Prendete un futuro avvocato con la passione per vigne, uve, e calici di vino. Metteteci anche la bellezza dei paesaggi della Franciacorta. E poi sedetevi ad ammirare tutto con un calice di bollicine. Questo è un po’ il riassunto (super-breve) della vita di Eleonora Bianchi e della sua azienda che si chiama Terre d’Aenòr. Una cantina che, come dice lei stessa, “è molto di più di un’azienda vitivinicola”. Ci troviamo nel cuore della Franciacorta. Qui i filari si intrecciano quasi a formare ricami sulla terra. Terre d’Aenor, nata nel 2018, è la sintesi di una visione, di una passione e di un ideale di bellezza e sostenibilità. “Un sogno condiviso con la mia famiglia – dice Eleonora – che si distingue per un approccio artigianale e contemporaneo al vino”.
Sono 46 gli ettari vitati, distribuiti su sette dei diciannove comuni della Franciacorta, suddivisi in 33 appezzamenti, ognuno vinificato separatamente per preservare l’identità unica del terreno. Una scelta che, se da un lato impone grande impegno, dall’altro consente di ottenere vini dalla personalità riconoscibile, complessi ed eleganti. Come afferma la stessa Eleonora: “Ogni appezzamento è un colore sulla tavolozza: più ne hai, più ricco diventa il quadro finale”.
Eleonora, classe 1995, aveva scelto la sua strada: giurisprudenza (una laurea con lode) e poi una promettente carriera forense. Ma una “magia” – come lei stessa la definisce – ha cambiato il corso della sua vita. Quando, nel 2020, il progetto di una cantina di famiglia prende forma, Eleonora decide di seguire il cuore e abbracciare l’imprenditoria vitivinicola. “Non è stato facile scegliere – racconta – ma ho capito che questo progetto parlava di me, delle mie passioni e del mio modo di vedere il mondo”. L’azienda ha scelto fin dall’inizio di non scendere a compromessi: niente prodotti chimici di sintesi, nessun ricorso a conferitori esterni e basse dosi di solforosa. Ogni vino nasce esclusivamente da uve coltivate con attenzione e rispetto. A guidare la parte tecnica, Ermes Vianelli. Ma la visione di Eleonora va oltre il vino. Il brand Terre d’Aenòr si racconta anche attraverso l’estetica e il linguaggio: il logo – ispirato alla Venere di Botticelli e ai tre fondatori – e il packaging si fanno portavoce di un’identità sofisticata e riconoscibile. Le etichette, con i loro colori audaci su carta metallizzata, traggono ispirazione dall’arte contemporanea e dalla moda, rendendo ogni bottiglia un oggetto da collezione. Il payoff “Gradi di Stile” sottolinea l’intento di posizionarsi in un mondo dove eleganza, autenticità e inclusività convivono. Una narrazione visiva e verbale che si rivolge anche al pubblico più giovane, sempre più sensibile ai temi di sostenibilità e innovazione. Nel 2025, Terre d’Aenòr inaugurerà la sua nuova cantina a Provaglio d’Iseo. Un luogo pensato non solo per la produzione, ma come spazio esperienziale, in grado di incarnare appieno i valori dell’azienda: bellezza, qualità, sostenibilità. “Sarà la nostra casa, il nostro biglietto da visita, un punto di incontro tra vino, cultura e territorio”, afferma Eleonora che ha anche creato un Vlog. Ogni mercoledì su Instagram si intrattiene con i suoi follower e racconta la terra, la crescita delle vigne, la vendemmia e molto altro. Un modo per raccontare in maniera attuale e diversa il vino e quello che ci sta dietro.
Alla gamma di etichette spumantizzate – dal Brut al raffinato Pas Dosé Millesimato, fino al morbido Satèn Ricciolina – si affiancano due nuove referenze: “È Norì”, bianco fermo Curtefranca Doc, e “Spadone”, un rosso bordolese dal carattere deciso. Tra i vini che ci sono piaciuti, l’extra brut millesimato (85% Chardonnay, 15% Pinot Nero). Un vino molto interessante, dal colore che tende al dorato e un naso intenso di note agrumate, cannella, frutti esotici e frutta gialla. In bocca è avvolgente. Risalgono i sentori della frutta gialla matura, ma anche note di miele.