Mettere mano al disciplinare di una Doc non è cosa semplice. Però a un paio di anni dal varo la Doc Sicilia avrebbe bisogno di qualche correzione.
Ne è convinto Diego Cusumano (nella foto), produttore di vino che certamente contribuisce a far conoscere la nuova Doc con i propri vini. Il dubbio di Cusumano riguarda le rese per ettaro di uva consentita dal disciplinare. Spiega: “Va abbassata la quantità dell'uva prodotta in quei vigneti da cui si produrrà Doc Sicilia”. Anzi dimezzarla del tutto. “Cioè passare dagli attuali 130 quintali per ettaro a 70 quintali”, aggiunge. La proposta è di quelle che probabilmente farà discutere. Diego Cusumano sa bene che il dimezzamento della cosidetta resa per ettaro è la strada obbligata per alzare l'asticella della qualità. Il tema è da addetti ai lavori con importanti effetti sull'economia del comparto e quindi sulle sue prospettive. Con la scorsa vendemmia è possibile imbottigliare vini a marchio Doc Sicilia, una certificazione ottenuta dopo varie vicissitudini. E ora con 25 mila ettari di vigneto potenzialmente destinato alla produzione di vino Doc Sicilia le attese sono enormi.
Ma Cusumano vorrebbe scelte nette per limitare la quantità a vantaggio della qualità. “Non facciamoci guidare solo dagli aspetti commerciali. La base culturale nelle nostre scelte è la chiave di tutto. Se penso alla Doc Sicilia penso che devo riservarle alle mie etichette migliori e non a tutta la produzione possibile. Ci deve essere una scala. E dobbiamo preoccuparci di far poggiare la Doc Sicilia su qualcosa di solido che duri nel tempo e va comunicato nel modo più appropriato. Altrimenti i mercati, soprattutto quelli stranieri, non comprenderebbero”. La parola agli altri produttori.
C.d.G.