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L'intervista

Oscar Farinetti: “Produrrò in Sicilia la pasta più buona del mondo”

31 Maggio 2023
Oscar Farinetti Oscar Farinetti

Oscar Farinetti si sa, è sempre un fiume in piena. Basta fermarsi a scambiare quattro chiacchiere con lui per ricevere sempre l’imbeccata giusta. Lo intercettiamo stamattina a Palermo, prima dell’inizio di un forum cin tema “Futuro” che si è tenuto al Gonzaga. Farinetti non si esime dal rispondere alle domande. A partire dal “Made in Italy” che “gira Da Dio” e che vale, di export oltre 600 miliardi di euro: “Mai accaduto prima. E se parliamo solo di cibo, si è arrivati a 60,7 miliardi di euro, cifre incredibili”. Solo fino a poco tempo fa, “quando iniziavo con Eataly, noi esportavamo 18 miliardi, la Francia 48. Ora siamo quasi 61 noi e 71 loro. Nel giro di un paio di anni li superiamo”. Ma attenzione, avverte Farinetti: “Il merito è degli imprenditori, non certo del Governo – dice – Ma non bisogna rovinarlo o fare gli sciovinisti”.

Questione della mancanza dei posti nel mondo della ristorazione: “Si tratta di un fenomeno mondiale – dice – Negli Stati Uniti è il doppio, in Inghilterra dove hanno fatto la cretinata della Brexit è il triplo. La soluzione? Uno stipendio minimo garantito di 1.500 euro con tanto di cuneo fiscale del Governo che i soldi può trovarli già mettendo un tetto alle pensioni, oppure rimettendo la tassa di successione. Serve meritocrazia e che tutti partano dallo stesso livello. Berlusconi ai tempi la tolse, ora nessuno ha il coraggio di rimetterla, perché contano i voti”. Cucine gourmet sì, così come trattoria: “Le migliori, però. Oggi piace sempre di più il piccolo. Ma ci sono piccoli che fanno bene e piccoli che fanno male. Così come ci sono grandi che fanno bene e grandi che fanno male”.

E poi la notizia del giorno. Farinetti vuole tornare a investire in Sicilia: “Dopo il vino (la join venture con Tornatore sull’Etna, ndr) vorrei provare a compare una collina di svariati ettari e coltivare grano di altissima qualità. Pochi lo sanno, ma la pasta è nata a pochi chilometri da Palermo e non a Napoli. Io vorrei realizzare un pastificio moderno ma che produca pasta fatta come una volta. E la più buona del mondo ovviamente”.  (Riprese e montaggio Vincenzo Ganci, Migi Press)