Quattro linguaggi che si mescolano dando vita a Palermo al primo secret listening bar del sud Italia. L’insegna all’esterno di piazza San Carlo 9, a due passi da piazza Rivoluzione, recita Minimarket, ma gli scaffali di questo piccolissimo negozio, in realtà nascondono molto altro. “Ciò che cerchi non è sugli scaffali” è il pay off perfetto per questo secret cocktail listening hi-fi bar, al quale si accede solo su prenotazione e solo dopo essere entrati in possesso dell’ingrediente segreto (svelato solo a chi prenota tramite il sito internet) che, come per magia, trasforma uno degli scaffali del negozio in una porta segreta dietro la quale ha vita la magia di intrecciare musica, arte, cocktail e cucina.
Nato dalle menti e dai viaggi in giro per il mondo dei fratelli Daniel, Greta e Priscilla Bellavista, che a Palermo gestiscono il ristorante e cocktail bar di famiglia “Locale”, Minimarket è il format che mancava in città. Entrare nell’antro “segreto” è come fare un viaggio nello spazio e nel tempo: sei a Palermo ma potresti essere in qualsiasi capitale del mondo. L’ambiente, minimale e moderno, è suddiviso in stanze: la prima è la cocktail room nella quale, a dominare la scena, è il cocktail bar con il suo bancone; la seconda intermedia è una saletta più intima e avvolgente grazie ad un gioco di specchi e luci; infine la listening room, alla quale si accede attraverso una tenda fonoassorbente. Qui l’esperienza sensoriale si acuisce e la musica è trasmessa con impianti di altissima qualità. I cocktail sono preparati a vista al tavolo dal barman che arriva con un carrello della spesa adattato a cocktail station. E questo è anche il luogo in cui si può assaggiare la cucina di Minimarket.
“Questo è un luogo dall’anima internazionale e siamo contenti di come sta andando anche perché non c’erano altri esempi in città di locali come questo – dice Daniel Bellavista – Ho visto tanti locali come questo in giro per il mondo e mi faceva piacere portare nella mia città questo tipo di esperienze per cui ho detto alle mie sorelle proviamo, osiamo. Palermo sta rispondendo in maniera entusiasta. La città sta cambiando volto e ci sono sempre più concept internazionali per un pubblico trasversale. Anche noi abbiamo quest’anima e si percepisce”. Come i secret cocktail bar diffusi nelle città del mondo, Minimarket trae origini dagli speakeasy nati durante l’epoca del proibizionismo, luoghi dove venivano vendute illegalmente bevande alcoliche: per entrare, infatti, era necessaria una parola d’ordine o un particolare segnale. Nel caso di Minimarket, alla parola segreta si sostituisce un prodotto promozionale in codice da richiedere alla cassa del minuscolo market.
La parte listening, invece, trae ispirazione da una tendenza che si rifà ad un concept nipponico degli anni ’50. In Giappone esistevano i jazz kissa (il nome deriva da kissaten, negozi di tè che si svilupparono nei primi anni del Novecento e si specializzarono nel servire caffè e alcolici), in un periodo in cui i vinili erano oggetti particolarmente costosi. In questi luoghi perfetti per la socialità, la musica era assoluta protagonista trasmessa dai giradischi e amplificata da impianti audio di altissima qualità. La drink list si ispira alla lista della spesa per i nomi dei cocktail, ed è opera dell’executive barman Francesco Di Verde, coadiuvato al bancone dal bartender Umberto Cangelosi. Si spazia da cocktail creati al momento come ad esempio Cachaça, liquore al peperoncino sudamericano, pepe rosa, agave e lime o come lo scenografico e fresco “Saponette”: una bacinella azzurra come calice e miscelati all’interno lavanda, violetta, vodka sour.
Da Minimarket si ascolta musica, si chiacchiera, si socializza, si beve, ma si mangia anche in una sala che può contenere fino a venti coperti. La cucina è affidata al giovane Alberto Ferrara, tornato a Palermo, sua città natale, dopo aver fatto diverse esperienze all’estero. Nei suoi piatti si mescolano selezione attenta delle materie prime e tecniche spesso di impronta asiatica. Lui la definisce una cucina a mano libera. Certamente l’amore per la cultura culinaria orientale è netto e ben percepibile. A cominciare dall’ostrica grigliata al carbone con salsa di prugna fermentata, alga mozucu condita con salsa di soia agli agrumi, erba cipollina e furikake (un insaporitore giapponese), patè di fegati di ostriche in stile beurre blanc con yuzu siciliano, olio al pomodoro secco e uova di pesce marinate in sakè e soia. O ancora l’ottima spigola maturata sotto miso bianco, fave alla brace, finocchietto e pil pil estratto dalle pelli della stessa spigola. Oppure lo sgombro shimesaba (ovvero marinato alla maniera giapponese, tenuto sotto sale per 10 minuti e poi passato in succo di agrumi siciliani anche se la versione originale vorrebbe aceto di riso), radicchio alla brace, olio al kimchi fermentato leggermente piccante. E per concludere in dolcezza, il goloso pane shokupan passato nel burro e nella scorza d’arancia, curd alla banana, caramello salato al miso e gelato alla vaniglia, un omaggio dello chef alla merenda che gli preparava la nonna. Per rendere l’esperienza completa, si può chiedere il pairing con i cocktail.
Ambiente informale, ma curato in ogni dettaglio, musica per appassionati, cocktail godibili, piatti glocal: Minimarket dà un prezioso contributo all’anima hipster del centro storico palermitano dove l’internazionalità, finalmente, è di casa.
Minimarket
Piazza San Carlo 9-10 – Palermo
www.minimarketpalermo.it
Aperto ogni giorno dalle 15 alle 02
Chiuso il martedì
Parcheggio no
Carte di credito tutte