Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Concours Mondial de Bruxelles, conclusa in Campania la sezione “vini effervescenti”

05 Giugno 2023
I giudici internazionali del Cpncours Mondial de Bruxelles I giudici internazionali del Cpncours Mondial de Bruxelles

Si è appena conclusa la seconda edizione del Concours Mondial de Bruxelles dedicata ai Vini Effervescenti, (Sparkling Wine Session), che ha avuto luogo in Campania nella città di Agerola, che è stata per alcuni giorni la capitale internazionale delle bollicine del mondo. Il luogo scelto dall’organizzazione è situata nel cuore del Monti Lattari presso il Campus Principe di Napoli dove il grande chef tristellato Heinz Beck ne è il Direttore. A questo importante ed atteso Concorso, si sono dati appuntamento 50 giudici internazionali scelti tra le più importanti figure del mondo del vino mondiale, per degustare vini in rappresentanza di più di 25 nazioni. 960 le etichette presenti di cui, tra le regioni, la Champagne è in cima alle iscrizioni con 160 vini. Anche l’Italia è ben rappresentata con oltre 300 campioni, e come era prevedibile, i Prosecco sono i vini con il più altro numero di iscrizioni del paese con oltre 100 campioni. La Campania, regione ospitante, ha colto questa opportunità anche per un rilancio dei vini di questo territorio agli occhi degli ospiti internazionali del Concorso. I giurati hanno giudicato i campioni inviati con degustazione rigorosamente alla cieca, ed hanno potuto conoscere anche i vini locali con una Masterclass d’apertura di Vini Campani, oltre alle visite e degustazione in aziende come Marisa Cuomo a Furore, ed anche ad una interessante, quanto unica, visita alle vigne ad “alberata” a Villa Literno presso la Masseria I Santi e all’Aspinio di Aversa. Non è mancata, come di consuetudine del Concours, la parte turistica culturale, che ha consentito di promuovere il territorio con le sue bellezze culturali, in questo caso con la visita alla Reggia di Caserta.

L’Assessore all’Agricoltura Nicola Caputo della Regione ospitante, ha tenuto a precisare: “Gli spumanti campani si differenziano dagli altri spumanti italiani principalmente per le uve utilizzate: tutti vitigni autoctoni nativi della Campania. Il panorama di produzione spumantistica della Campania è piuttosto frammentato, poiché non sussiste all’interno della regione una specifica area fortemente vocata, come nel caso della Franciacorta per la Lombardia o del Prosecco per il Veneto. Tuttavia, si può parlare di una lontana tradizione spumantistica campana, facendo riferimento alla zona dell’Agro Aversano dove esistono testimonianze di spumanti prodotti nell’Ottocento da uve Asprinio, vitigno autoctono di origine etrusca. In epoca più recente le spumantizzazioni, soprattutto con metodo Martinotti, hanno visto una sempre crescente diffusione. Per quanto riguarda il metodo classico, esistono però delle solide realtà che già da decenni hanno portato Falanghina, Greco, Fiano e Aglianico sul mercato in versione spumante. La produzione enologica della Campania sta riscuotendo un crescente successo soprattutto per i suoi vini bianchi di qualità, rappresentati dalle Docg e Doc da uve Falanghina, Greco e Fiano. A questi si aggiungono vitigni minori, come l’Asprinio, la Coda di Volpe, il Pallagrello bianco, il Biancolella e le uve della Costa d’Amalfi, che sono oggetto di attenzione da parte dei winelover sempre alla ricerca di autenticità territoriale e di piccole produzioni artigianali. La ragione del successo di questi vini è il loro stretto legame col territorio, in particolare per i vini dai suoli vulcanici, e la capacità di essere adatti ad un consumo trasversale per via delle loro caratteristiche intrinseche di piacevolezza e versatilità a tavola. Per quanto riguarda i vini rossi, quest’anno ricorrono i 30 anni della Docg Taurasi, emblema di eccellenza enologica legato all’Aglianico, che ancora oggi è riconosciuto tra i grandi vini da invecchiamento anche a livello internazionale. La principale tendenza con riferimento alla produzione di spumanti in Campania, è in realtà qualcosa di consolidato in tutta l’enologia campana, ovvero un forte legame della produzione con il territorio, prediligendo i vitigni autoctoni a quelli internazionali, nonostante questi abbiano una maggiore notorietà presso i consumatori. Ritengo che questa scelta da parte dei viticoltori campani affermi, con ancora più forza, il profondo legame tra la storia della viticoltura della nostra regione e la possibilità di fare vini di qualità, capaci di incontrare i gusti del consumatore di oggi, differenziandosi rispetto alle altre aree di produzione vinicola. La produzione degli spumanti della regione Campania non è molto ampia, ma è decisamente di qualità ed è basata su vitigni autoctoni, quindi suggerirei ai consumatori che desiderano scoprire l’offerta spumantistica della nostra regione, di chiedere consigli ai sommelier e agli enotecari di loro fiducia. Ma soprattutto suggerirei ai consumatori di venire in Campania per scoprire la bellezza e soprattutto la diversità dei nostri vigneti, che vanno dal mare alla montagna e al vulcano, con forme di allevamento spesso arcaiche e uniche al mondo. In questo modo potrebbero degustare i nostri vini in abbinamento ai tanti prodotti Dop che solo la Campania può vantare al mondo”.

Alla domanda d’obbligo rispetto sul valore aggiunto che il Concours Mondial de Bruxelles può dare al movimento viticolo campano, l’Assessore non ha avuto esitazioni: “Abbiamo fortemente voluto la presenza del Concours Mondial de Bruxelles nella nostra regione, perché ospitare un concorso internazionale di questa portata è un’occasione per far conoscere alla giuria di buyer ed esperti non solo le potenzialità della produzione enologica campana, ma anche la bellezza dei suoi territori. La Campania è visitata ogni anno da milioni di turisti che la frequentano per un’offerta davvero unica, che spazia dai tesori culturali e architettonici al paesaggio, al mare e all’enogastronomia. Auspichiamo che anche la produzione vinicola campana rientri sempre più tra le scelte dei visitatori appassionati di enoturismo, come già avviene in altre regioni italiane. La Campania è una regione vinicola caratterizzata soprattutto da due aspetti: un forte legame tra il vitigno e il territorio, con una prevalenza assoluta delle varietà autoctone regionali, che si esprimono con differenti sfumature nei diversi territori per suoli e microclimi. Il messaggio che vogliamo dare ospitando il Concours Mondial de Bruxelles è molto semplice: la produzione vinicola campana è un tesoro ancora da scoprire, una produzione di qualità e non di grandi volumi come quelle di altre regioni. Quella del vino campano è una storia fatta di uomini e territori, piccole realtà che in Francia chiamerebbero “di vigneron”, e pur con una lunghissima tradizione, i vini campani sono attualissimi: tra bianchi caratterizzati da piacevolezza e mineralità, bollicine autoctone affascinanti e nuove interpretazioni dei rossi, in chiave sempre più contemporanea. In sostanza, la Campania potrebbe essere la “next big thing” della produzione enologica italiana e il Concours Mondial de Bruxelles vuole essere una prima vetrina per annunciarlo agli operatori del settore”. A breve saranno divulgati i risultati delle giurie, e vi terremo informati sul medagliere italiano.