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Scenari

Uva Italia, 10mila quintali perduti a causa della nebbia. Il Consorzio di tutela: “Manca una legge che può aiutarci”

29 Novembre 2012
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Se prima è stata la siccità ora è la nebbia.

Continua ad essere un'annata difficile e problematica. Lo è adesso soprattutto per alcuni produttori e commercianti siciliani. La nebbia ha colpito il cuore dell'Isola ed esattamente la zona dove viene coltivata l'uva Igp tra le più richieste del mercato nazionale e mondiale, tra Agrigento e Caltanissetta. I grappoli dell'Uva Italia rimarranno sulla pianta. La nebbia avrebbe in questi giorni avvolto gran parte dei territori dove si concentra la coltivazione di questa varietà. A causa della condenza i chicchi sono  marciti, probabilmente come concausa ci sarebbe anche l'azione di un fungo. 

''E' come se l'uva raggiungesse la marcescenza prima del previsto – spiega Marsello Lo Sardo, titolare di una azienda di produzione di Canicatti' -. Secondo i nostri calcoli, data la stagione calda che ci ha aiutato molto, quest'anno avevamo previsto di potere commercializzare la nostra uva addirittura fino a dicembre. Invece, siamo costretti a fermarci adesso e lasciare il prodotto sulle piante. Abbiamo cercato di salvare il salvabile ma ci siamo illusi, i grossi compratori non vogliono uva che non sia integra in tutte le sue parti pena, un abbassamento del prezzo tale che fa diventare antieconomico la commercializzazione''.

Un danno che fa prospettare uno stato di crisi. L'area interessata dal problema, o meglio dalla calamità, è molto vasta, 24 comuni al confine fra le provincie di Agrigento e Caltanissetta. Si sono persi oltre diecimila quintali di uva e 40 giorni di lavoro svolto da migliaia di lavoratori che ora saranno costretti a rimanere a casa.

''La cosa tragica – dice Antonio Di Grigoli, presidente del consorzio tutela e promozione uva da tavola – è  che non possiamo usufruire neanche della legge 102 perché  questa legge interessa i produttori e non i commercianti quindi, noi siamo tagliati fuori da qualsiasi aiuto di tipo regionale o comunitario. Certo, adesso avremmo bisogno di potere spiegare le nostre ragioni ed ottenere una forma di aiuto e proprio per questo, abbiamo chiesto di poterci confrontare con il neo assessore regionale all'agricoltura. Non parlo solamente a nome degli iscritti al nostro consorzio ma di tutti i produttori del circondario; l'uva Italia ha dato tantissimo a questo territorio e gia' da molti anni esiste un indotto importante che coinvolge commercianti e produttori ma ora, c'è assolutamente bisogno di un aiuto tangibile''. 

C.d.G.