macchina dà una nuova informazione: pomodoro. La Margherita comincia a prendere colore. Poi la farcitura con la mozzarella. A questo punto, la griglia si alza leggermente. E’ la fase del posizionamento, come la chiama il display. Mezzo minuto di cottura et voilà, ecco la pizza. Esce all’interno di uno scatolo senza coperchio, bella fumante, pronta da mangiare. E l’aspetto è davvero invitante. Dal distributore viene fuori anche un piccolo astuccio. Dentro ci sono una forchetta e un coltello, un tovagliolo, una bustina di olio extravergine di oliva e una bustina di origano.

Ok, è stato divertente ma ora dopo aver condito la Margherita con un pizzico di spezie non resta che mangiarla. Le posate sono di plastica dura e il coltello è ben dentellato: la pizza si taglia molto bene, ma quando finisce sulle papille è una delusione. Sembra una piadina insipida. Nell’impasto di farina, forse, il pizzaiolo automatico ha dimenticato il sale. La mozzarella è filante ma poco gustosa, il pomodoro ha dato colore ma non sapore. D’accordo gli ingredienti saranno freschi, ma il risultato finale non è molto lontano da quello delle speedy pizza surgelate che si escono dal freezer e si scaldano nel tostapane. Quelle che mangiano i ragazzini, di pomeriggio, quando hanno finito le scorte di brioss. Ma la Margherita non è una merendina.
 

Francesco Sicilia