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Il personaggio

Nino Ferreri: “Io, la Francia, Bagheria e la stella Michelin. Vi racconto il mio Limu”

23 Gennaio 2023
Nino Ferreri Nino Ferreri

di Annalucia Galeone

Bagheria è la “città delle ville”, un’avvenente e misteriosa località barocca poco distante da Palermo.

L’antico progetto urbano pare sia stato disegnato ispirandosi al linguaggio della filosofia alchemica, forse perché i nobili ribelli volevano liberarsi dai divieti in tempo di inquisizione oppure il piano architettonico era legato ai rituali dell’ordine dei Cavalieri Templari di cui ancora oggi Bagheria è sede attiva. Sta di fatto che la sua particolare bellezza e la posizione strategica hanno ammaliato lo chef Nino Ferreri tanto da sceglierla come dimora di Limu, il suo ristorante.

Il legame di Nino con le proprie radici è molto forte, Limu è una scommessa fatta con sé stesso, i propri sogni e l’amata Sicilia. Lì ha investito tutte le risorse personali. “La scelta del nome non è casuale – spiega Nino Ferreri – Limu ricorda uno degli alimenti che più amo, il limone verdello di Bagheria ed evoca la componente fresca e acida che pulisce il palato e stimola l’appetito. Il termine deriva dall’arabo/persiano, ha due accenti retti, rappresenta parte del retaggio storico di questa terra di conquista che nei secoli è passata dal dominio greco a quello arabo e normanno”.

A un anno e mezzo dall’inaugurazione, Limu ha rapidamente conquistato i palati e la prima stella Michelin, ha tagliato i traguardi grazie alla cucina mediterranea, pulita, rispettosa e diretta. Nino Ferreri, classe 1989, è originario di Trabia, ha talento e la testa sulle spalle, è sempre stato consapevole che per trasformare una passione in professione è necessaria la gavetta. Dopo il diploma all’alberghiero di Palermo ha iniziato a lavorare facendosi le ossa nelle brigate di grandi maestri. Nella sua formazione figurano I Frati Rossi di Porto Cervo, seguono a ruota le tappe in Belgio e poi a Milano Marittima, nelle cucine del Palace Hotel a fianco degli chef Mario Beccari e Roberto Scarpelli, dove ha incontrato colui che reputa il suo mentore, Felix Lo Basso.

Affascinato dalla cucina francese, per migliorarsi e continuare a imparare è rimasto per due anni al servizio nel ristorante stellato La Table d’Adrien a Verbier, nella Svizzera francese, all’interno dell’hotel Chalet d’Adrien, dedicandosi a una cucina con basi francesi e influenze italiane scopre nuove tecniche e sperimenta nuove lavorazioni. Dopo Nino si trasferisce a Milano da Unico dove Felix Lo Basso lo chiama come sous chef fino a diventare executive chef. Il luogo dove ha sede Limu è l’antica e suggestiva Torre Ferrante, costruzione risalente al 1565, una delle sette che nel ‘500 servivano a difendere il territorio cittadino. A renderlo un posto speciale oltre che la storia è la presenza del tipico tufo di aspra che si coniuga perfettamente con il concept contemporaneo, elegante e sobrio negli arredi. In una delle tre sale a disposizione degli ospiti, distribuite su due livelli, si può apprezzare il recupero di un vecchio camino che oggi funge da cantinetta, oltre ad un terrazzo al secondo piano che regala una vista unica sull’Arco della Santissima Trinità.

“La mia è una cucina di pancia aperta a tutti, mi piace realizzare piatti di gusto ma concreti, capaci di emozionare gli ospiti. Valorizzo la materia prima locale, non manca mai il richiamo alla Francia e alle esperienze fuori dai confini nazionali”. Il signature dish è lo sgombro occhione o lanzardo abbinato a una beurre blanc, salsa realizzata con una riduzione di vino e cipollotto montata con un burro salato. Per rendere il cliente visivamente complice, il pesce viene pulito e servito dal vivo dal personale di sala. Limu è un’avventura appena iniziata, questo viaggio chissà dove porterà Nino e il suo staff.

Limu
Via Ciro Scianna, 177 – Bagheria (Pa)
www.limureastaurant.it
info@limurestaurant.it
T. 393 0803757
Aperti a cena dal martedì al sabato, anche a pranzo venerdì, sabato e domenica
Chiuso: domenica pomeriggio e lunedì
Ferie: variabili
Carte di credito: tutte
Parcheggio: no