Nel 2024 il Gorgonzola Dop ha conquistato 400mila famiglie in più, chiudendo l’anno con un +2,4% nei consumi nazionali. L’export, salito del 4,8%, ha toccato 87 Paesi nel mondo. E anche il 2025 è partito con il piede giusto: +1% di produzione al 30 aprile. Numeri che confermano la forza e l’apprezzamento globale di un prodotto simbolo del made in Italy caseario, ma che non bastano a spegnere le preoccupazioni dei produttori, alle prese con costi in crescita e una guerra commerciale che penalizza l’intero comparto.
“Il prezzo del latte è salito del 12-13% rispetto allo scorso anno – dice Antonio Auricchio, presidente del Consorzio Gorgonzola Dop – e l’incertezza legata ai dazi rende il futuro tutt’altro che semplice. Ma sulla qualità non cederemo mai”. All’assemblea generale dei soci del Consorzio a Milano erano presenti le 37 aziende consorziate.
Al centro del dibattito, i numeri di un comparto che continua a crescere nonostante un contesto sempre più difficile. Auricchio ha parlato di “anno record” per il 2024, con oltre 5 milioni e 277mila forme prodotte, il dato più alto di sempre. E nei primi quattro mesi del 2025 la produzione ha già toccato quota 1.790.600 forme, circa 15mila in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Segnali positivi, ma anche qualche segnale in controtendenza: il Gorgonzola piccante è cresciuto del 20,34%, mentre il biologico ha perso terreno con un calo del 7,81%.
Auricchio ha poi lanciato un appello: “Al prossimo Summer Fancy Food, che si terrà a giugno a New York, parlerò con l’ambasciatrice perché Trump deve capire che la sua politica commerciale penalizza anche i suoi concittadini ed è un’operazione che dal punto di vista economico non sta in piedi”.
Nella Dop Economy il Gorgonzola occupa un ruolo di primo piano, subito dietro Grana Padano e Parmigiano Reggiano tra i formaggi vaccini Dop. Nel 2024, la produzione si è concentrata per oltre due terzi in Piemonte (3.822.245 forme, +1,73%) e per il resto in Lombardia (1.455.476 forme, +2,36%). In Piemonte, il Gorgonzola è il prodotto Dop leader tra le 24 filiere certificate regionali, mentre in Lombardia è la quarta denominazione più rilevante su 34.