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Scenari

Occhio a dire che un’annata del vino è pessima…

02 Gennaio 2024
Daniele Cernilli - ph Vincenzo Ganci Daniele Cernilli - ph Vincenzo Ganci

In ben 45 anni di frequentazione del mondo del vino ne ho viste di tutti i colori. In particolare, ho assistito a definizioni perentorie sul valore delle varie annate, salvo poi essere clamorosamente smentite nel tempo. Certo, che la 1972, l’84, la ’92 del secolo scorso, la 2002 e la 2014 di questo, non siano state fantastiche è verissimo. Però di eccezioni ce ne sono parecchie, perché l’Italia è lunga, stretta, i vigneti sono per lo più in aree collinari e il clima può essere molto diverso tra un luogo e l’altro. Un esempio classico fu il 1989, pessimo quasi ovunque ma ottimo in Piemonte, in Langa soprattutto. Poi, certo, il 1985 fu una grande vendemmia e inizialmente l’86 sembrò molto inferiore. Se andaste ad assaggiare i vini delle due annate a Bordeaux, in Chianti Classico, a Montalcino, probabilmente oggi trovereste i valori capovolti. Così come fra ’95 e ’97, dove la prima annata fu frettolosamente considerata “minore” e la seconda “vendemmia del secolo”. Molto evoluti e “aperti” ’85 e ’97, molto giovanili ’86 e ’95, quasi ovunque.

Più di recente, il 2002 ha dato vita anche a vini formidabili e insospettabili, soprattutto nel settore dei bianchi, mentre il 2014 fu “bollato” come annata decisamente scadente. Però in Sardegna e in Sicilia, come minimo, è esattamente il contrario. Quindi andiamoci piano con le generalizzazioni.

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