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I vini dell’Etna… dieci anni fa: una degustazione incredibile con Salvo Foti a Taormina Gourmet

28 Ottobre 2023
Federico Latteri – ph Vincenzo Ganci, Migi Press Federico Latteri – ph Vincenzo Ganci, Migi Press

di Titti Casiello e Fosca Tortorelli

Nel 2013 in edicola usciva il numero 3.000 di Topolino che sembrerebbe una di quelle poche, rassicuranti costanti che anche dopo dieci anni non generano, mai dubbi. E nel vino, invece, simili certezze è sempre possibile ritrovarle? Che la vite sia più longeva dell’uomo questo lo si sa, ma il suo prodotto ultimo non può sempre essere considerato una variabile costantemente controllabile. Eppure le lancette che scorrono, continuano a far scalpitare gli animi umani. E basta la sola vista in etichetta di un 199… che d’impeto si genera una fervida narrazione, mentre un’aurea di venerabile rispetto inizia ad aleggiare su quella vecchia bottiglia. A volte succede che la fantasia ha solo la meglio sulla realtà. Altre, invece, il vino mostra di saper invecchiare molto meglio degli umani. In quelle volte il calice sa diventare un baule pieno di ricordi e di immagini di un anno di vendemmia e di istantanee degli anni a venire che l’hanno visto – lì fermo, ma mai immobile nei suoi millilitri di spazio vitale. Così a Taormina Gourmet – in una degustazione alla cieca – Salvo Foti patron de I Vigneri– insieme con il giornalista Federico Latteri – ci mostrano, tra sapori e odori di un decennio passato, ciò che hanno visto quelle bottiglie di vetro lungo le pendici etnee.

“L’Etna è la disomogeneità . Io ho la vite a Milo. Si, ma a Milo unni?” (trad: dove?)” – osserva Foti. Così ricordandoci che è il luogo, la posizione delle vigne, le sue altitudini ed esposizioni, a determinare la tipologia di vino. “Il vino dell’Etna è un vino di luogo. Non basta dire Etna. Dovremo iniziare a parlare di Etna di Milo sopra la chiesa o sotto la Chiesa, di Etna di Trecastagni e così via…”. E dalle memorie di quella vendemmia, di un anno piovoso e freddo, dove si è riuscito comunque a portare uve salubri in cantina, ancora una volta emerge, come quelle viti della “Muntagna” stupiscono per la loro capacità di rappresentare, sempre e comunque, un patrimonio da custodire e raccontare con fervida narrazione.

LA DEGUSTAZIONE

Riportiamo di seguito i vini in degustazioni che sono stati svelati solo al termine dell’assaggio ricordando che nella batteria è stato inserito un “intruso” – ovverosia il numero 9.

Feudo Cavaliere- Etna Bianco Millemetri 2013
Succoso di arancia bionda, pera e note di erbe mediterranee; un leggero sottofondo mielato. Un vino dotato di freschezza e salinità.

Tenuta di Fessina – Etna Bianco A’ Puddara 2013 (magnum)
Elegante e di grande complessità, note eleganti di erbe di montagna e di limone semicandito. Coinvolgente e di grande armonia gustativa.

Barone di Villagrande – Etna Bianca Superiore 2013
Ricco ed esuberante, dove si riscontrano note speziate, profumi di mandorla e accenni floreali. Meno coinvolgente e più diluito al sorso.

Cantine Russo – Etna Bianco Quantico 2013
Si apre con aromi di camomilla, scorza d’arancia a cui si uniscono note di nocciola caramellata e miele. Al palato ha note di evoluzione, ma si rivela discretamente fresco e salino.

Quantico – Etna Bianco Rampante 2013
Rilascia al naso sentori di ginestra, note agrumate, di mandorla ed erbe mediterranee. Traccia affumicata che ritorna in retrolfazione. Discretamente persistente al sorso.

I Vigneri – Aurora 2013
Inizialmente discreto, si apre su note di miele di arancia e richiama una leggera nota di mela cotogna. Piacevole nel sorso con una freschezza salina decisa e persistente.

Pietradolce – Etna Rosso Archineri 2013
Vivido. L’immediatezza olfattiva mostrata dai piccoli frutti rossi e da una verve regalata dai sentori di agrifoglio. La presenza della trama tannica sa regalare un gioco forza con la buona componente di freschezza.

Benanti – Etna Rosso Serra della Contessa 2013
Complice una bottiglia non propriamente in forma non ci sentiamo di fornire note di degustazione di un vino che, in ogni caso provato, in sedi diverse (e della stessa annata) ha, invece mostrato un potere evocativo dell’Etna pieno di sostanza e di identità territoriale.

Podere ai Valloni – Boca Vigna Cristiana 2013
L’intruso ha una chiara matrice di mirto, memorie balsamiche, eucalipto e rosmarino. Sorso tannico e salato.

Calcagno – Etna Rosso Feudo di Mezzo 2013
L’evoluzione del vino tra note di carrube e more. La quantità di acidità al sorso spinge a ritenere che sia questo e non oltre il suo momento.

Tenute Bosco – Etna Rosso Vigna Vico 2013
Con un naso fuori dagli schemi. Qui si viaggia tra note umami e sentori boschivi. E’ la freschezza e la grande dinamicità di beva la connotazione che lo rende un gran vino da bere.

I custodi delle Vigne dell’Etna – Etna Rosso Saeculare 2013
E’ il Mediterraneo e la polpa di frutta rossa. A seguire note di zolfo e leggere affumicature. Forse il sorso, connotato da una buona verve iniziale, tende a chiudere un po’ velocemente.

Masseria Setteporte – Etna Rosso Nerello Mascalese 2013
Arancia rossa, eucalipto e spezie fresche. Il vino va indietro e avanti nel sorso, mostrandosi un senza tempo ricco di personalità e sostanza.

Federico Graziani – Profumo di Vulcano 2013 ( magnum)
Sembra di andare e guardare la Muntagna in inverno. Cogliere i suoi colori più bluastri e marroni. Tra sentori di affumicature, rumori di rami e note di peonia. Poi il sorso così austero, elegante sembra essere fatto di freddo e di vento. La freschezza cede il passo e il tannino puntiforme si rasserena mentre il palato si addolcisce. Questo vino è da aggiungere allora nella sezione Wikipedia degli eventi del 2013.