Villa Dora si trova nel territorio di Terzigno, piccolo centro della Doc Vesuvio situato sul versante sud est del Vulcano, all’interno della zona di produzione conosciuta come “Vesuvio Terra” (l’area vesuviana è divisa in 4 parti: Monte Somma Mare, Monte Somma Terra, Vesuvio Mare e Vesuvio Terra). Nasce nel 1997 per iniziativa di Vincenzo Ambrosio che, avvalendosi della consulenza dell’enologo Roberto Cipresso, vuole portare avanti un ambizioso progetto: produrre vini da invecchiamento. Oggi in azienda ad affiancarlo ci sono la figlia Giovanna e il nipote Vincenzo Orabona, giovane attento e appassionato che può già vantare importanti esperienze lavorative all’estero presso cantine del calibro di Ostertag in Alsazia e Egon Müller nella regione vinicola della Mosella. I vigneti, 22 ettari in tutto di cui 3 non ancora in produzione, si trovano tra i 250 e i 300 metri sul livello del mare all’interno di una tenuta che si estende per 60 ettari e comprende anche 7 ettari di oliveto. Si coltivano in biologico varietà autoctone come Caprettone, Falanghina, Piedirosso e Aglianico. Le viti, per l’80 per cento a piede franco, si trovano su un terreno di natura vulcanica ricco di cenere e lapilli. La produzione complessiva annua è di 180 mila bottiglie, con una gamma di 9 etichette composta da vini bianchi, rossi e rosati delle varie denominazioni presenti nella zona.
Villa Dora è una delle pochissime aziende in grado di proporre ai clienti numerosi vecchi millesimi dei suoi vini più importanti. Nelle cantine sono conservate verticali che raggiungono una profondità di 20 annate, tutte ancora in vendita. E non finisce qui, infatti la qualità di ogni bottiglia è garantita ed eventuali vini ossidati vengono cambiati. Una scelta lodevole che aggiunge valore al lavoro svolto. Abbiamo degustato l’annata 2022 del Lacryma Christi Bianco Vigna del Vulcano, vino simbolo dell’azienda che viene prodotto da oltre vent’anni. Caprettone per l’80 per cento più un 20 per cento di Falanghina, è ottenuto da uve provenienti da viti a piede franco con un’età media di 70 anni che crescono a circa 250 metri sul livello del mare in una parcella esposta a sud ovest. Il sistema di allevamento utilizzato è la tradizionale pergola vesuviana con densità d’impianto di 5 mila ceppi per ettaro e rese contenute che si attestano sui 70 quintali per ettaro. La vendemmia viene eseguita manualmente con scrupolosa selezione dei grappoli, durante il mese di settembre. La vinificazione prevede fermentazione a temperatura controllata in serbatoi di acciaio inox, seguita dall’affinamento sulle fecce nobili che si protrae per 10-12 mesi. Durante questo periodo vengono effettuati batonnage con una frequenza che si riduce nel tempo, passando da due volte a settimana nella fase iniziale a una volta ogni due settimane dopo alcuni mesi. Prima dell’immissione in commercio è previsto almeno un anno di riposo in bottiglia. Nel 2022 l’andamento climatico ha visto il caldo dominare il mese di luglio e poi alcune piogge ad agosto che hanno aiutato non poco le piante, permettendo inoltre di mantenere ottimi livelli di acidità a favore di un grande equilibrio che è l’emento caratterizzante nei vini di questa ottima annata.
Versato nel calice, il Vigna del Vulcano si fa subito apprezzare per il suo colore, un bel giallo paglierino intenso e brillante. Variegato il naso, nel quale fini profumi di frutta a polpa bianca e gialla matura risultano affiancati da sottili sentori di erbe aromatiche e da un tocco agrumato. Completano il bouquet richami di pietra focaia e una nota marina dal timbro iodato. E’ un profilo che si distingue per pulizia e integrità, regalandoci tanto sin da ora, ma facendoci anche immaginare un’interessante crescita con il tempo. Il sorso è fresco, ben articolato, spiccatamente sapido e molto lungo. Colpisce sia per la tessitura fitta e ordinata, sia per l’equilibrio gustataivo. Un bianco dalla precisa personalità che combina un’anima vulcanica con elementi di stampo mediterraneo, mostrando le potenzialità di un terroir unico che, a nostro parere, ha ancora notevoli margini di crescita. Lo berremo per molti anni, seguendolo nella sua lunga evoluzione. Può essere abbinato a tantissimi piatti della cucina di mare, dagli antipasti e i primi a base di molluschi e crostacei alle fritture e ai secondi di pesce.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Villa Dora
Sp Zabatta, 252 – Terzigno (Na)
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