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Scenari

E’ la “guerra” dei dazi fra Europa e Stati Uniti: a rischio il mercato del vino che vale 2 miliardi

10 Novembre 2020

Ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate americane insieme a videogiochi e trattori sono solo alcuni dei prodotti “Made in Usa” colpiti dai dazi al 25% dell’Unione Europea.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla black list approvata dal Consiglio dell’Unione europea dai ministri del Commercio sulla base della decisione del Wto che autorizza l’Unione Europea ad applicare dazi per 4 miliardi di dollari a prodotti e servizi americani in relazione agli aiuti statunitensi a Boeing dopo che per la stessa vicenda gli Stati Uniti erano stati autorizzati il 24 luglio dello scorso anno ad applicare sanzioni per un limite massimo di 7,5 miliardi di dollari all’Unione Europea. L’entrata immediata in vigore delle nuove tariffe colpisce prodotti di punta degli Stati Uniti come salmone, noci, pompelmi, vaniglia, frumento, tabacco, cacao, cioccolato, succhi di agrumi, liquori come vodka e rum, accessori di moda come borse e portafogli, ricambi per biciclette e giochi per bambini.

“Occorre fermare subito la guerra dei dazi tra Unione Europea e Stati Uniti d’America che ha già colpito le esportazioni di cibo e bevande Made in Italy per un valore di circa mezzo miliardo di euro su prodotti come Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello” afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’elezione di Joe Biden apre nuove prospettive che l’Unione Europea deve essere in grado di cogliere per avviare un dialogo costruttivo ed evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia”. Gli Stati Uniti sono il primo mercato extraeuropeo del Made in Italy e solo per i prodotti agroalimentari tricolori vale 4,7 miliardi nel 2019, con un ulteriore aumento del 3,8% nei primi otto mesi del 2020.

“Riteniamo che la posizione italiana di attesa fosse la più saggia, ma non è prevalsa –  dice il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti – La Commissione europea anche sostenuta da alcuni importanti Paesi dell’Unione, ha deciso di applicare i dazi contro i prodotti americani, anche in questa delicata fase di transizione, e rischia ora di provocare un’ulteriore escalation della guerra commerciale in atto con il principale buyer al mondo, gli Stati Uniti, che lo scorso anno ha importato vino dall’Unione europea per un controvalore di circa 4,7miliardi di dollari. A maggior ragione dopo l’esito del voto presidenziale statunitense, sarebbe stato opportuno attendere l’insediamento ufficiale della nuova amministrazione democratica prima di dare seguito alla vicenda Airbus-Boeing”.

Per Castelletti: “Dopo l’annuncio da parte del vicepresidente della Commissione europea con delega al Commercio, Valdis Dombrovskis, sui nuovi dazi applicati a diversi prodotti statunitensi, è ora possibile un rischio di “retaliation” da parte degli Stati Uniti, che potrebbero così decidere di aumentare le tariffe in vigore o includere altri prodotti come il vino italiano, che sino a oggi è stato escluso dal paniere dei dazi aggiuntivi. Uno scenario che potrebbe arrivare nel momento peggiore colpendo un mercato di sbocco che quest’anno ha contribuito ad alleggerire le perdite nell’export globale del vino made in Italy, proprio ora che è costretto a subire anche pesantissimi lockdown in Italia e all’estero”. Gli Stati Uniti nel 2019 hanno importato vino italiano per un valore di 2 miliardi di dollari. Complessivamente gli Stati Uniti ordinano dall’Europa oltre il 75% delle proprie importazioni di vino, che a livello globale valgono 6,2 miliardi di dollari.

C.d.G.