Lo scorso anno questi animali hanno mangiato uva per una quantità pari a 130 mila bottiglie di vino
(ph Ansa)
Vigneti invasi da cinghiali, caprioli, daini. Nei territori del Chianti classico in Toscana è vera e propria emergenza. Tanto che i produttori hanno chiesto alla Regione di effettuare abbattimenti selettivi di almeno 250 mila esemplari.
Ed hanno presentato i numeri: nella zona di Gaiole, quattro dei maggiori produttori di Chianti classico hanno fatto sapere che lo scorso anno, gli animali hanno mangiato uva per una quantità pari a 130 mila bottiglie. Un danno notevole. Anche per la regione Toscana che ha versato per risarcimento agli agricoltori 2,5 milioni di euro. Il piano di abbattimenti proposto alla regione Toscana prevede di ridurre il numero degli esemplari da 420 mila a 150 mila. Oggi, in Toscana, la popolazione di daini, caprioli e cinghiali è quattro volte superiore alla media nazionale.
Per Giuseppe Liberatore, direttore generale del Consorzio Vino Chianti Classico, il problema dell’affollamento di questi animali sul territorio va ricercato nelle brutte pratiche dei cacciatori, che danno da mangiare a questi animali per farne aumentare la popolazione stessa e poi poterli cacciare. Non solo un danno economico alle cantine, ma anche una quantità di vino inferiore per soddisfare il mercato.
Ma, come al solito in questi casi, gli animalisti si schierano per il “no”. La Lav ha fatto sapere che la caccia e la macellazione sono assolutamente vietate in queste zone.
Tra le alternative proposte, compresse di sterilizzazione per ridurre il numero e la reintroduzione dei predatori, come i lupi, nella campagna toscana. Un percorso di riduzione di esemplari certamente più lungo. E, solo nello scorso anno, cervi e cinghiali hanno causato oltre mille incidente stradali in Toscana.
C.d.G.