Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Il Signum riparte da dove aveva finito: “Menu identico. E Martina rivoluziona la colazione”

19 Giugno 2020
martina_e_luca_caruso martina_e_luca_caruso

di Giorgio Vaiana

La percepisci l’emozione reale che prova quando parla di questo giorno.

Luca Caruso, che insieme alla sorella Martina è proprietario del Signum, nell’isola di Salina in provincia di Messina, racconta la tanto attesa riapertura del boutique hotel e del ristorante stellato. Lui che il lockdown l’ha vissuto in Toscana insieme alla compagna Natascia Santandrea, patron dello stellato La Tenda Rossa di Cerbaia in Val di Pesa in provincia di Firenze, è tornato solo da pochi gioni nell’isoletta dell’arcipelago delle Eolie. “E ho trovato un’isola bellissima – racconta Luca – anzi stupenda. Salina è in un momento straordinario, atmosfere e paesaggi unici. Era da un po’ che non potevo godere di queste meraviglie e tutto mi era mancato immensamente”. Lui ormai, è diventato un pendolare delle eccellenze. Parte dell’anno la trascorre in Toscana appunto, ma il “grosso” della stagione vive a Salina, il suo luogo di nascita, dei ricordi di infanzia, dei sacrifici per arrivare a quello che ha adesso. “Ora per me è stato come riappropriarsi di questi luoghi – racconta Luca – Per me il Signum è un luogo del cuore, speciale”. E le porte dell’hotel-ristorante, torneranno a riaprirsi, seppur con molto ritardo rispetto alla sua consuetudine, il 25 giugno: “Ma si riaprono – dice Luca – e nonostante tutto sono certo che sarà una stagione preziosa che ci farà capire il vero valore delle cose, tutti i nostri impegni e sacrifici per raggiungere determinati obiettivi non possono essere vani. E torneremo finalmente a fare quello che ci piace fare, con le nostre mille attenzioni rivolte sempre al cliente”.


Martina Caruso, chef dallo smisurato talento, attende con ansia di riaccendere i suoi fornelli: “L’ho vista carica – dice Luca – Insieme a tutta la sua brigata. E sottolineo tutta, perchè al Signum siamo una famiglia e nessuno è stato lasciato da solo dopo la grave emergenza sanitaria. Il distanziamento sociale non ci spaventa. Anche con le nuove regole, non perderemo un solo coperto se non qualche accorgimento negli spazi del bar. Per il resto saremo gli stessi di sempre”. Già perché la famiglia Caruso ha deciso di ripartire da dove ci si era salutati, senza stravolgimenti né novità: “Era giusto così – dice Luca – ripartiamo dopo una sorta di pausa imposta, senza novità nel menu del ristorante. Con Martina pensiamo sia la scelta migliore. D’Altronde credo che i nostri piatti abbiano ancora qualcosa da dire e da raccontare. Sarebbe un peccato toglierli adesso. Io quelli che cambiano menu non li critico, anzi. Non so, penso al maestro Mauro Uliassi che ha una grande vena creativa e presenta sempre tante novità. Allora dico “chapeau”, ma pensare e ideare un nuovo menu non è così semplice. Perlomeno nella parte comunicativa che è fondamentale”. E allora la scelta più semplice. Ricominciare. Di nuovo. Tutti insieme. La brigata ormai conosce a memoria le disposizioni di Martina e i suoi piatti. “Ecco sarà facile per noi avere subito la stessa qualità che avevamo lasciato solo qualche mese fa”.

(Luca Caruso)

Qualche novità però ci sarà. Ci saranno dei piatti dedicati al bistrot e relativo cocktail bar, ma soprattutto la novità principale riguarda la colazione: “La regola di togliere il buffet ci ha fatto decidere di ripensare al servizio della colazione che diventa una sorta di menu alla carta – dice Luca – E vi assicuro che anche nella prima colazione si nota la mano di Martina che ha ideato tre menu dedicati (da 25 a 40 euro) con una formula “Mediterraneo”, “Italia” ed “Eolie”. Insomma facciamo un po’ quello che fa Niko Romito o i fratelli Trovato: una formula espressa da servire nelle camere. Ed è un modo, anche per noi, di alzare ancora di più l’asticella. Lavoreremo, come sempre, con prodotti di altisisma qualità”.

E la cantina del Signum, altro grande fiore all’occhiello della struttura, si prepara ad accogliere tantissime novità: “Secondo me, in un momento storico e importante come quello di adesso – dice Luca – è importante non perdere la propria identità. Io tornerò ad assaggiare le produzioni siciliane. Perché credo che in questo momento sia importante dare spazio alle nostre produzioni e aiutare i produttori che sono rimasti fermi a causa della pandemia. Se posso premiare e investire sulle produzioni di alcuni miei amici lo faccio volentieri. Mi piace puntare sui vini siciliani e sulle persone che conosco”. Ma la cantina riserverà anche importanti bottiglie, come i nuovi vini di Giacosa, una verticale di Montevertine, diverse bottiglie di Messorio de Le Macchiole, qualche bottiglia di Francia degli anni ’90 (Bordeaux soprattutto), qualche Krug e champagne Winston Churchill della maison Pol Roger. “Vivere il lockdown è stato un po’ come stare sulle montagne russe – dice Luca – Ci sono stati momenti di paura e di scoramento e non lo nego. Noi siamo fortemente collocati sul luogo e temevo svantaggi da questa situazione. Nelle scorse settimane ci siamo confrontati con tutti i colleghi per capire quale fosse la strategia giusta da adottare. E abbiamo deciso una data comune. Non ci facciamo concorrenza l’un l’altro. Anzi. Dobbiamo fare rete. Il vino che stapperò a fine serata? Non ho ancora deciso. Nemmeno se aprirla la sera prima. Ma sono certo che sarà una magnum di bollicine”.