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Vino della settimana

Vino della settimana – Fiano di Avellino Docg 2020 della cantina Di Meo

06 Novembre 2021
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di Federico Latteri

La storia dell’azienda Di Meo inizia nei primi anni Ottanta, quando i fratelli Erminia, Generoso e Roberto di Meo rilevano la storica azienda agricola dei genitori a Salza Irpina, piccolo centro non lontano da Avellino.

La tenuta, appartenuta in passato ai principi Caracciolo, si trova in un’area collinare e al suo interno è presente un casino di caccia del Settecento. Nel 1986 arrivano i primi vini. Sin da subito l’obiettivo è quello di valorizzare il territorio con le sue tipicità e il suo patrimonio di cultura e tradizioni attraverso rossi e bianchi da vitigni autoctoni. Oggi i vigneti si estendono complessivamente per 30 ettari, distribuiti negli areali delle tre Docg irpine.

La porzione più estesa si trova a Salza Irpina (area Docg Fiano di Avellino), dove ci sono quattro differenti vigne di Fiano che si estendono dai 520 ai 550 metri sul livello del mare, i vigneti per il Greco di Tufo sono situati a Santa Paolina (480 metri sul livello del mare) e a Montefusco (750 metri sul livello del mare), mentre a Montemarano, a 850 metri di altitudine, c’è la parcella più alta della Docg Taurasi, nella quale oltre all’Aglianico si coltiva la Coda di Volpe. Vengono prodotte circa 450 mila bottiglie l’anno.

Le diverse etichette sono divise in due linee, una classica denominata “Tradizione” e la “Tempo”, dedicata alle riserve che vengono immesse in commercio dopo affinamenti molto lunghi. Importante anche l’associazione culturale fondata e presieduta da Generoso Di Meo, “Di Meo Vini ad Arte”, sodalizio che trova la sua prefetta espressione nel Calendario Di Meo, dal 2003 interessante contenitore di foto d’autore e testimonianze di artisti e intellettuali.

La qualità dei vini è decisamente alta, come ci dimostra il Fiano di Avellino Docg 2020, uno dei bianchi d’ingresso della gamma che stupisce per stile e piacevolezza. E’ frutto di vigneti esposti a nord est, situati a 520 metri sul livello del mare su un terreno di natura prevalentemente argillosa. Le viti, allevate a spalliera con potatura a guyot monolaterale, sono state piantate nel 2003. La raccolta dei grappoli accuratamente selezionati viene effettuata a mano in piccole cassette durante la prima decade di ottobre. Diraspatura, criomacerazione e pressatura soffice delle uve sono seguite dalla fermentazione alcolica che si svolge in serbatoi di acciaio inox a temperatura controllata. Prima di essere immesso in commercio, il vino affina per circa sei mesi tra acciaio e bottiglia.

Nel calice si presenta di colore giallo paglierino carico. E’ fine e pulito all’olfatto con sentori floreali, un tocco muschiato e un sottofondo di frutta a polpa gialla. Il bouquet presenta un profilo basato su delicatezza e definizione. Nulla tende a prevalere, i profumi risultano perfettamente leggibili all’interno di un insieme ben armonizzato. Al palato riscontriamo viva acidità, una progressione ordinata, sapidità, equilibrio e buona lunghezza. Il gusto è intenso, ma grazie alla precisione nell’espressione aromatica, questo Fiano mostra un’eleganza non comune per la tipologia. Può essere abbinato a tanti piatti della cucina di mare, compresi quelli ricchi e saporiti, a primi di vario genere e a preparazioni a base di verdure e ortaggi. Provatelo anche con i formaggi freschi.

Rubrica a cura di Salvo Giusino

Di Meo
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