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Scenari

Le isole greche Covid-free per attirare i turisti? Gli hotel di Eolie ed Egadi: facciamolo pure noi

24 Febbraio 2021
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di Christian Guzzardi

La stagione turistica è alle porte e anche quest’anno amministratori e operatori di settore dovranno confrontarsi con l’emergenza Covid-19.

Tra le tante iniziative in essere spicca quella del governo greco che ha predisposto, come priorità nazionale, un piano straordinario di vaccinazioni per gli abitanti delle isole. Obiettivo del premier Kyriakos Mītsotakīs è quello vaccinare gli isolani con il duplice intento di proteggerli dal virus e di rendere tali destinazioni dei veri e propri paradisi liberi dalla pandemia. Un programma già operativo al quale si affianca l’idea di un “passaporto sanitario internazionale”. E noi? La geografia accomuna le isole greche a quelle attorno alla Sicilia. Ed allora, l’idea dei greci si può mutuare anche tra le Eolie e le Egadi?

“Si tratta di un’ottima idea – afferma Umberto Trani, general manager del Therasia Resort di Vulcano – Insieme a FederAlberghi abbiamo già chiesto, prima alla Regione Siciliana e poi al Ministero della Salute, che tutti i lavoratori del comparto turistico possano essere vaccinati al pari delle categorie più esposte. Al momento, però, la nostra richiesta non ha avuto alcun seguito ma confidiamo nel nuovo Ministero del Turismo che certamente giungerà alle stesse conclusioni del governo greco”. Dello stesso avviso è anche Danilo Conti, patron dell’enoteca San Bartolo Vineria & Dispensa di Lipari che dice: “Sono assolutamente favorevole. Vaccinare tutti gli abitanti significherebbe far guadagnare alle nostre isole lo status di zona bianca con tutti i vantaggi a ciò connessi”. Anche Emanuele Vitrano, albergatore e proprietario di Punta Scario a Salina, si dice favorevole alla proposta greca: “Sarebbe un’iniziativa da estendere a tutte le isole del territorio nazionale. Vaccinare tutti, oltre che una sicurezza per operatori e turisti, scongiurerebbe il rischio di dover prevedere delle aree destinate all’isolamento dei potenziali positivi. Aree che, tra l’altro, non sono ancora state individuate dagli organi competenti nonostante le richieste di noi operatori”.

(Clara Rametta, Giuseppe Siracusano ed Emanuele Vitrano)

Più dubbioso invece, Giuseppe Siracusano, proprietario dell’hotel Ravesi di Salina che dice: “L’obiettivo “Covid free” rappresenta probabilmente ancora un’utopia, ma ciò non significa che non siano attuabili delle misure capaci di ridurre drasticamente il rischio. Penso, per esempio, alla creazione di alcuni filtri di accesso in cui effettuare test rapidi o fornire un lasciapassare a chi è già stato vaccinato. Più che sulle isole minori, però, probabilmente sarebbe opportuno ragionare sull’intera Sicilia. Basterebbe, infatti, prevedere dei controlli in tutti i principali porti e aeroporti della regione”. Lancia un piccolo allarme Maria Guccione, già albergatrice, ristoratrice e assessore alla Cultura di Favignana: “È fondamentale creare dei punti di vaccinazione in loco per le categorie a rischio e per chi lavora nel settore del turismo. I dati dello scorso anno ci dicono che la maggior parte degli abitanti che hanno contratto il virus erano proprio ragazzi e ragazze che lavoravano negli alberghi e nei ristoranti”. E il sindaco di Favignana Francesco Forgione aggiunge: “Per quanto lodevole ritengo che la proposta avanzata da FederAlberghi di vaccinare prioritariamente gli operatori turistici non sia sufficiente. È necessario che ad essere vaccinata sia l’intera popolazione. La dimensione insulare, spesso vissuta come un handicap, si trasformerebbe così in una risorsa”.

Ad apprezzare l’idea greca è anche il sindaco di Lampedusa e Linosa Salvatore Martello, il quale sposta l’attenzione anche su ulteriori vantaggi che un piano straordinario di vaccinazioni potrebbe avrebbe sulle isole: “Bisogna valutare un aspetto che riguarda le infrastrutture sanitarie, spesso ridotte o carenti nelle piccole isole. In questo senso un paziente positivo è ‘ancora più a rischio” se si trova in un’isola minore poiché in caso di una situazione clinica seria lo si dovrebbe trasferire, probabilmente in elisoccorso, in una struttura di un altro comune. Qui in mezzo al mare abbiamo esigenze ed opportunità particolari, in tal senso il modello-Grecia potrebbe essere un esempio da imitare”.
Pareri discordanti arrivano, invece, sul tema del passaporto sanitario. Clara Rametta, sindaco del comune di Malfa e proprietaria dell’Hotel Signum, dice: “Potrebbe essere un’ottima soluzione soprattutto alla luce del fatto che, sempre più, si stanno diffondendo delle varianti del virus. È un aspetto di cui tener conto dal momento che una grande percentuale di turisti che arrivano sull’isola è di provenienza straniera”. Favorevole anche Danilo Conti che dice: “Il passaporto sanitario certamente aiuterebbe ad eliminare l’utilizzo dei presidi di sicurezza e delle regole di distanziamento. Potrebbero essere utili, tuttavia, anche dei punti di controllo nel porto di Milazzo in cui effettuare dei test rapidi”.

Non è dello stesso parere il sindaco di Favignana che risponde: “Ritengo si tratti di un obiettivo più complicato da raggiungere. Dobbiamo evitare di avanzare proposte populiste ma dobbiamo fare, invece, delle richieste concrete che la Regione e lo Stato possano accogliere facilmente”. Qualche dubbio arriva anche da Maria Guccione che afferma: “Mi sembra una misura drastica, meglio forse introdurre soltanto dei test rapidi di controllo”. Un piano programmatico di vaccinazioni, la sicurezza di lavoratori e turisti come priorità, la necessità di tornare a vivere la stagione turistica in tranquillità. Ma possiamo fare di più? Quali altre azioni possiamo affiancare al modello greco?
Umberto Trani suggerisce: “Un altro grande tema resta quello dei vettori che curano i collegamenti per le isole; è necessario che questi ripartano al massimo delle loro possibilità, altrimenti sarà davvero difficile che la stagione turistica possa avviarsi al meglio”. Non si concentra esclusivamente sulla stagione turistica, ma guarda oltre, il sindaco di Favignana. “Stiamo lavorando per incrementare il south working – spiega – e ospitare chiunque voglia venire sulle nostre isole. Le Egadi, così come le altre isole siciliane, potrebbero rappresentare un luogo sicuro, lontano dalle grandi città, in cui vivere e lavorare finchè la vaccinazione non avrà raggiunto alte percentuali”.
“Un’altra iniziativa interessante – aggiunge Emanuele Vitrano – potrebbe essere quella di prevedere delle assicurazioni per rimborsare almeno parzialmente chi si troverà impossibilitato a godersi le proprie vacanze a causa della pandemia. Al momento sembra però che a prendere in considerazione questa possibilità non siano le istituzioni ma soltanto realtà del mondo privato”.