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Scenari

Emergenza siccità in Sicilia: ecco la situazione degli invasi sempre più vuoti dell’Isola

25 Aprile 2024
La diga di Pozzillo La diga di Pozzillo

In Sicilia è allarme siccità e per l’agricoltura è un dramma. Già si cominciano a vedere i primi segnali della mancanza d’acqua. Noi di Cronache di Gusto abbiamo effettuato una ricognizione di quasi tutti gli invasi più importanti per evidenziare la mancanza d’acqua. 

Sparse in tutta la regione ci sono 29 dighe e la situazione, analizzando i dati diffusi dal dipartimento regionale dell’autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia e confrontandoli con quelli dello stesso periodo del 2023, è drammatica. “Il problema principale è la mancanza di pioggia – dice Dario Cartabellotta, dirigente generale dell’assessorato all’agricoltura e commissario per l’emergenza idrica – e a fronte di 700 milioni di metri cubi di acqua invasabili, a oggi, aprile 2024, ce ne sono poco più di 150 milioni”.

In tutti gli invasi è possibile notare a distanza di un anno un dimezzamento generale di acqua, alcuni con numeri più che allarmanti. Dai più piccoli ai più grandi, la situazione non cambia. Come ad esempio la diga Garcia, nel territorio di Contessa Entellina, in provincia di Palermo. La capacità totale della diga a uso irriguo è di 80 milioni di metri cubi e a marzo 2023 la capacità invasata era di 49,53 milioni di metri cubi. A marzo 2024, esattamente un anno dopo, si parla di 23,14 milioni di metri cubi di acqua presente. Più che dimezzata. 

E ancora, guardiamo i dati della diga di Pozzillo, in provincia di Catania, l’invaso più grande dell’isola. La sua capacità è di 150,50 milioni di metri cubi: in un anno è scomparsa quasi la metà dell’acqua. A marzo 2023 era 7,40 milioni di metri cubi, oggi si è arrivati a 4,58 milioni. 

Alcune situazioni rimangono stabili rispetto all’anno precedente, come nella diga Ogliastro, tra Enna e Catania, dove la capacità di acqua invasata è rimasta stabile sui 23 milioni di metri cubi su 110 milioni di capacità totale e anche alla diga Trinità Delia, in provincia di Caltanissetta 5,20 milioni su 18 milioni di capacità totale. 

In generale, lo scarto di tutte le dighe siciliane rispetto all’anno precedente è di -31%. Si passa nel totale dei 29 invasi da 431,27 milioni di metri cubi di acqua a marzo 2023 a 299,09 milioni di metri cubi di acqua presente un anno dopo. 

Guardiamo un altro dei casi più emblematici: la diga Rosamarina, in provincia di Palermo. Per una capacità di 100 milioni di metri cubi, a marzo 2023 c’erano 43 milioni di metri cubi di acqua. Oggi sono 20,9 milioni e in un mese (da febbraio 2024 a marzo 2024) si è perso quasi un milione di metri cubi di acqua. 

E intanto alcune dighe rischiano fortemente di rimanere a secco, vuote. Come la diga Cimia in provincia di Caltanissetta: a marzo 2024 conta 1,1 milioni di metri cubi di acqua su una capacità di 10 milioni. Ma anche la diga Nicoletti, in provincia di Enna, tra i casi più eclatanti: di 20 milioni di capacità, oggi ci sono 1,66 milioni di metri cubi di acqua invasata. 

C’è da ricordare, poi, che il mese di marzo è stato il settimo consecutivo con precipitazioni inferiori alla norma del periodo, con un deficit di circa 300 millilitri d’acqua. La Sicilia è oggi l’unica regione italiana in zona rossa e i dati riportati in questa tabella lo dimostrano. 

L’estate è sempre più vicina, le precipitazioni inesistenti. E intanto le aziende agricole hanno sempre più paura degli effetti di questa siccità. Per le piante l’acqua, utilizzata ad uso irriguo, è fondamentale, vitale. Tra queste dighe quelle che forniscono acqua destinata solo all’uso irriguo sono gli invasi di Arancio, Cimia, Comunelli, Disueri, FuroreGorgo Lago, Nicoletti, Ogliastro, Olivo, Paceco, Rubino, San Giovanni, Santa Rosalia, Sciaguana, Trinità e Zaffarana. Ci sono poi dighe che oltre all’utilizzo di acqua per le campagne servono acqua a uso potabile. Come gli invasi di Ancipa, Castello, Fanaco, Garcia, Leone, Piana degli Albanesi, Poma, Prizzi, Rosamarina e Scanzano.