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L’asse nippo-siciliano: a Palermo il primo ramen bar ispirato a Blade Runner

11 Luglio 2023
Daniele Olivasto e Luigi Alfano - ph Rossella Sollazzo Daniele Olivasto e Luigi Alfano - ph Rossella Sollazzo

Talento e testa sulle spalle, creatività e sostenibilità, mescolati alla voglia di dar vita ad una proposta unica a Palermo. Su queste basi è nata Blade Ramen, la prima ramen house siciliana, punto d’incontro tra la cultura giapponese e quella mediterranea. Il nome scelto per il locale, i colori selezionati per gli interni e l’arredo, rimandano al celebre film di Ridley Scott Blade runner, ma al civico 33 di via Villareale a Palermo, il protagonista non è un futuro distopico, ma un presente concreto e perfettamente a misura di palato. Un’idea che Daniele Olivastro e Luigi Alfano, classe 1989 il primo e 1993 il secondo, accarezzavano già da qualche tempo. Daniele ha fatto esperienze all’estero nelle cucine di importanti ristoranti come quella del pluristellato Heston Blumenthal, ha lavorato al Bye Bye Blues al fianco di Patrizia Di Benedetto e poi a Le Cattive, il bistrot di Tasca D’Almerita, sempre nel capoluogo isolano, dove ha conosciuto Luigi, approdato lì dopo esperienze in Germania e poi al Gagini a Palermo e con il quale si è creata subito una buona sintonia.

“Volevamo renderci indipendenti e abbiamo cominciato a ragionare sulla possibilità di dar vita ad un locale che offrisse una proposta ristorativa diversa e che fosse sostenibile dal punto di vista ambientale e lavorativo – spiega Olivastro – Sia io che Luigi amiamo la cultura giapponese della quale abbiamo una buona conoscenza grazie anche alle nostre esperienze di lavoro e così abbiamo creato un ramen bar che a Palermo mancava. È un locale piccolo, con una ristorazione veloce. Essendo il primo passo da imprenditori per entrambi, abbiamo voluto fare una cosa misurata che ci permettesse di essere, al tempo stesso, imprenditori, cuochi e camerieri”. La formula è snella. Si sceglie dal menu (ma ci sono spesso dei fuori menu), ci si accomoda al bancone e si viene serviti direttamente da Luigi e Daniele che preparano a vista tutte le pietanze e le raccontano ai clienti. Si pranza e cena su più turni ed è meglio prenotare perché in soli cinque mesi – il locale ha aperto a fine febbraio 2023 – Blade Ramen si è fatto conoscere e apprezzare in città e nell’hinterland registrando spesso il tutto esaurito.

“Non abbiamo voluto riproporre la cucina giapponese tout court – continua Olivastro – perché non sarebbe stata sostenibile dal punto di vista dei costi e della gestione delle materie prime. Abbiamo preferito allora puntare su una cucina che strizza l’occhio alla trattoria giapponese, ibridandola con quella Mediterranea”. Nella cucina di Blade Ramen arrivano materie prime isolane come la carne, le verdure fornite da una cooperativa sociale, kombucha (la tipica bevanda frizzante ottenuta dalla fermentazione del tè zuccherato) prodotto da una micro azienda catanese, noodles fatti in casa. E da questo asse nippo-siciliano nascono piatti come ad esempio il ramen con i tenerumi o i gyoza con melanzane affumicate al barbecue mescolate a miso di pomodori, menta e basilico, serviti con acqua di datterino, spuma di caciocavallo e polvere di alga nori o il super gettonato cyber pork, con noodles homemade, brodo shoyu a base di pollo e maiale, uovo marinato, chashu di maiale laccato al barbecue, germogli di soia, cipollotto, bambù, anacardi, naruto kamaboko e verdura di stagione: “Da quando abbiamo aperto, abbiamo fatto circa 600 mila litri di brodo solo per il cyber pork”, dicono.

E ancora yakisoba (letteralmente yaki, frittura al salto e soba, spaghetti di grano saraceno), uno dei piatti tradizionali giapponesi più conosciuti, proposto in versione veg, con carne o pesce. I menu sono pensati stagionalmente, ma Daniele Olivastro e Luigi Alfano si dedicano quotidianamente ad alcuni fuori menu che spostano l’attenzione dal ramen ad altri piatti che attingono anche dalla cultura cinese: “I fuori menu ci permettono di spostare l’asse della creatività e dare vita ad alternative per i nostri clienti, soprattutto quelli abituali che amano le novità. Portiamo su altri piatti l’idea di contaminazione ragionata”. I brodi che sono più invernali, ad esempio, lasciano spazio anche a zuppe fredde; vengono proposti i bao, i classici panini cinesi al vapore serviti con pancia di tonno arrosto, cuore di lattuga al barbecue ripieno di pesto con salsa di acciughe montata con cioccolato bianco; servono soba di anatra alla pechinese con verdure in tempura o yakitori di ventresca di tonno al barbecue con insalatina di alga wakame, uova di pesce, perle di anguria all’acqua di pomodoro e maionese al miso. I piatti sono ricchi, gustosi, eseguiti con cura.

In menu c’è spazio anche per i dolci per i quali Olivastro e Alfano hanno stretto un accordo con una giovane di Osaka che da 12 anni vive a Palermo: “Si chiama Miki e fa dolci eccezionali – dicono – creando un ponte giappo-siculo come ad esempio nel mochi, tipico dolce giapponese, che lei ha ricreato con pomodoro a basilico”. E mentre assaporano i primi successi con il locale spesso sold out, pensano già ad un nuovo progetto: “Vorremmo aprire un bao shop magari poco distante da Blade Ramen, con un menu degustazione che preveda carne, pesce e una proposta veg. Ci stiamo già lavorando”. Gli amanti della (buona) cucina asiatica sono avvisati.

Blade Ramen
Via Villareale 33, Palermo
T. 091 274 2112

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Orari: martedì, mercoledì e domenica solo a cena; giovedì, venerdì e sabato a pranzo e cena
Ferie: agosto
Carte di credito: tutte
Parcheggio: no