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Scenari

Nasce “Autentico”, l’associazione del cibo da strada: “Portiamo in giro le nostre eccellenze”

05 Agosto 2020
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di Giorgio Vaiana

Si chiama “Autentico cibo di strada” la nuova associazione che racchiude sei grandi eccellenze italiane dello “street food”.

Un’idea di sei imprenditori che hanno voluto rendere ufficiale la loro amicizia, ma soprattutto hanno voluto creare uno strumento di promozione delle eccellenze che ogni giorno vendono nelle loro città. “Da una lunga e consolidata amicizia di colleghi “di strada” – racconta Fabio Conticello patron storico dell’Antica Focacceria San Francesco di Palermo – nasce l’associazione. Ci accomuna non solo la passione per quello che facciamo, ma anche quello di essere impegnati in prima linea per la difesa e promozione delle nostre specialità territoriali”. I sei amici parlano di questo progetto da tantissimo tempo. “Se guardiamo alla storia recente e quindi degli ultimi 20 anni – prosegue Conticello – ci siamo trovati fianco a fianco più volte in giro per l’Italia e non solo tra le feste e gli eventi. Tutto è iniziato a Cesena, con il festival internazionale del cibo di strada. Fu il precursore di eventi a tema ormai quasi esasperati. A volte vedo tanta improvvisazione, non solo nella parte organizzativa, ma anche di chi sta dietro agli stand che finisce per penalizzare e non promuovere il prodotto che vende. Ecco il senso dell’associazione: quello di offrire un pacchetto completo di sei eccellenze del cibo di strada riconosciute, una professionalità e un’autenticità del prodotto venduto. E da qui deriva anche il nome della nostra associazione”.

(Nella foto, al centro Francesco Biasi con il suo staff)

E così eccoli i magnifici sei. C’è appunto Fabio Conticello con l’Antica focacceria San Francesco e quindi pane con la milza, panelle, crocchette di latte, crocchè di patate, arancine e cannoli; poi Lucio Bernini che rappresenta il consorzio della focaccia con il formaggio di Recco e dodici ristoranti della cittadina ligure; Leonardo Torrini del Trippaio di Gavinana e quindi il Lampredotto di Firenze; Ze’ Migliori, patron e titolare dell’omonima azienda di Ascoli Piceno con le mitiche olive all’ascolana; Maurizio Cutropia patron della bracevia A tutta pecora e i suoi arrosticini; Francesco Biasi di Alberobello di Quelli della bombetta.

(Il logo dell’associazione)

“Siamo una buonissima rappresentanza dell’offerta gastronomica dei cibi di strada nazionali – prosegue Conticello – Obiettivo è quello di favorire e favorirci nei nostri territori di appartenenza, di proporci e proporre anche gli altri, insomma andare avanti uniti”. La prima uscita ufficiale di Autentico sarà dal 27 al 31 agosto nel corso dell’evento “Fermenti, che si terrà all’interno del porto turistico di Pescara. “Stiamo cercando un ritorno alla normalità – conclude Conticello – L’obiettivo principale di Autentico è quello di trasferire ai nostri clienti l’idea del cibo di strada fatto da professionisti, che sia un prodotto con la sua identità e appunto autenticità”.

Antica Focacceria, da Feltrinelli a Cirfood
E a proposito di Antica Focacceria San Francesco, ci sono importanti novità. Feltrinelli, ha ceduto lo scorso aprile il suo pacchetto azionario a Cirfood di Reggio Emilia. La società ha acquisito il marchio storico che conta 11 locali sparsi su tutto il territorio e ha voluto fortemente come consulenti Fabio e Vincenzo Conticello, quinta generazione della storica attività aperta a Palermo nel 1834. “Abbiamo siglato con Cirfood un contratto di consulenza – dice Conticello – Il nostro obiettivo, adesso, è quello di riallineare l’offerta che un po’ si era smarrita, nel senso della stagionalità dei prodotti. Per esempio cercheremo di rimettere in menù i piatti storici, come i rigatoni con il ragù di tonno che in estate non possono mancare, così come la pasta con i broccoli, offerta tipica autunnale. Oltre alla presenza del pesce fresco e una serie di piatti del giorno che erano diventati un po’ il simbolo della nostra offerta e che negli ultimi anni erano stati un po’ messi da parte. Era diventato tutto troppo standardizzato. E se questo magari non era visibile nei numeri, credo che era visibile in una sorta di disamoramento da parte della clientela storica che aveva notato un po’ la perdita di quel luccichio che ci aveva da sempre contraddistinti”.