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Vino della settimana

Irpinia Aglianico Dop Quattro Cerri 2019 di Masseria Della Porta

16 Settembre 2023
L'etichetta del Quattro Cerri 2019 L'etichetta del Quattro Cerri 2019

Ci troviamo a Montaperto, frazione di Montemiletto, piccolo centro irpino il cui territorio ricade nell’area della Docg Taurasi. Masseria Della Porta nasce all’inizio degli anni Duemila, quando il giovanissimo Achille Della Porta inizia ad occuparsi prima del frutteto di località Acqua Sala e da lì a poco, nel 2003, pianta il primo vigneto. Forte dell’insegnamento dei nonni Alfredo e Achille che gli hanno trasmesso la passione per la campagna e della tradizione di una famiglia che produceva vino tra la prima e la seconda guerra mondiale, Achille vuole unire l’antico sapere con la scienza moderna, mettendo a frutto le conoscenze acquisite all’Università, con una laurea in Agraria presa nel 2011. L’idea è quella di una tenuta a coltura mista, qualcosa di simile a quello che si è sempre fatto nelle masserie del luogo, dove troviamo una notevole biodiversità e il vigneto viene coltivato insieme all’uliveto e al frutteto. Si pratica un’agricoltura integrata con attenzione alla fertilità del suolo e all’equilibrio dell’ecosistema in cui è inserito il vigneto. Non vengono utilizzati diserbanti, né concimi chimici e gran parte del lavoro è svolto manualmente.

La prima annata imbottigliata e immessa sul mercato è la 2015, anche se in realtà si vendemmia già dal 2006, portando avanti numerose prove e sperimentazioni. Questo perchè Achille ha in mente un progetto preciso per cui vuole comprendere a fondo il territorio e sviluppare la sua idea di vino. Oggi i vigneti si estendono complessivamente per 4 ettari, tutti dislocati nel territorio di Montemiletto e per circa tre quarti costituiti da Aglianico (ci sono anche 0,7 ettari di Coda di Volpe e 0,4 ettari di Fiano). Il nucleo principale dell’azienda è costitutito da una proprietà di 8 ettari che ne comprende 3 vitati nei quali troviamo il cru aziendale, vigna Quattro Cerri (1 ettaro). Vi sono poi altre piccole parcelle: 0,25 ettari di Aglianico in località Scarani, 0,4 ettari di Fiano in località Fiego-Terra Leva e un’altra vigna di Aglianico di mezzo ettaro che nascerà nel prossimo inverno. Ogni anno vengono prodotte mediamente 6 mila bottiglie, ma l’obiettivo è arrivare presto a 10 mila, restando sempre una piccola cantina artigianale con vini di alto profilo.

Al momento sono due le etichette, un Taurasi Docg e un Irpinia Aglianico Dop, entrambe denominate Quattro Cerri poiché provengono esclusivamente da questo vigneto. Durante le degustazioni fatte quest’anno in Campania, l’Irpinia Aglianico Dop Quattro Cerri 2019 è uno dei rossi che ci ha maggiormente convinto per territorialità e qualità. E’ fatto con uve provenienti dall’omonimo vigneto, situato a 400 metri sul livello del mare con esposizione sud-sud ovest, nelle immediate vicinanze del borgo di Montaperto. Qui viti di Aglianico di circa 17 anni di età vengono allevate a controspalliera con potatura a cordone speronato su un terreno franco-argilloso che contiene lembi di coperture piroclastiche. La densità d’impianto è di 2.600 ceppi per ettaro, mentre le rese si aggirano intorno ai 40 quintali per ettaro. La vendemmia ha luogo durante l’ultima decade di ottobre. La vinificazione prevede una fermentazione alcolica effettuata in serbatoi di acciaio inox con almeno 15 giorni di macerazione sulle bucce e rimontaggi quotidiani. Segue la malolattica che viene svolta in legno nella primavera successiva alla vendemmia. Il vino ottenuto matura in barrique di rovere per 12 mesi. Non viene fattta nessuna chiarifica, né filtrazione, ma solamente travasi per la decantazione naturale. Prima dell’immissione in commercio è previsto un periodo di affinamento in bottiglia.

Il colore dell’Aglianico Quattro Cerri è già un eloquente biglietto da visita, un rosso rubino impenetrabile che ci fa capire la densità e la forza della materia liquida che si trova nel calice. Pulito, fine e intenso il naso, nel quale profumi di frutta rossa e prugna sono impreziositi da una speziatura con il pepe nero in primo piano e da un tocco di erbe aromatiche. E’ evidente un profilo giovanile che non esprime ancora tutto il potenziale di questo Aglianico, ma che comunque mostra chiaramente un carattere composto, quasi rigoroso, attraverso la perfetta maturità del frutto e l’assenza di qualsiasi sbavatura. Il sorso è strutturato, avvolgente e pieno nel gusto, ma anche fresco e vivo, grazie all’ottima acidità e all’energia di una progressione che conduce ad un finale lunghissimo dal timbro minerale. Fitti, vellutati e ben integrati i tannini. E’ un vino davvero buono che non esitiamo a definire un fuoriclasse nella sua tipologia per incisività e precisione. Bevetelo con i piatti importanti a base di carni rosse, la selvaggina e i formaggi stagionati. Vi consigliamo inoltre di conservarne qualche bottiglia in cantina, sicuri che potrà regalarvi piacevoli sorprese nei prossimi anni.

Rubrica a cura di Salvo Giusino

Masseria Della Porta
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