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Scenari

Nomisma, in Italia consumi di vino (finalmente) stabili: crescono Dop e Igp

20 Giugno 2019
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(Denis Pantini, Franceco Liantonio e Giuseppe Liberatore)

di Marco Sciarrini, Roma

All’interno della presentazione dei dati di ValorItalia (ne parlavamo in questo articolo>), interessante l'approfondimento “Scenari di mercato e prospettive di sviluppo per i vini italiani Dop/Igp” che Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor, ha illustrato al pubblico presente. 

In particolare il focus si è sviluppato sui seguenti punti: Come cambia il mercato globale del vino; Evoluzione di consumi & export di vino italiano; Export vini Dop: trend quinquennale per tipologia e mercati; Export primo trimestre 2019: le performance dei vini Dop e Igp. In Italia i consumi sono finalmente stabili, ma in evoluzione per tipologia. Si è evidenziato come per il periodo 2008-2018 i vini fermi sono stati 19,8 milioni di ettolitri con un peso dell’87%, per un Cagr (dall’acronimo anglosassone Compounded Average Growth Rate, rappresenta la crescita percentuale media di una grandezza in un lasso di tempo), di – 2,3%, mentre per gli Sparkling, con riferimento al medesimo periodo i consumi sono stati 3,1 milioni di ettolitri, con un peso del 13%, ed un Cagr del + 4,6%. Nella Gdo i consumi sono risultati in calo, mentre la produzione Dop tiene e cresce in valore, le Igp, nelle vendite di vino confezionato (2018), in valore, sono state il 79%, mentre gli altri vini il 21%. Per quanto riguarda i volumi, le prime sono il 60% e i secondi il 40%.

C’è da sottolineare, come Nomisna ha svelato che al vertice dei criteri più importanti nella scelta di un vino da acquistare/consumare, la tendenza del consumatore italiano è quella di scegliere in base a denominazione e territorio. Infatti per Regione/territorio di produzione abbiamo il 39%, mentre per Denominazione Doc/Docg il 34%. Cambia anche la composizione delle tipologie di vini dell’export in percentuale sul totale a valori. Infatti facendo un raffronto tra l’export totale 2010 (3,9 miliardi di euro) e quello del 2018 (6,2 miliardi di euro, si riscontra un calo dal 45,7% al 38,9% per i rossi fermi, ed un aumento per gli spumanti dall’ 11,4%  al 24,6%, mentre per le altre tipologie le variazioni sono minime. Il 91 % dell’export a valore dei vini imbottigliati (in confezioni fino a 2 litri) è Dop/Igp, infatti le denominazioni hanno un + 68% (da 3099 milioni di euro del 2010 ai 5196 del 2018).

La fotografia delle principali tipologie di vini Dop/Igp esportate per valori nel 2018 sono state i rossi fermi Dop con il 28,6% seguita dagli spumanti Dop per 24,7% , al terzo posto i bianchi fermi Dop con il 16,%. Le variazioni di questa categoria, che si sono manifestate partendo dai dati 2013 per arrivare al 2018, sono stati un +128% per gli spumanti Dop, seguito dagli spumanti Igp con il 73% e proseguendo i bianchi fermi Dop con il 30,5%, (per i bianchi fermi Dop e Igp la variazione è stata calcolata sul periodo 2017/2013 al fine di evitare gli effetti “distorsivi” derivanti dalla nuova denominazione “delle Venezie” Dop), stessa percentuale per i frizzanti Dop, per arrivare ai rossi con i fermi Igp al 24,8%. Si è poi passati ad analizzare il mercato dei rossi Dop, dove quelli Piemontesi pesano di meno, ma aumentano di più nell’export. Infatti dal 2013 al 2018 la media nazionale ha visto un aumento del 7,2%, ed analiticamente, i vini Piemontesi hanno aumentato del 13,6%, i Veneti del 5,9%, i Toscani 3,5%.

Passando poi ai mercati dell’export il dato in valori del solo 2018 ha visto primeggiare gli Stati Uniti per un 25,9%, la Germania del 14,7%,il Regno Unito per il 14,2%, la Svizzera per il 6,1%. Il dato è stato commentato anche in funzione delle minacce da parte Americana, e sulle conseguenze commerciali, di eventuali dazi sull’importazione del nostro vino.  Mentre per quel che riguarda il dato dal 2013 al 2018, sempre in valori, ha visto balzare la Cina al +69,9% seguito da: Francia +66,2%, Regno unito + 61,4%, Stati Uniti 35,7%, Svezia 25%, Canada 20, 1%, Giappone 6 %, Germania 5,6%. Nel primo trimestre del 2019 aumenta l’export dei vini Dop, ma cala quello degli Igp, in particolare si ha un + 26% per i bianchi fermi Dop, e un – 32,7% per i bianchi fermi Igp,  + 5,4% per spumanti Dop e – 7,4% spumanti Igp, rossi fermi Dop + 7,6% rossi fermi Igp 0,5%. Un sostanziale equilibrio si trova tra i frizzanti dove gli  Igp hanno fatto un + 10,9% e i frizzanti Dop +7,9%.

Dato sorprendente è stato vedere come i dati a confronto tra il primo trimestre 2018 e quello del 2019, relativo all’export Dop, abbia avuto un’impennata nel  Regno Unito senza precedenti, tanto da far pensare ad un effetto Brexit  con incetta di scorte prima che siano applicati oneri aggiuntivi. Infatti per i bianchi fermi troviamo un + 106,1%, (dove chi segue a ruota è il Canada con il 58,9% dove anche qui l’effetto Brexit potrebbe pesare), per i rossi fermi 49,1% ( il primo paese a seguire è la Svizzera con + 13,3%).