Il Mirto e La Rosa, il ristorante a due passi dal Politeama a Palermo sembra essere inossidabile. Rappresenta, infatti, uno di quei luoghi storici che ci sono da sempre e che sembrano essere destinati ad esserci per sempre grazie ad una “formula magica” che lo rende unico nel suo genere. Era il 1987 quando Antonella Sgrillo, co-fondatrice del locale, partendo da un garage, ha ideato un concept a quei tempi assolutamente innovativo, basato su un menù di impostazione esclusivamente vegetariana e salutista, che fece del Mirto e la Rosa un punto di riferimento per i primi gruppi veg che si affacciavano al mondo dell’enogastronomia. Scopo della fondatrice era parlare, per la prima volta, della possibilità di coniugare la qualità degli ingredienti con una sana alimentazione senza, tuttavia, penalizzare la ricercatezza dei sapori. L’aggiunta di paraventi e di affreschi sui muri raffiguranti l’intreccio del mirto e una rosa e libri e fiori che pendono dal soffitto hanno reso, nel tempo, questo locale un posto unico dal fascino senza tempo.
Oggi Giada Penna figlia di Antonella ha ereditato dalla mamma lo stesso spirito imprenditoriale oltre che l’attenzione al cibo genuino di qualità che va a braccetto con la cucina vegetariana e vegana e, anche se nel tempo ha inserito in carta piatti adatti anche agli onnivori, non ha perso l’occhio di riguardo e l’attenzione che, sin dall’inizio, hanno contraddistinto il locale rendendolo precursore dei tempi e antesignano di quella corrente filo-vegetariana e vegana oggi tanto in voga. “Ho voluto mantenere viva la vocazione che ha rappresentato, sin dall’apertura, il biglietto da visita del mio ristorante facendo della genuinità degli ingredienti e del rispetto delle materie prime il nostro fiore all’occhiello – racconta Giada Penna – E a proposito di fiori, mi sono ispirata proprio ad essi per la flower dinner in occasione della quale abbiamo proposto alcuni dei piatti del menù che ci accompagnerà durante tutta la bella stagione anche se non mancheranno dei fuori menu nati dalla creatività del nostro chef Nino. In alternativa chi lo preferirà potrà gustare la nostra pizza, su cui, di recente abbiamo investito parecchie risorse e sul quale intendiamo sempre più puntare per offrire alla nostra clientela un prodotto di qualità in modo da ampliare la nostra proposta mantenendo alta l’astìicella della qualità, ma questa è un’altra storia che vi racconteremo un’altra volta”.
Lo chef Antonino Incannova, Nino per gli amici, classe ’70, alla guida della brigata del ristorante dal ’91, che ha contribuito alla crescita e all’evoluzione della cucina del ristorante pur mantenendo fissi alcuni piatti dal fascino intramontabile come il gratin di patate, ma anche il macco di fave con cicoria e pomodori secchi, le fettuccine con crema di zucca, i tagliolini con pesto di rucola, burrata, pomodori secchi e granella di mandorle, solo per citarne alcuni. In occasione della Flower dinner abbiamo avuto modo di gustare il Gazpacho d’autore costituito da una mozzarella di bufala croccante su gazpacho di pomodoro, emulsione di basilico e fiore di capperi abbinato al nuovo Spumante Metodo classico Brut di Feudo Disisa. A seguire abbiamo provato gli spaghettoni in fiore con zucchina dorata, stracciatella di burrata, fiori di zucca in tempura e granella di nocciole abbinato al Chara, blend di Catarratto e Inzolia di Feudo Disisa. Anche il secondo, costituito da un veg burger con mayo veg al lime, insalata fiorita e chips di patate, così come il primo piatto, fa parte del menu estivo del ristorante ed è stato abbinato con il Grecu di Livanti, rosato da Nero d’Avola di Feudo Disisa. Dulcis in fundo, come dessert una delicata crema al mascarpone profumata con acqua di rose e crumble di biscotto alle mandorle, abbinata al Krisos, Vendemmia Tardiva di Grillo di Feudo Disisa.
Il Mirto e la Rosa
via Principe di Granatelli, 30 – Palermo
t. 091 324353
www.ilmirtoelarosa.com
Chiuso: domenica
Ferie: variabili
Carte di credito: tutte
Parcheggio: no